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giovedì, dicembre 10, 2009

"II timbro può attendere"

Praticamente tutti coloro che si avvicinano al mondo del canto lirico, sono affascinati dal timbro "lirico" e naturalmente sono ansiosi di conquistarlo. E' vero che ci sono non poche voci che si ritrovano già naturalmente un buon timbro; è questione di fiato già molto sviluppato e di una situazione anatomica particolare. Nella maggior parte dei casi le voci non si ritrovano questa caratteristica, o magari la possiedono su pochissime note. Dunque la fretta di trovare il timbro (magari supportata da un insegnante altrettanto ansioso, e perciò pericoloso!) porta fatalmente verso l'ingolamento. L'ingolamento è il sistema più semplice e veloce per trovare timbro, per quanto orribile. Nonostante le (inutili) perorazioni dell'insegnante: "Apri la gola!!", l'ingolamento consiste in un restringimento della glottide; la voce passando in questa strettoia subisce una frizione e si determinano alcuni "rumori" (pseudo armonici) che determinano un timbro vagamente "lirico". La presunta validità di questo sistema è anche data dal fatto che il bloccaggio della laringe frena la risalita del diaframma, e dunque si ha l'illusione di un appoggio abbastanza efficace. Qualcuno potrebbe legittimamente chiedersi: allora cosa c'è che non va, se l'ingolamento permette di raggiungere velocemente dei risultati? In primo luogo, come si può facilmente capire, c'è uno strozzamento, che riduce la portata dello strumento vocale. In secondo luogo la lunghezza della colonna d'aria è drasticamente ridotta, ma soprattutto la strozzatura crea la necessità, al fine di far uscire la voce, di spingere, il che da un lato produce una fatica notevole, dall'altro una sofferenza da parte della laringe stessa e dai muscoli relativi, che a lungo andare può determinare serie difficoltà e persino patologie. Ovviamente per chiunque sappia cos'è un canto piacevole e corretto, questo tipo di emissione è a dir poco orribile, inascoltabile. Oltre a essere bruttissima, questa emissione è solo apparentemente ricca; la voce ingolata non corre, non si espande e se non fa capo a un fisico molto robusto si sente anche poco. Le voci ingolate possono darla a bere (ma sempre a persone con poco orecchio) solo davanti a un microfono, che esalta gli pseudo armonici di cui si diceva. Tutto questo per dire che nel percorso educativo della voce bisogna avere molta pazienza perché il timbro è l'ultima cosa da attendere. Se l'appoggio di base è efficace, il suono - colonna d'aria - sarà libero, leggero, scevro da interferenze valvolari e resistenze glottiche e potrà giungere pulito ed ampio fino alla zona anteriore e superiore della bocca. Se e quando ciò avverrà correttamente, la zona alveolare del palato si comporterà ne più ne meno come il ponticello di un violino o una chitarra, e trasmetterà alle zone anteriori e superiori del volto e del cranio le vibrazioni, che riceveranno un ulteriore e notevole arricchimento, il timbro appunto. Qualunque interferenza che "inquini" il flusso sonoro o limiti l'appoggio, impedirà di fatto la conquista del timbro autentico e pieno dello strumento vocale umano, e instillerà nel soggetto la conseguente voglia di ricercare timbro ingolando. Il consiglio che si deve dare, quindi, è sempre quello di non cercare timbro, di lasciar fluire il più liberamente possibile la voce; questo darà modo di trovare presto e bene libertà e appoggio, e dunque anche quel risultato da tutti agognato.

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