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domenica, febbraio 19, 2012

Non giudicare

Il primo precetto per chi vuole inserirsi nel giusto cammino artistico, è quello di disporsi con animo sereno e sgombro all'ascolto, senza preconcetti e senza volontà di giudizio, in particolare già volto in negativo, anzi ponendosi in atteggiamento ricettivo e positivo. Intanto c'è da ascoltare la musica, poi chi esegue. Se le cose non funzionano si potrà egualmente tentare di seguire quanto di buono c'è, altrimenti meglio smettere, andarsene. Purtroppo è vero che oggi è molto difficile poter sentire musica, ed esecuzioni valide, ma non si può nemmeno abiurare a questa "malattia". Ieri sera mi sono disposto a sentire un'Italiana in Algeri che davano sul canale Sky classic, diretta da Frizza ad Aix en Provence non molto tempo fa. Frizza, che ho sentito anche un paio di volte in teatro e non mi è dispiaciuto, anche se gesticola poco opportunamente, ho notato che ha degli spunti intelligenti. Purtroppo, di punto in bianco, si mette a correre come un matto. E' vero che il tempo musicale in audio registrato è poco rappresentativo, ma era evidente che non c'era più un senso musicale; per far bene le note, nella sinfonia, la musica è diventata una specie di disco a 33 giri messo a girare a 45!, sembrava il commento sonoro di una comica del cinema muto. Comunque ho proseguito, ho ascoltato con piacere l'inizio dell'opera, ma immediatamente dopo l'aria di Mustafà, cantata anche piuttosto bene dal basso Marco Vinco, alè, riprende la folle galoppata! Ancora una volta lascio passare e ascolto l'aria del tenore, anche questa cantata più che dignitosamente da Mironov. Poi inizia il duetto e ... via! Ancora una gazzella impazzita. A questo punto ho spento perché non avrei sopportato altri spunti del genere (ho riacceso più tardi, l'opera stava finendo, ma le galoppate ancora si susseguivano).
Noto che molte persone sparano un po' a zero su tutto; non dico che non abbiano ragione, ma in questo modo non si è realmente lucidi e spesso le valutazioni non sono corrette, perché inquinate da atteggiamenti troppo radicali e preconcettuali. Seguire una strada di approfondimento artistico può dare euforia e farci credere noi perennemente nel giusto e gli altri dei poveri sciocchi sempre dalla parte sbagliata. Anni fa, a domanda, espressi in un forum alcune critiche, peraltro molto delicatamente e dubbiose, cioè per niente stroncanti, su Nella Anfuso. Dopo pochi giorni saltò fuori un tizio indemoniato che mi riempì di insulti. Risposi molto pacatamente, ma quello non sentiva ragioni, rideva e insultava senza ritegno; non contento chiamò un altro a convegno e si misero in due. Poi la cosa finì. Può anche darsi che lui avesse ragione e io no, ma il problema è che il suo modo di porsi era sbagliato, non c'era possibilità di dialogo perché si riteneva nel giusto e basta. Questo, però, può capitare anche a chi sta effettivamente ad un alto livello, ma... non proprio sull'ultimo. Ecco perché i maestri, sia Antonietti che, in altro campo, Celibidache, facevano spesso la "doccia di chiodi" ai propri discepoli, per far loro capire che spesso l'ego, la presunzione, si annidano anche (e vorrei dire persino soprattutto) proprio dove si fa Arte e si cerca la Verità. Essa non è un'arma, ma uno strumento di conoscenza interiore, e non deve servire, quindi, ad offendere, ma a trovare la pace. Lo dico, anche se ormai non leggerà più queste pagine, al baritono che ho un po' maltrattato qualche tempo fa. A Celibidache il maestro disse: sei un idiota, non hai capito niente, ricomincia tutto da capo! e lui lo fece ed è diventato ciò che è diventato; se proviamo ad ascoltare chi ci critica con maggior senso di oggettività, non mettendoci subito sulla difensiva e con l'atteggiamento "lei non sa chi sono io", forse faremo tutti un passo avanti.

2 commenti:

  1. Anonimo12:01 AM

    Fabio, perdonami se ho il vizio di giudicare un po' troppo, ma quando ho letto del direttore che galoppa, mi è venuto in mente questo... :D

    http://www.youtube.com/watch?v=qdm8IfInaJg


    Comunque è verissimo quanto affermi... Mettere da parte l'ego credo sia la più grande ed importante difficoltà nell'affrontare una qualsiasi disciplina artistica. Ma mi rendo conto che è davvero difficile.

    Francesco

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  2. Ah, Francesco, tranquillo, non mi riferivo a qualcuno in particolare. Se hai notato anche Salvo è balzato addosso al cinese, e ho annotato solo ciò che vedo da oltre 20 anni; non c'è niente di male, ma devo insistere per cercare proprio di "purificare" le coscienze, che è uno degli ostacoli al grande canto. Per quanto riguarda Abbado, è uno dei più negati alla percezione del tempo; qui è niente, dovresti sentire i danni che fa in Bruckner...!

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