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venerdì, marzo 06, 2015

Il peccato originale

Quando si parla spontaneamente, i nostri tre apparati respiratorio-vocali formano un'unità, si correlazionano tra loro e ciascuno ci mette una percentuale di lavoro ma all'interno di un gioco sempre equilibrato. Ovviamente questa sinergia è indirizzata unicamente alla manifestazione dell'attività verbale che possiamo definire istintiva, cioè legata a questa necessità comunicativa che l'uomo possiede nel proprio DNA. Niente di più è previsto, anche se molte persone possiedono un "di più", ma quello fa parte di un "tesoro" di potenzialità che si possono manifestare nei modi più vari, e che viene definitvo perlopiù "talento". Le persone che vogliono sviluppare i propri interessi cercano il modo di coltivare la propria passione mediante studi. Nel nostro caso si studia vocalità e canto. Ricordo quanto ho scritto nella prima riga: il parlato realizza un'unità dai rapporti tra apparati (quindi ne è una manifestazione). Cosa fanno la stragrande maggioranza degli insegnanti di canto? Dividono, cioè spezzano quell'unità! Quello che è il più difficile e faticoso obiettivo da raggiungere, cioè creare un'unità, e che nell'uomo già si trova pronto, gli insegnanti lo massacrano, e ovviamente non riusciranno più a ricrearlo. Il tutto nacque quando si cominciò a parlare del canto in termini scientifici e accademici, verso metà Ottocento, e non si può negare che Garcia sia stato credo il primo a mettere in crisi un'insegnamento che fino a quel momento si basava su un'empirismo che però partiva già da uno stato di fatto, il parlato, e ne sviluppava i contenuti e le strutture (respirazione). La scienza o meglio il metodo scientifico sono deleteri in tanti campi, ma in quelli artistici è un disastro, appunto perché analizzando e suddividendo, porta a risultati analoghi, cioè isolati e parziali e sostenendo un pensiero di tipo "convergente" (il pensiero "piccolo"), a risposta univoca, non contempla la fantasia, la creatività, ovvero il pensiero divergente (o il grande pensiero). Se l'insegnante di canto come prima cosa ci fa studiare la respirazione come tecnica a sé e cerca di farla applicare poi alla vocalità, ha già commesso un micidiale peccato originale: ha provocato una scissione degli apparati, perché si cercherà di applicare alla voce una respirazione che non è più rapportata a quanto avviene a livello strumentale e articolatorio. Naturalmente non si può sapere quale respirazione necessita a livello strumentale e articolatorio per crescere, ma di certo non è suddividendo e cercando di sviluppare separatamente i tre apparati che si conquisterà l'arte vocale, anche perché cosa si può fare a livello laringeo per migliorare qualcosa che non veda coinvolta la respirazione? E come si potrà migliorare l'articolazione e l'amplificazione senza la respirazione che a sua volta non sia condizionata da una certa postura strumentale? Sono pie illusioni che muovendo in qualche modo la laringe si possa ottenere qualcosa di più efficace. Persino consigli apparentemente positivi, come il pensare di rilassare la gola per realizzare un miglior rapporto tra spazi (!!??) va a generare situazioni di isolamento o concentrazione e quindi di divisione rispetto all'aspetto originale. Abbiamo una grande fortuna: noi il peccato originale (vocale) lo possiamo evitare, non ce l'abbiamo addosso. Dobbiamo fare in modo che l'educazione vocale parta dalla situazione esistente ottimale, cioè il parlato semplice, e lo sviluppi coerentemente (ma guarda) nella sua manifestazione. Ogni tentativo di manipolarlo, di farlo lievitare mediante movimenti, spinte, gonfiaggi, tiraggi, alzaggi, schiacciaggi, affondaggi e quant'altraggi provocherà difetti. Non è che non si potranno ottenere determinati tipi di risultati, questo è il guaio, si potrà avere una voce più timbrata, più forte, più estesa, ma allontanandosi da risultati artistici di valore. Poi a ognuno andrà bene qualcosa di diverso; chi si accontenta gode, e va bene così. A chi non va bene così, si informi e ci rifletta!

4 commenti:

  1. "Non è che non si potranno ottenere determinati tipi di risultati, questo è il guaio, si potrà avere una voce più timbrata, più forte, più estesa, ma allontanandosi da risultati artistici di valore."

    Limiterei questa possibilità solo ad alcuni casi privilegiati. I tiraggi, i gonfiamenti, gli schiacciamenti e tutte le varie diavolerie tecniche, applicati su chi non è già baciato da madre natura, non producono alcun risultato accettabile. Perlomeno questo posso dire sulla base del mio vissuto.

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  2. E' difficile fare una panoramica del fenomeno; ci sono insegnanti che se non sentono subito delle qualità vocali o dei prerequisiti importanti, non accettano gli allievi, quindi fanno una selezione preventiva, e in questo caso è un po' falsato stilare poi delle percentuali sui risultati; ci sono scuole dove si ottengono risultati da alcuni allievi, ma altri accusano problemi anche seri. Ciò che lascia perplessi è che nonostante molti allievi di un determinato insegnante facciano la fila dai foniatri per curarsi, restano pur sempre apprezzati, come se i guai fossero una colpa degli allievi! Ho visto che certi insegnanti riescono a "costruire" (stavolta sì) voci con un certo timbro e una certa intensità, ma con problemi di estensione e di altro genere, e nonostante i manifesti fallimenti son sempre pieni di allievi. Il problema penso proprio sia l'informazione e la comodità; si prende l'insegnante più vicino, più a portata di mano, non si sta a guardare come insegna; credo che per molti non si ponga nemmeno un problema: se uno insegna canto, vuol dire che sa.

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  3. Ecco sì, proprio questo volevo dire. Chi non possiede già per natura un felice rapporto di forme e apparati, tale da renderlo in grado di usare la voce per cantare anche senza aver studiato, secondo me è inutile che si sottoponga a trattamenti tecnici meccanicisti come quelli sopra descritti, non ne caverebbe un ragno dal buco, anzi rischierebbe solo di farsi male. Non che sia una dote così rara, non parlo necessariamente di superdotati. Però è innegabile che alcune persone presumo per morfologia o per innato talento possiedano una facilità e spontaneità di emissione, nonché intonazione e musicalità, che per molte altre risultano impossibili. Credo che le scuole "tecniche" non possano promettere risultati a chi è privo di talenti e di una naturale predisposizione. Nella maggior parte dei casi, vale il principio che cantanti si nasce: e questo esprime al meglio il fallimento della moderna didattica.

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  4. L'uomo è facile all'illusione, dunque andare a lezione magari da qualcuno che ha avuto una certa notorietà, per poco che dica o faccia ci darà sempre l'illusione di averci cambiato la vita e di averci permesso di migliorare, il che molte volte è anche vero, ma bisogna vedere come e per cosa.

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