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mercoledì, ottobre 05, 2011

Le forme "chiave": 2) la "O"

Qualcosa sulla O ho già detto nei post precedenti. Istintivamente si tende a pronunciare la O con il faringe, stringendo le pareti (addirittura in alcuni casi con la costrizione delle arcate tonsillari). Ovviamente con una O del genere non si va da nessuna parte; dunque per diverso tempo sarà importante stringere le labbra; questo non comporta particolari problemi, salvo che non si esageri con la tensione muscolare che potrebbe estendersi alla muscolatura del collo, creando costrizioni negative. Ma con poca attenzione, sarà abbastanza semplice pronunciare una bella O con una modesta tensione delle labbra (fig. 1).
Come ho già detto molte volte, questa figura è fondamentantale nei primi tempi di studio per l'educazione del fiato e la riduzione della reazione istintiva: questa O è l'unico mezzo possibile per il controllo del diaframma grazie alla possibilità di regolazione della pressione del fiato. Col tempo questa condizione potrà essere superata e la pronuncia potrà avvenire in piena libertà, anche se è bene sempre ricordarsi che questa è una figura chiave e in ogni momento in cui la voce dovesse dar segni di indebolimento di posizione, sarà possibile fare ricorso ad essa per riprendere il giusto cammino. Come si può osservare, questa figura è leggermente allungata, ovvero verticalizzata. E' importante, ed è importante evitare accuratamente di abbandonare le labbra, lasciando che il fiato si impadronisca lui dell'emissione.
Come si può vedere in fig. 2, la bocca abbandonata non ha alcunché di armonioso e vivo, ma evidenzia invece proprio quell'abbandono che è segnale di suono indietro, suono morto, ovvero lasciare all'istinto, che non vuole sopportare il peso di un canto artistico importante, la guida dei nostri organi, con le conseguenze che possiamo constatare in chiunque non segua la disciplina idonea a creare le condizioni di elevamento artistico della voce. Ricordarsi che la O è sempre bene sia "piccola", di pronuncia stretta (orso); salendo si farà sempre più difficoltà a mantenere il calibro piccolo della O, e occorrerà stringere sempre di più le labbra. Quando non ce la si fa più si passa alla U; questo nei primi tempi, o anche in certi momenti dello studio o della carriera, potrebbe non avvenire esattamente sulla nota chiave di passaggio, ma un po' prima o un po' dopo. Se avviene prima si può lasciare stare per qualche tempo, in attesa che il fiato trovi la giusta espansione. Se tende ad avvenire dopo invece è meglio indurre comunque il passaggio con la U. Se la O, con un corretto calibro, risulta "assorbita", cioè in bocca, in genere o è perché la si scurisce volontariamente (troppo), o perché è spinta, e allora bisogna un po' alleggerire finché risulta libera.

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