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sabato, febbraio 06, 2016

Mantenere il colore

Il tenore contraltino Blake, in una lezione che vidi su YT, non so se ci sia ancora, spiega che secondo lui più che il passaggio, l'oscurare la zona acuta può servire a "mantenere il colore". Cosa che, mi pare, nel suo caso non accade, perché la sua zona acuta e sovracuta è quanto mai chiara, il che è anche dovuto a quell'eterna posa sorridente (però non disgiunta da una corretta ampiezza anche verticale, quando necessita). Allora, dopo il post precedente riguardante i colori, è forse il caso che prenda in considerazione questo argomento.
Come ci insegna la fisica elementare, per poter accedere al settore acuto in qualunque strumento, occorre un assottigliamento delle corde e/o un loro accorciamento. In alcuni casi le due cose vanno in controtendenza, cioè per ottenere un suono più acuto occorre un allungamento delle corde, perché questo genera assottigliamento. Naturalmente ci sono dei limiti. Lo strumento umano, grazie all'estrema elasticità, si comporta un po' diversamente dagli strumenti meccanici, che avendo corde metalliche soffrono una notevole rigidità. Gli strumenti a corde, pertanto, presentano, man mano che si procede verso l'acuto, corde più sottili E più corte (o accorciate). Le corde umane, invece, si tendono sempre più, quindi si allungano e si assottigliano; quando questo procedimento non offre più mezzi idonei al caso, inizia una parzializzazione del bordo vibrante.
E' fatale che questo procedimento porti a uno schiarimento del suono, perché è lo stesso processo. La produzione della vocale "I", anche su note centrali, provoca una maggior tensione delle corde per generare un assottigliamento, e capita invece il contrario per i suoni gravi e i suoni più scuri, tipo U. Ecco dunque che le scuole che immotivatamente vogliono e impongono un canto scuro, procedono verso la U, perché questo "infossa" la laringe, che trova meno spazio nell'ipofaringe, e quindi anche un ammassamento delle corde, che si accorciano e si ispessiscono. Questo procedimento trova una sola eccezione (rara) e cioè quando si intendono produrre suoni "contrabbassi". L'infossamento della laringe non può andare oltre certe note, ed ecco quindi che per trovare note più gravi, essa deve tornare a salire, e molto, e potersi allungare nello spazio che si trova nella parte prossima all'orofaringe (è una delle cose che comprese già Garcia a metà Ottocento). Parliamo di suoni orribili, giusto adatti ai cori russi, che in quel contesto fanno un certo effetto, ma che non sono idonei a un canto artistico.
Se un tenore o un soprano devono produrre suoni acuti, in genere non si preoccupano troppo del problema del colore degli acuti, che schiarirà proporzionalmente al timbro personale del cantante. Del Monaco, ad esempio, ebbe la fortuna di studiare con un altro insegnante, che gli fece guadagnare gli acuti senza uccidersi, cosa che invece capitava con la scuola di Melocchi, e infatti c'è poco da fare, gli acuti di Del Monaco sono chiari, o meglio sono più chiari rispetto al suo centro. In ogni modo anche tenori e talvolta anche i soprani temono che gli acuti siano troppo chiari rispetto al loro "gonfiore" centrale, e quindi "uizzano" tutto  il settore per poter mantenere quell'accidente di colore. Però spesso calano e vanno incontro a problemi anche seri, perché questo sforzo di produrre suoni più scuri in un settore che li vuole più chiari mediante artifici muscolari, è logico che produca danni; nel migliore dei casi la voce balla, oscilla, sferraglia, si intuba; viceversa perde note, produce noduli, patologie varie. A parte questo, perché poi vengono a dirti: eh, ma tizio e caio hanno comunque fatto una carriera lunga, dobbiamo sempre riferirsi a "come"? Un canto perennemente forzato, duro, declamato, forte, inespressivo, non è un biglietto da visita sufficiente! (almeno per me).
Fatalmente mezzosoprani-contralti, baritoni e bassi saranno molto più sensibili a mantenere i colori, perché temono critiche, laddove bisogna che qualcuno spieghi che un baritono non è un tenore perché è più scuro, ma perché ha un diverso "carattere", che può ANCHE manifestarsi con un colore più scuro, ma non è questo il punto saliente. Domingo, ad esempio, per quanto possa scurire (ma almeno questo non mi pare lo faccia), non è e non sarà mai un baritono, appena apre bocca si sente che ha un carattere tenorile; è stato un ripiego, e va beh, tanto non è peggio di altri.
Il vero canto artistico libero esemplare, troverà sempre il giusto colore su tutta la scala, che potrà essere, come dicevo nel post precedente, leggermente modificato, come è possibile fare anche su molti strumenti meccanici (su corde più spesse), mediante una maggiore verticalizzazione. Chi pensa di ottenere un colore più scuro agendo sulla laringe, rientra, volente o nolente, nel novero degli affondisti, ed esce dalla logica del canto libero ed esemplare. Una maggior verticalità orale, richiama più fiato, che può sostenere una maggior tensione e spessore cordale, e quindi un colore un po' più scuro, senza per questo rinunciare (MAI) alla perfetta pronuncia (le donne quando superano il sol-la4 dovranno comunque continuare a volerlo, anche se l'effetto difficilmente sarà ottimale). Questo settore è quanto mai impegnativo per la respirazione, dunque pensare di poter emettere acuti in colore scuro fin dai primi tempi di studio, anche se si ha una vocalità innatamente favorita, è sbagliato, perché si sottopongono gli apparati a un lavoro improbo che non sono pronti ad affrontare, ma soprattutto vengono stimolati vieppiù a una reazione, che darà seri problemi in seguito. Quindi, con la pazienza e l'umiltà necessarie, si deve perfezionare la gamma vocale sul colore naturale del soggetto, senza esasperare né i colori chiari (che producono spoggio) né quelli scuri (che provocano reazione), salvo, in entrambi i casi, quelle necessità didattiche del momento. Quando il momento sarà opportuno, si potrà puntare anche ad ampliare il ventaglio cromatico sviluppando con gradualità le componenti un po' più orizzontali e un po' più verticali, sempre verificando che questo non provochi difetti, nel qual caso vuol dire che non è ancora l'ora!!! Tutto sempre senza alcuna volontà di azione muscolare. Non c'è se e non cè ma! Chi pensa di fare una certa cosa come "eccezione", è già fuori. Meglio allora un canto omogeneamente difettoso. Un canto buono con una "macchiolina" è peggio, sarà un pugno nell'occhio.

1 commento:

  1. Salvo6:56 PM

    Ho trovato che la confusione maggiore si faccia proprio sul suono aperto e chiaro, chiuso e scuro. Ma cosa c'è poi di male a fare un acuto chiaro? Non significa scoperto, slargato, a papera per intenderci. Io non mi preoccupo più... L'acuto viene col colore giusto quello portato dalla mia conformazione, dalla qualità del fiato in quel momento. Guai a volerlo modificare pensandolo come un obiettivo da colpire... è giusto il contrario! E' già lì, pronto.

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