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giovedì, marzo 08, 2012

La bocca secondo Mancini

A proposito di trattati, ci pare giusto fare qualche citazione e commento che in qualche modo ci coinvolge. Ho a lungo parlato, specie nei post iniziali, del ruolo della bocca. Alcuni maestri nel passato hanno affrontato l'argomento, il M° Antonietti ricordo che ne parlava, ma non sono ancora riuscito a ritrovare la citazione. Comunque sia, siccome si parla molto di naturalezza della posizione della bocca, cosa che io ho già più volte spiegato non essere facile né del tutto possibile quando l'impegno vocale sale, mi rivolgo a trattatisti rinomati che hanno affrontato l'argomento. Il G.B. Mancini nel suo "Riflessioni pratiche sul canto figurato", dedica un capitolo "della maniera di aprire la bocca". Vuol dire che l'argomento non è semplice e non può essere liquidato con poche parole. Infatti dice: "Conviene, che dal bel principio l'allievo apprenda, e sappia aprir la bocca bene, e sappia aprirla secondo le regole, e non a sua voglia." Dunque non è lasciata al caso e si dà per scontato che l'allievo aprirà male questa bocca. Leggiamo uno dei capoversi più interessanti:
"Essendo, come sopra ho accennato, importantissimo oggetto per chi vuol cantare, il conoscer come convenga aprir la bocca, perché da ciò dipende la chiarezza della voce, mi fermerò a parlare dei difetti soliti commettersi in quella parte, perchè dal saperli conoscere, se ne deduce poi il modo, con cui porvi rimedio. Il primo è quello di cavar la voce, senza punto badare all'apertura della bocca, ed aprirla male, cioè in modo che la voce non esca chiara, sonora e bella. Pare tutt'ad un tratto questo difetto facilissimo a correggersi, ma ad esso, quantunque il più comune, non è sì facile il rimediare. La prima cosa, che un maestro dice allo scolare, e che la canta, e ricanta, e a voce bassa - e a voce alta: aprite la bocca, e crede così di aver soddisfatto al suo dovere. No, a mio giudizio; conviene spiegare con grazia al giovane inesperto e rozzo qual sia precisamente la vera posizione della bocca relativa alla sua circostanza. Non si sfianchi il maestro di ciò spiegare quante volte troverà che ve ne sia bisogno, perché quì sta il punto: Principiis obsta." Il Maestro rimane un po' sulle generali e può diventare arbitrario interpretare questo scritto, però sottolineo il passo in cui egli dice che rimediare a una cattiva apertura della bocca è tutt'altro che facile. Dunque richiede tempo e pazienza.
Scrive quindi: "Di più, 1'esperienza ci insegna, che una troppo grande, o troppo piccola apertura di bocca, oltre all'essere sconcia e deforme, viene a render la voce ingrata e disgustosa. Io son d'opinione, che questo saper bene situarla, può ragionevolmente tenersi come una delle essenziali, e più importanti cose in un cantante." Quindi la bocca è artefice di colori, di inflessioni nella voce che possono renderla a un tempo bella e gradevole o sgraziata e brutta, al di là, poi, dell'aspetto del viso che è importante per chi deve esibirsi in pubblico, e che il Mancini non esita a richiamare: "Che se una falsa posizion di bocca, come ha detto, guasta la bellezza della voce e dell'espressione, quanto più sconcerà e guasterà l'amabile situazione del volto del cantante? Situazione, di cui ognuno deve tener conto assai, riflettendo, che il suo volto allora è sotto agli occhi d'un pubblico, che pende dalla sua voce, e sta nell'atto o di lodarlo, o di censurarlo."
Più di tutti i consigli, tesi a non esagerare mai nessun tipo di posizione, uno mi pare particolarmente significativo: "I precetti generali sono quasi sempre inutili; ma ne sono altrettanto efficaci le pratiche applicazioni. Nell'accennare le precise regole, il maestro mostri pure, e faccia vedere allo scolare qual'è la vera e la perfetta posizione di bocca. Egli vedrà quanto questo metodo sia preferibile ad una generale declamazione, con cui disapprova l'apertura di bocca dello scolare."

2 commenti:

  1. Salvo8:49 AM

    Ciao Fabio. Secondo me, un pò dipende dalla morfologia dell'apparato buccale. Io ad esempio ho la bocca piccola e comunque sulle note medie l'apertura è semplice e spontanea. Sugli acuti, naturalemnte, la cosa cambia e spontaneamente, automaticamente, la bocca si allarga più verticalmente (ma anche orizzontalmente dipende dalle vocali). Le labbra poi si "assottigliano" ed è l'interno ad essere più grande, anche se poi tutto deve uscire fuori senza sforzi... quindi il movimento della bocac deve essere deciso, senza forzature, morbido, mantenendo sempre quella linea di galleggiamento senza che intervenga nessuna interferenza muscolare, di fibra.

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  2. Anche il Mancini ricorda che le caratteristiche della bocca sono soggettive e quindi occorre partire da quelle. Logicamente la naturalezza è sempre l'obiettivo, ma occorre anche guidare e far notare gli errori.

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