Translate

mercoledì, luglio 24, 2013

La voce in bicicletta

Vorrei chiedere agli ormai tanti Soloni che tutto sanno e discettano di pliche, di sfinteri ariepiglottici, di aritenoidi e quant'altro, che scrivono e discettano di foniatria artistica e si esplicano in frequentatissime masterclasses o comunque riempiono forum e siti sul canto, più o meno "bel", se saprebbero scrivere un manualetto, o anche solo qualche buon post su... come si sta in equilibrio su una bicicletta. Voglio dire; quando il bambino di turno, di 5, 6 o 7 anni chiede al genitore o allo zio o all'adulto di turno di insegnargli a andare in bici, dopo le immancabili rotelline, e ogni volta ci si deve sciroppare qualche faticosa decini di giri correndo dietro al mezzo tenuto per la sella, finché lo lascia, sentito ormai raggiunto il punto di fiducia da parte del bimbo, perché non gli si dà un bel manualotto... e che si aggiusti? Qualcuno dirà: eh, ma è piccolo, non può capire un manuale... Bene, ma qualcuno pensa che tale manuale sia effettivamente realizzabile? Se a imparare a andare in bicicletta non fosse un bimbo ma un adulto colto e intelligente, se ne farebbe qualcosa del manuale? Qualcun altro giustamente potrebbe dire: Ma che c'azzecca la bicicletta col canto? Niente, ovvero c'entra nella misura in cui esistono una miriade di cose che non si possono spiegare. Quando acquistai la mia attuale casa, in campagna, trovai nel portico una serie di attrezzi agricoli, e siccome c'era molta erba alta, pensai di tagliarla con una falce... povero me! Tu guardi un contadino (oggi forse quasi non più) che falcia e sembra la cosa più facile e naturale. Provatevi, e poi mi direte. Ma guardate coloro che stanno in equilibrio su un filo, che fanno la capriole o le tante altre acrobazie in spettacoli televisivi o circensi... qualcuno pensa che esistano trattati o manuali relativi? Non lo so, può anche darsi che qualcosa in merito ci sia, ma non ho il minimo dubbio che non servano a niente. Come dicevo già tanti anni fa, qualcuno può pensare di fare il paracadutista senza l'assistenza di qualcuno molto ma molto esperto? O l'arrampicatore? o il sub? Bene. La voce non sembra avere con queste attività alcuna parentela. Invece non è così. A cosa si deve l'equilibrio? Qualcuno subito penserà all'orecchio, al labirinto, e certo ha ragione. Ma non basta. Il corpo mantiene un equlibrio, specie in situazioni instabili, come su una bicicletta, grazie a un allineamento dei pesi di tutte le membra lungo una linea verticale. Come è noto tutto il problema dell'equilibrio si basa sulla posizione del baricentro, che, guarda caso, è all'incirca nella zona diaframmatica. Quel che però, alla fine, voglio dire, è che anche l'equilibrio, specie se in situazioni particolarmente complesse, è da considerare un "senso", di cui siamo POTENZIALMENTE dotati, ma che non possiamo utilizzare in situazioni meno quotidiane se non c'è lavoro di potenziamento e assimilazione, da fare necessariamente sempre in termini operativi (naturalmente anche qui ci sono differenze soggettive notevoli). L'equilibrio di cui godiamo quotidianamente per stare in piedi è il NECESSARIO per la vita quotidiana, per l'esistenza. La voce cantata artisticamente intesa sta esattamente nella stessa condizione; non è questione teorica, non è questione meramente fisica, ma è questione di ALLINEAMENTO di molte parti, alcune concorrenti, altre contrastanti, che possono - e dovrebbero - diventare SENSO, cioè superare le ostilità dovute al passaggio a una volontà non necessaria all'esistenza, e possibile in quanto potenzialmente già presente in noi. Allora quando affidate la cura della vostra educazione vocale a qualcuno, ponetevi queste domande: mi sta infarcendo la testa di teorie o mi sta aiutando come un istruttore farebbe con un novizio di paracadutismo o come uno che vuole insegnare a stare su un trapezio o a camminare su un filo? Ricordatevi che durante lo studio di una materia pure innocua come il canto, spesso si hanno reazioni molto simili a quelle di chi si affaccia nel vuoto, perché l'istinto si muove parallelamente verso tutto ciò che è ignoto e che tenta in qualche modo di modificare il funzionamento basale del nostro corpo e della mente.

1 commento:

  1. Salvo8:48 AM

    E' talmente logico, vero,limpido e cristallino ciò che scrivi ed asserisci così palesemente, senza giri di parole, che è davvero disarmante continuare ad avere dubbi.
    L'istinto viaggia con la paura e guai non ci fosse... se hai imparato (riflesso condizionato) che ti bruci la mano se l'accosti al fuoco è giusto che l'istinto e quindi tutti i sensi correlati ti avvertano del pericolo per non farti compiere delle azioni pericolose, ergo è giusto aver paura quando questa ci aiuta a sopravvivere ma quando è infondata la stessa ci procura tensioni, preoccupazioni e stimola l'istinto a produrer sostanze chimiche che colpiscono tutta una serie di organi (sudore, palpitazione, tensione muscolare, ecc.). Ecco allora che il canto inteso come "raggiungimento di acuti e sovraacuti" diventa l'ignoto più buio e pericoloso perchè la paura inizia a farla da padrona e con essa tutto ciò che gira intorno. Ma se questo ignoto venisse illuminato piano piano dalla consapevolezza che è un ARTE e in quanto tale deve essere raggiunta e resa perfetta dallo studio, dalal disciplina, dalla volontà, dalla umanità, dalla costanza, dalla umiltà, allora diventa tutto più semplice e non c'è bisogno di superare noi stessi per dimostrare, perchè l'Arte è già in noi stessi ed ognuno dovrebbe, se vuole,raggiungerne la consapevolezza... è patrimonio di tutta la nostra Civiltà ed Umanità. Grazie Fabio.

    RispondiElimina