Translate

domenica, gennaio 20, 2013

Della valutazione

Un passo importante per chi vuol percorrere la strada artistica, prima o poi - meglio prima, ovviamente - è quello di cambiare profondamente un sentimento soggettivo e devastante come il giudizio con quello più oggettivo possibile e sereno della valutazione. Spesso le due cose si confondono, ed è un male che deve essere rimosso. In altre parole, noi dobbiamo considerare le motivazioni anche degli altri, e non giudicare nemmeno quelle! Certo, lo sappiamo che molte persone agiscono in mala fede, agiscono per soldi, per egoismo, egocentrismo, narcisismo; talvolta possiamo cercare di aprir loro gli occhi, se sono persone con cui abbiamo rapporti o con cui possiamo averli, ma il più delle volte non ci è possibile, e allora resta solo la strada della compassione. L'allievo, cantante o insegnante che si accinge a intraprendere un cammino di vocalità artistica, può e deve farlo in un clima di pace interiore, come abbiamo detto nei post precedenti, e questo è possibile solo se si elimina il giudizio, perché il giudizio sugli altri innesca anche processi di giudizio su di noi, non solo, ma anche stimoli di possesso, di dominio, di potere e anche di paura, tutti facenti capo a una sfera egoica e materiale, dunque non artistica. Diverso è il caso del valutare; uno dei motivi fondamentali risiede nella volontà di circoscrivere obiettivi, criteri, concetti che possano prestarsi senza doppi sensi, senza falsità e aggiramenti a valutazioni che si possono definire oggettive. Andiamo ad ascoltare un cantante, un'opera, un concerto; il primo obiettivo da porsi deve essere: non vado a giudicare, vado a godere di un'esecuzione musicale da cui spero di trarre gioia, giovamento spirituale. Se noi partiamo dal voler giudicare, al 90% giudicheremo male, negativamente, e, spesso, godremo di tale fallimento. Niente compassione? no, allora abbiamo ancora delle porte interne chiuse. Se andiamo ad ascoltare qualcuno che conosciamo già in termini negativi, dobbiamo lasciare aperte delle possibilità di riscatto, di miglioramento, non solo, ma dobbiamo cercare di cogliere, da tutto ciò che esula dai dati negativi, ciò che quel personaggio è in grado di dare. Spesso, per una sorta di invidia, di gelosia, tendiamo ad accanirci su quanti destano ammirazione - anche fanatica - in altri, e nascono le fazioni e i "fan club", del tutto acritici e spesso arroganti e persino violenti. Occorre eliminare il sentimento dell'antipatia, occorre comprendere ciò che guida altre persone a trovare virtù in chi noi ne riteniamo privi e, se non altro, a fare esercizio di pazienza e di ascolto attivo e di apprendimento. Come spesso ripeteva il m° Celibidache, si può imparare "come non si fa" da tanti. A parte le occasioni in cui siamo di fronte a persone totalmente prive di qualità artistiche, e in questi casi forse conviene desistere dall'ascolto, in tutte le altre noi possiamo cercare di farci una coscienza su: come faremmo noi, e poi farci domande: perché questo cantante ha fatto così? a cosa serve? qual è lo scopo di quell'accento, quel singhiozzo, quell'acuto inventato, quel pianissimo o fortissimo, ecc.? Certo, il più delle volte la risposta la conosciamo, è il mettersi in mostra, il salvare con un effetto una situazione traballante, il giocare carte false non avendone di buone, ecc.; però dobbiamo anche avere compassione di chi lo ascolta, e non gelosia, non giudizi grossolani: non capiscono niente, nessuno capisce nulla, pecoroni, e via dicendo. Esistono motivazioni profonde per tutto ciò, e dobbiamo accoglierle e comprenderle. Sono esercizi molto duri, che si rivolgono ai nostri pensieri, alle nostre idee e alla nostra personalità, ma dobbiamo anche aver fiducia di poterle modificare per intraprendere una vita più aperta, più in relazione agli - e con gli - altri. La via dell'arte non è una via di isolamento, tutt'altro, è una via che ci deve condurre a dare, non a prendere, a essere utili agli altri e a cercare di migliorare le cose; criticare, ovvero giudicare senza sbocchi, non porta miglioramenti a nessuno, e anzi, non servirà nemmeno al nascente artista, perché la sua coscienza non sarà mai sufficientemente libera e pura.

Nessun commento:

Posta un commento