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sabato, maggio 04, 2013

L'aereo e l'aliante

Colgo al volo una metafora scaturita spontaneamente durante una lezione da un allievo; a seguito dell'esortazione a non premere, a non usare forza e spinta, ha commentato che "così è come togliere il motore a un aereo". Vero, ma, per l'appunto, esiste la possibilità per un mezzo di trasporto di volare anche senza motore, tutt'al più giusto con un impulso iniziale. Un aereo senza motore non vola, e la differenza sta nelle dimensioni e nel peso. Ed ecco, quindi, che anche il nostro canto per potersi "librare" deve far conto su leggerezza e piccolezza (o sottigliezza, se si preferisce). Su questo però pesa un grave equivoco che il raffronto non ci aiuta a dirimere. Se io dico "leggero e piccolo", molti penseranno: ma se io ho (e/o voglio avere) una voce "pesante" e "grossa" questa metafora non mi aiuta, a me occorre un motore, come un aereo. L'aereo è, evidentemente, un mezzo artificiale con tutti i problemi connessi; il raffronto va fatto piuttosto con gli uccelli, che volano naturalmente; per loro non c'è particolare differenza se sono piccoli o grandi, volano sempre perché l'equilibrio complessivo è mantenuto, quindi non c'è un problema intrinseco di peso e dimensioni, ma queste caratteristiche devono essere relative al soggetto, per cui se chi canta possiede intrinsecamente una voce corposa, molto forte e sonora, non per questo deve cambiare il modo, che dovrà comunque favorire leggerezza e piccolezza per poter "volare"; una volta preso l'aìre restituirà a chi ascolta quelle caratteristiche di maggiore grandezza che contraddistinguono quella voce. Chi invece non ha grande voce, non sarà cercando di ingrossare e appesantire che riuscirà efficacemente nel proprio intento, ma potrà solo parodiare una grande voce, risultando alla lunga ridicolo. Assecondando invece i caratteri facilitatori, egli potrà ricevere e dare il massimo che la voce può scaturire, con gioia, con piacere, con libertà.

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