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sabato, settembre 09, 2017

Come canta...?

Una domanda che mi viene posta spesso è "come canta Tizio, Caio o Sempronia?" La domanda ha di solito un duplice valore; avere un parere "esperto" su di un determinato cantante, ma anche, e talvolta soprattutto, mettere a confronto il proprio modo di sentire con quello del maestro. Può anche esserci un terzo motivo, più nascosto, e cioè capire se un proprio idolo, un cantante che abbiamo apprezzato e forse anche amato (talvolta adorato) è in linea con la scuola che si frequenta. Alcune volte serve a tranquillizzarsi, altre volte a giudicare la scuola (e quindi anche a lasciarla se il giudizio non collima con i propri sentimenti). Gira gira si finisce sempre per arrivare a determinati nomi, di un passato non lontano o del presente: Del Monaco, Corelli, Callas, Tebaldi, Di Stefano, Gobbi, Bastianini, Siepi, Cristoff, Simionato, Barbieri, poi Pavarotti, Domingo, Ricciarelli, Sutherland, Milnes, Ghiaurov, poi qualcuno più recente. In genere a ogni cambio generazionale si riscontrato peggioramenti e miglioramenti. Nella generazione di Del Monaco, quindi anni 50-60, l'attenzione musicale e filologica era piuttosto bassa, le esecuzioni piuttosto sommarie, con tagli, adattamenti, interpolazioni, carenze sul piano dinamico ed espressivo. Era però una generazioni di voci straordinarie, di personaggi esaltanti. Quella successiva è stata molto più corretta sul piano esegetico; voci importanti anche se meno imponenti e doviziose. La tendenza rimane più o meno la stessa oggi; molta attenzione (per quanto è possibile a voci messe non bene) allo spartito, riapertura dei tagli, correttezza esecutiva di cadenze e quant'altro in linea con l'epoca di composizione. Qualche voce importante e poi una pletora di voci più o meno corrette, ma che dicono poco, perché impastoiate a districarsi nei labirinti foniatrici. Però, come notavo nel precedente post, c'è un ritorno nostalgico (sopito evidentemente negli anni scorsi) a un vociferare plateale (anche se non sempre la voce è paragonabile a quella dei "mostri" di cinquant'anni fa.
Ora, volevo soffermarmi su un punto. Qualcuno ha scritto che Pavarotti era ingolato. Su questo ritengo di dire la mia. Nel canto degli ultimi cinquant'anni, è quasi sicuro che un cantante totalmente privo di ingolamento, come furono Schipa, la Pagliughi e una quantità notevole di altri cantanti di primo Novecento, non ci sia più stato. Detto questo la tara la dobbiamo fare, perché mandare tutto all'ammasso non è una buona politica. Pavarotti aveva una voce fantastica, di notevole bellezza e sonorità. Aveva dei limiti, sicuramente (era una voce "monolitica", incapace di autentiche variazioni; lo dimostrò chiaramente quando si confrontava con cantanti di musica leggera o rock; lui imperterrito aveva sempre "quella" voce), di natura musicale e gestuale, soprattutto, ma qualche limite lo denunciava anche sul piano strettamente vocale (ho analizzato in questo blog alcune arie dove ho analizzato anche sue prestazioni). Nel periodo tra la fine degli anni 70 e la metà degli 80 la voce manifestava carenze, difficoltà; fin dagli anni 60 andava incontro non rarissimamente a "stecche", che aumentarono in numero, tant'è che fu ripreso e contestato più volte specie in Italia, da cui sembrava volersene andare. Qui c'è anche tutta la questione personale; dopo alcuni anni di serio e umile professionismo, i guadagni si alzavano enormemente, grazie anche alle numerose incisioni (e una voce sicuramente fonogenica) e incominciava a diventare "personaggio", spesso ritratto in cronache, in tv e giornali non sempre per motivi artistici. Anche il film girato (e notevole flop) è il segno di questa fase. Litigava spesso con registi e direttori, finché riuscì, almeno in molte occasioni, a imporre i "suoi" registi e i suoi direttori e fino poi a relegare la sua attività a concerti. Dalla fine degli anni 80 dopo essersi sottoposto a una "cura" vocale, la voce tornò in buona parte a una maggior correttezza e omogeneità. Quindi su Pavarotti se ne possono dire molte, ma personalmente non scriverei mai che era ingolato, perché, pur non negandolo in assoluto, la percentuale era talmente bassa da potersi considerare trascurabile, per il mondo in cui viviamo. Se consideriamo che voci realmente ingolate, come Domingo o la Horne, sono idolatrate da chiunque, critici, tifosi e (nel primo caso) persone del tutto digiune di canto e opera, perché dobbiamo accanirci su questo cantante tutto sommato con buone qualità e qualche freccia straordinaria al suo arco? Ne avessimo di Pavarotti, oggigiorno... Ci sono sicuramente cantanti con migliori qualità musicali e teatrali, ma egli ha saputo utilizzare la sua bella voce in un repertorio non sterminato ma comunque considerevole con grande profitto. Nella Luisa Miller, Ballo in maschera, Boheme, Trovatore, Favorita e in un altro buon numero di opere ha potuto fare la differenza rispetto ai suoi colleghi e talvolta anche fare esecuzioni di riferimento storico.

3 commenti:

  1. Pavarotti: il classico esempio di come il narcisismo possa distruggere la musica. Voce stupenda, personalissima, facile ed estesa, musicalità non raffinata (è il classico esempio di chi non è musicista prima di essere cantante) doti di interprete a mio parere assolutamente inesistenti, quasi sempre fuori posto nei suoi ruoli. Risultati ragguardevolissimi quando tenuto a bada dalla bacchetta dei grandi (indimenticabile un requiem di Verdi con Carajan), negli anni del "serio e umile professionismo" (nessuno può negare che sulla sua voce non avesse lavorato e tanto...peccato non abbia fatto lo stesso con la sua formazione musicale). Poi è stato divorato dal suo stesso mito e si è circondato di direttori che lo assecondassero. Addirittura imbarazzanti le sue performance del "Pavarotti and friends" dove artisti di musica leggera, tra i quali qualcuno magari non leggeva una nota, dimostravano flessibilità e musicalità mentre lui rimaneva impalato a fissare il suo direttore personale che gli dava gli attacchi

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  2. è un pò come quando una donna bella non si preoccupa di dire cose intelligenti, anche lui con la sua bella voce non riusciva a veicolare messaggi di sostanza

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  3. a suo favore però possiamo dire che curava molto la dizione e da quel punto di vista ha raggiunto risultati eccellenti: ce ne fossero oggi!!!!

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