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giovedì, settembre 22, 2011

Salute (grazie).

Prendendo spunto da un messaggio, pongo la seguente riflessione: quando si è malati, da chi si va? Se noi conosciamo una persona con una salute di ferro, che raramente si ammala, e anche quando capita guarisce con grande rapidità, non sarebbe la persona giusta? Non potrebbe egli passarci tutti i "segreti" della sua splendida forma. La cosa avviene di continuo con le persone che campano cent'anni. Ogni volta che si festeggia un compleanno secolare, abbiamo l'illuminato galoppino giornalista che DEVE chiedere al nonno di turno come ha fatto a raggiungere in buona salute la sua età. In sostanza, al di là di ogni consiglio di correttezza, di buone regole, ecc., cosa facciamo? riteniamo che la persona sana possa realmente aiutarci a superare le nostre malattie o ad arrivare in tarda età senza problemi? O, piuttosto, non ci potrebbe essere magari più di aiuto, parlando un po' per paradossi, la persona che invece ha tribolato tanto e che si è fatto una nutrita esperienza? Questo, infine, è il discorso che va fatto anche per l'insegnante di canto. Colui che avrà cantato sempre con facilità, con disposizione, come potrà aiutarci a superare le nostre difficoltà, se egli non ne è mai stato affetto, se non conosce l'origine e non ne conosce la cura? Quindi, il cantante "famoso", al di là delle esperienze musicali e di palcoscenico, per cui potrà anche essere prezioso, e anche per il giusto riconoscimento delle qualità, è da ritenersi poco idoneo a formare il giovane cantante. Si potrebbe, giustamente, obiettare che il canto è, o dovrebbe essere, qualcosa di parecchio diverso da una malattia! E' vero, ma proprio per ribadire quanto un'Arte sia qualcosa di lontano da una condizione di "normalità", anche se ci può apparire "naturale", dobbiamo notare che ogniqualvolta dobbiamo confrontarci con una disciplina che utilizza una qualche parte del corpo oltre le normali esigenze esistenziali, dobbiamo mettere in conto anche possibili ripercussioni: pensiamo al danzatore, che utilizza tutto il corpo, ma soprattutto i piedi, in modo da correre qualche rischio; ma quante volte abbiamo sentito di pianisti o violinisti affetti da tendiniti? E, purtroppo, quanto più spesso si ricorre al foniatra oggigiorno? E, a questo proposito, mi pare opportuna una considerazione. Sia da parte medica che professionale, si fa sempre più frequente il parlare di "prevenzione", per cui il cantante, persino allievo, va dall'otorino, o foniatra, anche più volte all'anno. A mio avviso qui c'è una stortura, e non indifferente. Se parliamo di prevenzione, ed è un discorso correttissimo e sensato di cultura sanitaria, allora TUTTI dovrebbero farsi una visita otorinolaringoiatrica ogni tanto, come si va dal dentista o dall'oculista. In teoria, chi è che dovrebbe andarci meno? Proprio il cantante, perché mentre la persona comune non ha alcuna educazione, o "igiene", come usasi dire, vocale, il cantante sì, quindi il buon uso del fiato dovrebbe metterlo al riparo da possibili danni. Questa è la ratio, mentre la logica più comune sta andando controsenso!

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