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sabato, luglio 22, 2017

"... libero e lontano..."

Dalla celebre aria del tenore nella Fanciulla del West di Puccini, traggo queste due parole, libero e lontano, che ben si attagliano alle caratteristiche che deve avere il canto corretto. La libertà è la più importante meta di qualunque artista, se vuole poter trasmettere il messaggio spirituale di cui è portatore, e come tale è di difficilissima conquista; l'essere "lontano" è la condizione che consente innanzi tutto di trovare questa libertà, e di "staccarlo" dal nostro corpo, i cui legami troppo saldi lo impediscono. Il legame tra la vocale espressa e il nostro corpo deve essere costituito esclusivamente dal tenue flusso aereo e da quello mentale. Se oggi la gran parte degli insegnanti di canto si occupa di movimenti e posizioni interne agli spazi e agli apparati vocali, chissà come ci resterebbero male nel comprendere che invece è proprio la sensazione di lontananza da sé, dal proprio corpo, la chiave per una corretta emissione. Sentire la propria voce nello spazio, riconoscerla e riconoscere la giustezza, la correttezza, la bontà di quanto si va esponendo in termini musicali e testuali è il dato essenziale. Quanto più avviciniamo la pronuncia a noi (quando addirittura non la facciamo rientrare), quanto più rischiamo di "ghigliottinarla", di opacizzarla, intorbidirla, impastarla, manipolarla e quindi perdere ogni possibilità di liberazione nello spazio, dove può risuonare ampia e rapida.

2 commenti:

  1. Lasciare andare o meglio lasciarsi andare e avere fiducia nel proprio respiro. La strada verso l'arte

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  2. Pura verità!!!! Ma arrivarci! Un saluto maestro!

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