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domenica, gennaio 18, 2015

Il gesto vocale

In arte si parla di gesto, più precisamente di SUBLIMAZIONE DEL GESTO, cioè passaggio da uno stato materiale a uno sublime, appunto, quindi aereo, spirituale, puramente del pensiero. Se nelle arti visuali questo gesto può essere abbastanza chiaro, il segno grafico, nel canto lo è molto meno. Per quanto ci riguarda, bisogna dire che c'è un pensiero coerente, quindi quanto dirò risponde a tutto quanto è presente nella poetica e nella pratica del canto artistico espressa negli scritti e in quanto tutti coloro che si ritrovano in questa linea praticano e divulgano. Se diciamo che il canto altro non è che uno sviluppo straordinario della parola elevata a canto, che per potersi elevare necessita di un'arte respiratoria adeguata, il gesto vocale perfetto consiste nell'emissione di un attacco puro di una vocale (o sillaba) che nasca sonora, chiara e ricca nell'ambiente circostante, quindi fuori dal corpo, partendo poco avanti la bocca e diffondendosi rapidamente sia nel caso di un'unica vocale che più vocali o frasi cantate. Questo si sposa anche con importanti aspetti musicali. E' piuttosto comune che chi canta o vocalizza si soffermi sulla prima nota o sillaba e proceda magari "a scalini", cioè sottolineando le singole note e/o sillabe di cui è composta la frase. E' fondamentale concentrarsi sull'unitarietà di una frase, e poi di una sezione fino a mettere insieme l'intero brano. In questo senso si possono dare alcuni utili consigli. Prendiamo una frase, composta da poche note che inizi e finisca sulla stessa nota e sulla stessa vocale. Si metta a punto la prima e la si riesegua quasi subito come ultima, verificando che siano assolutamente uguali; quando ciò avverrà, si rifaccia la prima nota, sempre impeccabilmente, quindi si faccia una pausa istantanea in cui si immaginano le note centrali (più rapide, per non distrarsi) e si ricanti la nota ultima ovviamente con la consapevolezza di risultare identica alla prima. Dopo qualche prova, si rifaccia l'esercizio questa volta cantando anche le note centrali ma velocissimamente e quasi sorvolate, sempre badando a che l'ultima nota sia identica alla prima. Se tutto funziona si potranno cantare tutte le note della frase che a questo punto saranno unite nel pensiero, giacché la fine è contenuta nell'inizio e questo dovrebbe permettere anche la corretta esecuzione. Inserisco l'esempio scritto:


Naturalmente non intendo che le note centrali non siano importanti e non vadano eseguite perfettamente; lo scopo dell'esercizio è quello di non insistere in modo frazionato sulle singole note, perché verrà sempre a mancare un vero legato e saremo lontani dall'unità. Tornando all'argomento, un esercizio come questo è la base di un gesto vocale; poi lo diventerà una frase cantata e così via. Ma sottinteso ci sarà anche un altro elemento fondamentale, cioè il consumo d'aria! Questa come tutte le altri frasi dovranno essere eseguite come un alito sonoro, un'arcata unica, senza risparmi, senza trattenimenti e ostacoli; dovrà corrispondere a un fondamentale obiettivo di LIBERTA' vocale. Si deve cominciare da "piccoli mattoni" (che però non sono le note!), che alla fine costituiranno la grande casa della musica.

PS: ho inserito una "o" per ogni nota anche se la grafia più corretta sarebbe una sola "o" all'inizio della frase con trattini sotto ogni nota. Però è bene ricordare che seppur non rimarcando, ogni cambio di nota richiede una ri-pronuncia, non accentata, non premuta o imposta con accenti, spinte o colpi di qualsivoglia genere, ma pensata.

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