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venerdì, maggio 31, 2013

Il "comincio"

C'è una registrazione di Arturo B. Michelangeli durante una prova che un po' grossolanamente a un certo punto, riferendosi a una frase musicale, dice "...è il comincio". Stavo pensando, a questo proposito, che dovrebbe esserci una coerenza e l'inizio di un "senso" (cioè direzione) ponendosi la domanda: da dove comincia l'educazione al canto? qual è l'inizio... o "comincio"? In parecchi probabilmente diranno: dalla respirazione. E' normale, quasi tutti hanno iniziato così e dunque è fatale che si ritenga giusto questo. Molti cantanti quando sentono dire che un certo insegnante non inizia con la respirazione subito mettono in guardia che non è una buona scuola! Nelle primissime lezioni di canto nella maggior parte delle scuole si fa un gran parlare di respirazione, tecniche respiratorie, con esercizi ripetuti, quindi vocalizzi. Oh... ma il "comincio" dov'è? In sostanza si pone un "punto zero", facendo respirazione e  vocalizzi, come se non esistesse già qualcosa cui dare seguito. Ecco, dunque, dove nasce il grande dubbio di tutti coloro che studiano canto "lirico" (come se fosse qualcosa di extraterrestre) che non sanno (ma logicamente non ne hanno idea nemmeno gli insegnanti) e che non conoscono le differenze e i rapporti tra parola parlata e canto; proprio perché fin dal primo istante si parte da una pratica che non inizia, non comincia da qualcosa che già c'è, in un procedimento di sviluppo, ma appare come qualcosa di totalmente nuovo, inesistente fino a quel momento, di cui solo l'insegnante conosce i "segreti". Come se egli fosse detentore della conoscenza di quella "maniglia" nascosta, occulta, girando la quale ecco che appare questa nuova risorsa umana che si chiama voce lirica, che nessun rapporto possiede, se non esiguo (e "pericoloso!!!"), con la voce parlata. Questa divaricazione tra un meccanismo esistente e abitualmente in uso e uno totalmente inventato da menti fuorviate da idee fantascientifiche (per quanto in molti casi in buona fede e comprensibilmente animate da passione, ambizioni, desiderio di primeggiare in teatro o di portare al successo i propri allievi), è in realtà l'inizio di tanti problemi che attanagliano il mondo del canto, soprattutto classico. La chiarezza di idee dovrebbe porsi all'attenzione di chiunque si accinga a insegnare un'arte così delicata, complessa ed esaltante come questa, e quindi il primo punto da aver chiaro è: da dove parto? Parto dall'esistente, da ciò che già esiste, è conosciuto, in uso, o da un punto totalmente nuovo, di cui l'allievo non può sapere niente e che non si lega a niente, e che lascerà perennemente un "buco" conoscitivo? Il nostro punto di vista è che il "punto zero" del canto non esista, si parte da un punto che, soggettivamente, sarà 3, 10, 20 o addirittura 50 o più (su 100), a seconda della disposizione dell'allievo.
(video di A.B.Michelangeli, la frase è al minuto 1'50 circa)

3 commenti:

  1. Salvo2:22 PM

    Quante volte mi sono ed ho sentito dire: per cantare lirica devi fare la voce "impostata".. la voce da "lirico"... il perchè lo hai spiegato mirabilmente anche in questo post: si pensa di partire non dal comincio ma dal "grossolano effetto"... non facendo crescere, sviluppare, incanalare, quello che già hai, ma al contrario costruendo qualcosa di insano che "non hai"! mi viene in mente quelle trasmissioni ad effetto dove dei ragazzini vengono mandati sul palco, poveretti, con la voce da tromboni camuffati e sù tutti con la standing ovation... qualcuno di loro avrà sicuramente qualche buon requisito ma ahimè si perderanno ben presto nel mondo del "falso", del "tenore alluccante o trombone", insieme ai loro genitori illusi. E' vero, il punto zero, uguale per tutti non esiste, esiste il nostro vissuto, la nostra coscienza, quella sottile linea (guarda caso come nel post precedente) che divide il mondo dell'illusione e dell'egocentrismo dal mondo magico ma vero della perfezione. Un caro saluto

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  2. Questa della "voce impostata" è la sciagura più grande, è un tarlo che si è stabilmente insediato nel comune pensiero... da una parte i cantanti di musica leggera, che cantano con la "voce naturale", e dall'altra i lirici, che usano una "tecnica" diversa, una voce "impostata" per l'appunto... Tutto nasce dai dischi e dal microfono. Quando non esistevano i microfoni ed i dischi, non esisteva nemmeno la differenza tra cantanti di "musica leggera" e cantanti "lirici"... c'erano i cantanti punto e basta, ognuno cantava SOLO con la propria VERA e UNICA voce, bella, brutta, grande o piccola che fosse, ed erano se stessi. Dischi e microni hanno sancito la morte del canto e della musica, cioè la grigia omologazione agli stereotipi, l'imitazione da scimmie ammaestrate, meccanica ripetizione di ciò che il disco ha fissato come modello. I cantanti lirici oggi sembrano caricature, parodie grottesche, sono tutti bolsi, ingessati, finti...

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  3. Amaramente devo confermare tutto quanto avete denunciato...

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