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giovedì, giugno 12, 2014

Il trattato - 1

Ho frequenti richieste di copie del trattato di canto del M° Antonietti. A parte che copie non ne esistono più (a casa del m° ce n'erano ma chissà che fine hanno fatto), sono sempre piuttosto restio anche a dare la versione pdf che ho realizzato (e che, rispetto a quella stampata, è più facilmente leggibile - perché la tipografia scelse un carattere piuttosto barocco - e più corretta, visto che un anonimo correttore di bozze pensò bene di correggere ciò che era giusto) in quanto, anche per ammissione dello stesso M°, è un testo troppo denso e complesso. A leggerlo come si deve bisognerebbe impiegarci mesi, riflettendo quasi su ogni frase. Leggerlo come un libretto qualunque sembra non dire nulla di significativo. Il libro lo "montai" io pescando e mettendo in ordine alcune centinaia di pagine scritte disordinatamente dal M° in anni di lezioni e meditazioni, cercando di eliminare le molte ripetizioni. Fu un errore, di cui lo stesso Antonietti si accorse solo dopo la stampa, perché la ripetizione, con termini variati, può aprire punti di vista diversi e quindi comprensione, laddove una sola proposizione più difficilmente penetra. Mi pare però anche ingiusto sottrarre questo lavoro da una fruizione più ampia, per cui ho deciso che posterò in questa sede l'intero trattato per paragrafi inserendo chiose e commenti esplicativi.

Un metodo scientifico e infallibile di insegnamento del canto non esiste, se inteso come teorico, ma esiste se inteso come teorico-pratico, laddove la pratica, prevalente, viene integrata dalla teoria, che comprende tutto ciò che è complementare ed affine alla infallibilità vocale intesa come ARTE (cioè un traguardo che non ha e non può avere un oltre perché conquista sensoriale perfetta, diversa dalla conquista tecnica, che è sempre perfettibile, comunque si presenti).
 Il trattato inizia e fin dalle prime righe si entra nella tematica di più difficile accettazione e complessa acquisizione, di natura filosofica, o meglio gnoseologica. Si punta direttamente a fare distinzione tra tecnica e arte confermando, implicitamente, che questo trattato non si pone nella scia tradizionale e classica dei manuali che danno indicazioni e consigli su come cantare, su cosa fare fisicamente per poter impostare la voce e migliorare determinati aspetti dell'emissione. Faccio presente che il trattato si definisce "orientativo", quindi il contenuto è teso a dare indicazioni per evitare di cadere nelle sempre più dilaganti scuole sbagliate e essere indirizzati verso insegnanti consapevoli e onesti. La scelta se avventurarsi verso una scuola d'Arte è certamente coraggiosa e può lasciare perplessi per numerose motivazioni, ma non è nemmeno obbligatoria, per cui le indicazioni, anche se svincolate da un obiettivo così elevato come la conquista artistica, restano e sono valide a tutti gli effetti.

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