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martedì, settembre 17, 2013

Tubetto o dispenser

Piccola aggiunta o integrazione al post precedente. Ho parlato di un tubetto di dentifricio strizzato, paragonandolo a certo modo di cantare che, irrispettoso dei tempi e di un costante e regolare sviluppo,
vorrebbe ottenere risultati spettacolari in tempi brevi e con feroce ricorso alla forza muscolare. Questo si può, per l'appunto, accostare allo strizzare con violenza un tubetto di un qualsivoglia prodotto; ciò causa una fuoriuscita altrettanto impetuosa del contenuto, ma non tanto quanto forse ci si aspetterebbe e comunque non paragonabile o realmente proporzionata alla forza impiegata, e questo perché anche il tubetto oppone una resistenza valvolare, legata alle dimensioni del foro di uscita e al prodotto stesso che accumulandosi al di sotto del foro si comprime comportandosi, almeno in parte, come una diga. Come sappiamo i tubetti offrono un triste spettacolo dopo qualche tempo che li si usa, non di rado, specie un tempo quando erano fabbricati con materiali poco resistenti, si rompono e parecchio prodotto rimane all'interno.
Qualche decennio fa cominciarono ad apparire sul mercato i dispenser, che oggi si usano su larga scala. Qual è il vantaggio? che si può DOSARE con molta maggior accortezza il prodotto da consumare, il quale esce con una PRESSIONE COSTANTE, non modificabile dall'utilizzatore. Il contenitore (che si può paragonare ai polmoni del cantante) resta integro, non subisce nessun tipo di violenza, tant'è che è riutilizzabile all'infinito (il tubetto no); anche l'ugello d'uscita non subisce alcun effetto valvola, grazie proprio alla leggerezza e costanza di pressione esercitata. Ecco qua, signori cantanti: nei confronti della vostra voce siate dispenser, e non tubetti da strizzare!

2 commenti:

  1. salvo4:48 PM

    Ah,ah,ah, divertentissimo post!
    Letto dal mio amico "affondista" che si è un pò risentito... chissà perchè? In verità l'ho un pò stimolato io, paragonando la tda ad una "spremitura" torsione, allargamento, cioè ad un meccanismo che niente ha a che fare, secondo me, con il bel canto, con il canto artistico. Lui comunque mi ha confermato la sua facilità, ha studiato la tda con maestri "moooooolto" conosciuti, a prendere gli acuti allargando e spingendo giù (io dico a più non posso);in effetti poi i piani, i filati, le varie belelzze del canto io non le colgo nel suo canto (glielo detto...) che mi sembra un pò spinto ed anche a volte ridondante... l'Ave Maria sembra Trovatore.... VIVA IL DISPENSER!

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    1. Qual è il valore del maestro "molto conosciuto"? Il valore è un dato a sè stante, poco ha a che vedere con la visibilità; ci sono un'infinità di motivi per cui una persona può essere molto o poco o nulla conosciuta, non è un valore! E' evidente che il riferimento al tubetto strizzato si attaglia particolarmente agli affondisti, ma possiamo dire che in qualche misura riguarda un po' tutti, perché è terribilmente, ma proprio terribilmente, difficile giungere alla condizione di vero e puro canto sul fiato, a zero pressione...

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