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lunedì, gennaio 07, 2013

Non dominare

L'ego si manifesta mediante la volontà di possesso, di potere, di dominio. Pur in una dimensione modesta, anche nel canto questa volontà di dominio viene esercitata, ed è fonte di notevoli problemi, perché il canto non è dominabile, e dunque ecco che si esercita un illusorio potere mediante azioni muscolari. Queste azioni muscolari è vero che modificano alcuni parametri vocali (colore, timbro, altezza, intensità...), ma sempre disconoscendo la base vera della voce personale. Il canto si esercita mediante esercizi vocali che innescano SVILUPPO respiratorio; in questi esercizi è fondamentale non coinvolgere la muscolatura interna agli apparati fono-respiratori, e puntare al canto come pura volontà mentale. Se leggete ad alta voce una qualunque frase, vi accorgerete che muovete le labbra in base all'articolazione fonetica, e stop! Il processo fonatorio vi è ignoto, non lo riconoscete e non lo dominate. La maggior parte delle persone che vuol cantare "liricamente", volendo intonare con un certo grado di intensità e magari su una tessitura un po' elevata, non si accontenta più di lasciar muovere armoniosamente le labbra, ma agisce su tutta una serie di muscoli e parti anatomiche interne. Questo è il momento in cui l'ego prende il posto del "conducente", cioè non è più l' "io" che esercita la volontà, ma è l'ego, cioè quella parte di noi non legata alla personalità umana vera e propria e quindi più incline alla spiritualità, all'artisticità, all'altruismo, all'etica, ma ad una componente animale modulata dalla mente più razionale, dunque più evoluta ed elaborata, ma non certo positiva. Dunque, il consiglio a chi studia canto, anche solo agli inizi, è quello di scalzare dalla mente l'idea del dominio o possesso sul fiato e sulla voce, e lasciar sgorgare liberamente e fluidamente la voce, lasciandola staccare e allontanarsi, fidandovi degli insegnanti che agiscono per questa strada, cioè che non vi garantiscono il potere sulla voce, ma vi invitano a cantare con la stessa semplicità e libertà con cui si parla, anche se questo obiettivo passa per una disciplina per niente facile, perché la dismissione dei controllori muscolari (che di fatto si tramutano in blocchi, resistenze, attriti) è assai impegnativa, richiedendo allo stesso tempo dei cambiamenti profondi della personalità, cambiamenti che non possiamo che definire nobili, virtuosi, inclini al raggiungimento di una reale felicità interiore, volti a promuovere l'unione, i circoli virtuosi, la morale, l'etica, l'ecologia, l'aiuto reciproco. La difficoltà è amplificata poi dalla PAURA! L'ego lavora con la paura, e ogni volta che riusciamo o ci accingiamo ad allontanare da noi la volontà egoica, siamo assaliti dalla paura, e quindi indotti a tornare indietro, a non affrontare quel percorso. La voce che vuole promuovere sé stessa per dominare, che vuole elevarsi a mito, a monumento, potrà anche essere o diventare una voce importante, celebre, popolare, ma non potrà mai sviluppare e comunicare gli autentici sentimenti affettivi che non possono mancare in un'arte profonda come la musica, dunque sarà voce "vuota", di superficie, di apparenza, ma anche violenta, monocromatica, monocorde, piatta. A molti questo può piacere e/o bastare, e non v'è da dubitare che saranno sempre le voci più seguite, ma chi si rispecchia in un ideale umanistico e spirituale non sottovaluti queste osservazioni e proposte di pensiero.

2 commenti:

  1. La scelta.
    Scriveva il grande Eduardo "Gli esami non finiscono mai"... ed io aggiungo che di conseguenza le scelte, i bivi, fanno parte della nostra realtà del nostro essere e certamente influenzano in un modo o in un altro la nostra vita.
    Scriveva Fromm:"Avere ed essere sono modalita' esistenziali, entrambe sono potenzialita' della natura umana: alla base della modalita' esistenziale dell'avere vi e' un fattore biologico, la spinta alla sopravvivenza, alla base della modalita' esistenziale dell'essere c'e' il bisogno di superare il proprio isolamento, che e' una condizione specifica dell'esistenza umana. A decidere quale modalita' avra' il sopravvento per la maggioranza e' la struttura sociale con le sue norme ed i suoi valori.
    ed ancora:"L'uomo, osserva Fromm, e' come un recipiente che mentre lo si riempie, ingrandisce, cosi' che non sara' mai pieno , il nostro io e' alla base del nostro sentimento di identita' e comprende sia qualita' effettive (corpo, possessi, cognizioni) che fittizie (immagini di noi,).La liberta' umana e' limitata dal nostro io, dai possessi e dalle opere; la liberta' come condizione per la creativita' comporta non avere legami che impediscono la propria autorealizzazione .
    Ed infine:"L'arte di essere riguarda :
    A) uno scopo supremo dell'esistenza che e' la piena crescita di se stessi e dei propri simili;
    B) due negazioni:
    - rinunciare al proprio narcisismo, ad adorare idoli, alle illusioni;
    - rinunciare a tutte le forme di avere (possedere, controllare, raggiungere l'obiettivo);
    C) attivita' positive quali il rispetto di ogni forma di vita, dare e condividere, lo sviluppo della propria capacita' di amare e di pensare in maniera critica, lo sviluppo della propria fantasia (come anticipazione di possibilita' concrete), conoscere se stessi, essere presenti, far propria una liberta' che non sia arbitrarieta', essere consapevoli che nessuno e nulla fuori di noi puo' dare significato alla nostra vita e che male e distruttivita' sono conseguenze necessarie del fallimento del nostro proposito di crescere."




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  2. Beh, qui si entra nel pieno del discorso. Sono generalmente d'accordo con quanto hai riportato, ma secondo me è poco visibile un elemento che poi è la risposta alla premessa, e cioè il "legame", l'interconnessione, il sentirsi parte di una rete, l'appartenenza e il contribuire alla crescita, allo sviluppo virtuoso e creativo della comunità, che è appunto il compito dell'Arte e degli artisti. Il difficile sono le rinunce, sono le esposizioni responsabili, il mettersi in discussione, il non aderire alle convenzioni, il vincere la pigrizia.

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