Translate

domenica, aprile 28, 2013

L'orecchio imperfetto

Mi viene da chiedermi come mai grandi direttori, in primis quello che reputo come il più grande in assoluto, Sergiu Celibidache, ma anche molti altri che, o per percorsi di studio o per lunga esperienza, hanno sicuramente sviluppato un orecchio sensibilissimo, non abbiano poi fatto scelte e selezioni più severe nel mondo del canto. Celibidache aveva una sensibilità uditiva al limite del prodigioso, eppure se ascoltiamo alcune sue realizzazioni nel campo della musica sacra, alcuni cantanti risultano assai irritanti per la modestia dell'emissione, per quanto tutti professionisti in carriera. Ma anche direttori come Gavazzeni, ad esempio, che ha diretto i più grandi, e non c'è da pensare che fosse così supino allo Star System (mentre lo credo per Muti e Abbado e abbastanza anche per Karajan), ha tollerato veri vociferatori. Questo è da attribuire alla selettività dell'orecchio e al suo sviluppo imperfetto quando non stimolato dall'attività propria; non posso sapere fino a che punto l'orecchio di Celi fosse perfetto rispetto al suono di un violino o un corno, so che in quel campo ha ottenuto sonorità di rara magia; sicuramente non sapeva cantare e credo fosse piuttosto all'oscuro di ogni problematica legata alle discipline canore (come del resto anche Toscanini - che lo dichiarò - e Karajan); questo ha fatto sì che una componente della sua sensibilità uditiva rimanesse non sviluppata, e quindi prendeva per buono (probabilmente si accorgeva di molti difetti strumentali, che probabilmente riteneva ineliminabili nella pratica canora) anche ciò che era pesantemente difettoso. Altri direttori, che hanno seguito molto l'opera, non c'è da dubitare che sentissero la differenza tra un grandissimo e un modesto cantante (ancorché famoso), ma non attribuissero questo a reali difetti e carenze, ma a semplici differenze umane.

3 commenti:

  1. Pare che l'ultimo direttore a capirne di voci fosse Serafin.

    RispondiElimina
  2. Esatto, e non sarà un caso se nelle registrazioni delle opere dirette da Serafin si capisce, in genere, anche quello che canta il coro!

    RispondiElimina
  3. In una vecchia discussione, alcuni parlarono molto bene del metodo Tomatis. Che cosa è nella realtà? Cosa ne pensi? Potrebbe risultare utile nella lirica, nel raggiungimento del bel canto?

    RispondiElimina