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mercoledì, febbraio 08, 2012

Il buco nella pancia...

Quando ero piccolo, c'era una pubblicità con protagonista un pirata cartone animato con un buco nella pancia, e un bambino (vero) che cantava: "mamma, lo voglio anch'io il buco nella pancia...". Mi è tornato in mente questo spot riflettendo su una frase presente nel trattato del Garcia, e spesso citata anche dal M° Antonietti. Premetto che questo post è sostanzialmente inutile, farei molto meglio a non scriverlo (come buona parte di quelli passati), ma il nostro stesso M° diceva: facciamo ciò che dobbiamo; il nostro è uno scopo orientativo, ribadiamo sempre che non si può imparare a cantare leggendo alcunché, e dunque metto questo, come altri post, per una riflessione (in gran parte personale), ma anche perché potrà servire un domani a qualcuno che avrà raggiunto il livello del canto esemplare, o prossimo ad esso, e potrà avvelersene, così come in questi anni posso dire di aver trovato grandissimo giovamento nel rileggere i tanti appunti del m° Antonietti, che pur avendo consultato chissà quante volte, ho potuto compiutamente capirli e metterli in pratica solo in tempi piuttosto recenti. Dunque, il termine "incriminato" è: fontanella dello stomaco. Come credo sia noto, Garcia, a proposito di atteggiamento respiratorio, invita a una postura che possiamo identificare con quella suggerita anche dalla Antica Scuola Italiana del Belcanto, che identifichiamo in genere col termine "costale", ovvero con la parete addominale superiore anteriore leggermente depressa (sottolineo il leggermente!), contrapposta alla respirazione diaframmatica che invece vuole la parete addominale leggermente (ri-sottolineo...) avanzata. La nostra scuola (diciamo pure sinceramente: il M° Antonietti) ha scoperto che la seconda non è una postura respiratoria diversa, ma è L'INTEGRAZIONE della prima. Si può dire inoltre che la respirazione diaframmatica, se non esaltata nei suoi aspetti, può condurre egualmente ad un ottimo canto, la costale invece è pericolosa da assumere nei primi tempi di studio. Come ripeto, la costale può intendersi come integrazione della diaframmatica, e quindi da assumere dopo un certo periodo di studio, quando le reazioni istintive siano state in gran parte mitigate; viceversa si andrà incontro a un pericoloso spoggio della voce. La respirazione costale, peraltro, non provoca il "buco nella pancia", o fontanella dello stomaco. Questa si forma solo in una successiva e più marcata respirazione/postura, che definiamo "artistica", e può essere raggiunta solo in una fase di estremo perfezionamento, quando ogni e qualsiasi vincolo fisico/valvolare sia sparito. In questa fase non abbiamo più alcun tipo di appoggio, di peso rivolto verso diaframma, petto, sterno, clavicole (!) o altro luogo fisico, ma con una modificazione sostanziale di tutta la linea respiratoria, si passa a una respirazione a livello sottoascellare (quindi altissima e laterale), dove il petto resta totalmente sostenuto dalla muscolatura e quindi non esercita più alcuna pressione sul fiato, che resta così libero di alimentare i suoni. In questa situazione, il diaframma scende senza pressione, e crea nella parte anteriore, quella piccola fossetta a livello di plesso solare; questo ci porta a pensare che, più o meno (diciamo meno) coscientemente, ai tempi del Garcia, e soprattutto prima, si raggiungeva un livello respiratorio di altissima efficacia, anche se non esente da rischi se non governato nei tempi e nei modi dettati da una sana prudenza e da insegnanti di provata capacità. Suggerisco a tutti i lettori-cantanti, di riflettere ma di non fare e non provare a respirare in questo modo nel canto, a rischio di serissimi guai, ma sognate di arrivarci, perché quando si presenteranno le condizioni sarà come stare in paradiso!

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