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lunedì, febbraio 29, 2016

"... e tu dunque non apri più bocca"

Aprire o chiudere la bocca? Che razza di domanda!! Un po' come quell'orchestrale che chiedeva al direttore, all'inizio della sinfonia del Barbiere di Siviglia: "maestro, la volete stretta o larga?" riferendosi alla prima semicroma in levare. E già, perché non basta leggere come è scritta, ma bisogna pure "interpretarla"! Esiste un parametro che ci dica di quanto aprire o non aprire la bocca? E' lo stesso discorso, tante volte fatto, su "quanto aprire la gola", "quanto alzare il velopendolo", "quanto abbassare la laringe, o il diaframma..." TUTTE CORBELLERIE!!! Questo è ormai un pantano maleodorante dove sguazzano ipocriti o disonesti insegnanti e presuntuosissimi "esperti", o poveracci che non sanno niente e cercano di barcamenarsi come possono, non sempre con la dovuta modestia e umiltà. Dire "apri la bocca", o "chiudi la bocca" a cosa fa riferimento? Forse a un calibro oculare che l'insegnante si procura in qualche sito di magie "occulte"? Fa parte dei "segreti" dell'insegnamento? Anche io, spessissimo, devo fare riferimento a questo elemento, ma il parametro lo declino alla prima lezione! E' la pronuncia! E la bocca si deve aprire e chiudere, verticalizzare o orizzontalizzare in base a quella. Basta! Stop! Non c'è altro! Se si deve dire A, la bocca deve atteggiarsi, come fa qualunque persona normale in uno stato rilassato, ad A, e lo stesso vale per tutte le altre vocali. Inoltre c'è un aspetto di fisica acustica, per cui salendo nella gamma è indispensabile che la bocca si apra maggiormente, per poter accogliere la maggior quantità di suono prodotto dalla tensione delle corde e dalla pressione respiratoria. Il tutto però sempre in una logica di armonia delle forme, di logica relativistica a quanto si sta pronunciando e in rapporto all'intensità e al colore prodotto. Tutto ciò non si può misurare e descrivere a parole, ma le riconosce chiunque non sia in malafede, perché la naturalezza si vede e si riconosce facilmente. Quindi "apri di più" o "di meno", "più verticale", "più orizzontale", ecc. ecc, sono consigli utili e importanti sempre e solo se sono legati a una corretta pronuncia in relazione all'altezza del suono e ad alcune caratteristiche fonetiche. Se manca il riferimento, cioè se lo si dice appellandosi a una occulta teoria, siamo in pieno errore. "Se apri la bocca il suono si spoggia"! Questo sentii dire tanti anni fa da un mio insegnante, e sento ripetere oggi anche da altri, pur di scuola diversa. Ma queste persone hanno in testa un muscolo pensante o un orologio a cucù?? Che diavolo significa?? Cioè come possono sostenere una simile affermazione? Avendo una visione complessiva e profonda della disciplina, noi sappiamo perché lo dicono e cosa significa! La colonna d'aria, per natura istintiva, è appoggiata da un lato al diaframma e dall'altro alla parte inferiore della glottide (la quale, in questo modo, è vincolata a una funzione "valvolare", che il canto esemplare dovrà svellere per consentirle invece una libera e relativa fluttuazione). Quando si inizia a cantare cercando voce, intensità, estensione, si produce una forte tensione che aumenta questa pressione, la quale, oltre che sottoglottica, si esercita indirettamente anche sulla lingua (che spesso si alza e prende le posizioni più assurde) e sotto la mandibola, che infatti negli studenti - ma anche in tantissmi "professionisti" - resta "inchiodata". Ecco dunque che una mandibola rigida se da un lato è evidentemente una stortura e non permetterà certo un canto accettabile, peraltro può consentire in un certo momento un'ancora di salvezza perché il suono rimarrà appoggiato, pur se pessimo, attaccandosi alla mandibola. Aprire la bocca in quel momento significherebbe indubbiamente spoggiare, perché si perderebbe quel polo di ancoraggio. Tutto ciò è ammissibile o tollerabile? NO! La bocca dovrà sempre potersi muovere liberamente, in base alla pronuncia, e sganciarsi da ogni effetto valvolare della laringe, consentendo alla colonna d'aria di trovare un'altro punto di appoggio superiore, che sarà dietro ai denti superiori anteriori. In questo modo laringe, mandibola, lingua e quant'altro saranno LIBERE di fare ciò che devono naturalmente. Tutto ciò richiede molto studio, molta pazienza, perché anche se è ciò che succede continuamente nel parlato, non succede altrettanto naturalmente nel canto, specie se teso a un obiettivo di altissima qualità, perché il lavoro che richiede contrasta con la nostra pigrizia istintiva, che pertanto si ribella, come si ribellano tante persone quando devono alzarsi la mattina per andare al lavoro.

3 commenti:

  1. Anonimo10:46 AM

    Chapeau....Maestro!!! Anna

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  2. Anonimo7:21 AM

    Dear Maestro,

    Do you know English? Can I ask and say couple things about mouth openings that you share. I have some information that we can eventually exchange. I agree lots of things as I could understand but my Italian is not the best. My e-mail adress is onaykk@gmail.com

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  3. Dear friend; Thanks for the contact. Unfortunately my English is bad, but you can write well, i use the translator. If you want to write email, info@artedelcanto.net
    Good day. See you soon.

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