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domenica, gennaio 12, 2020

Respiro e salute

Nel corso del tempo, ormai tanto, in cui mi occupo di canto, non so quante persone che cantano a qualunque titolo non mi abbiano rivelato di avere (o di aver avuto) problemi legati al reflusso gastrico, ernia iatale, sofferenze renali, problemi digestivi, sternali, ecc. Alcuni, con aria remissiva, denunciano: "eh, cantando, appoggiando, si sa...". Alcune persone hanno proprio la percezione fisica che nell'attività canora il diaframma crei inconvenienti. E i foniatri giù a dare gastroprotettori, inibitori del reflusso e così via. Cioè danno per scontato che l'attività del cantare sia connessa indissolubilmente a problemi gastrici. E naturalmente curano i sintomi, e non il male, che sarebbe quello di suggerire un cambio di respirazione. Ma questo metterebbe in crisi gli insegnanti, quindi... va bene così. Naturalmente il problema può riguardare anche gli strumentisti a fiato, visto che ne abbiamo parlato nei post precedenti. Oltretutto, come è noto, il reflusso gastrico può dare problemi molto seri al canto, perché gli acidi che risalgono, specie durante il sonno, possono danneggiare gravemente le corde vocali; ci sono professionisti che hanno dovuto sospendere l'attività per mesi. Questo è un paradosso! Un'attività artistica, ben diversa da un'attività sportiva, che per natura esaspera le condizioni fisiche, dovrebbe solo dare piacere, gioia, benessere, si trasforma in un malessere da sopportare! Assurdo. Tutte le arti, anche quelle che utilizzano maggiormente alcune parti muscolari, come possono essere i pianisti, hanno proprio per caratteristica più evidente che il fisico non si modifica, non suscita un accrescimento muscolare. La cosa dovrebbe ancor meno realizzarsi nel canto, che è un'arte che usa il fiato, cioè qualcosa di immateriale, dove i muscoli dovrebbero non entrarci per niente. E qui di solito entrano in gioco "color che sanno", e ti contestano: ma il diaframma E' un muscolo, e poi lingua, laringe, faringe, ecc. sono pieni di muscoli, ... e via la tiritera. Il fatto che il diaframma sia un insieme di muscoli, a noi cosa interessa, se non per informazione culturale, e così per tutti gli altri? Sono perlopiù muscoli involontari. Sarebbe come dire che anche il cuore è un muscolo, ma non è che vogliamo dominarlo, no!? Come il buon senso ci suggerisce di lasciarlo fare, che sa, sarebbe opportuno comportarci analogamente, o quasi. Dico "o quasi" perché ci sono aspetti da non ignorare. Sicuramente quando si canta artisticamente, cioè quando la voce viene utilizzata nelle sue massima possibilità, il diaframma viene coinvolto in modo importante. Certo è che se per far questo si viene indirizzati a una spinta verso il basso, e tutta la questione respiratoria viene indirizzata verso un coinvolgimento profondo dell'addome e persino del ventre, la nascita di problemi di salute è scontata. Come ho già scritto infinite volte, convogliare tutta l'attenzione sulla parte inferiore del busto, pancia, addome e in alcuni casi anche fino al pube, è un controsenso, se pensiamo che il fiato coinvolge solo la parte superiore del torace. Tutto ciò che sta sotto non è relativo alla respirazione, ma ai suoi riflessi. La cosiddetta respirazione "diaframmatica" è da intendersi esclusivamente come una respirazione rilassata, per evitare per quanto possibile di instillare forze che possono sommarsi alle reazioni istintive. Mi spiego meglio. Sappiamo che il canto, specie quando si allarga a tessiture più ampie del normale parlato e a colori e intensità di maggior impegno, oltre a richiedere tempi di gran lunga superiori al tempo del respiro fisiologico, genera reazioni istintive che inducono il diaframma a rialzarsi con una certa forza e a crearci quindi problemi e difetti. Se noi adottassimo nel periodo iniziale dello studio una respirazione toracica, potremmo contribuire a questo sollevamento, perché premendo sui muscoli dell'addome andremmo a creare una spinta sotto il diaframma che potrebbe sollecitare il suo sollevamento. Il modo più diffuso di evitare questi problemi risiede nell'opporsi con forza a questa risalita, spingendo giù e praticando varie posture, per l'appunto coinvolgenti l'addome. Questa opposizione è perdente! Fare la guerra al nostro corpo è un'azione insensata e non potrà condurre a risultati di valore, perché il nostro istinto di difesa e sopravvivenza avrà sempre la meglio, magari in tempi lunghi, ma vincerà sempre lui. Ma anche quando per un certo tempo parrà che ci lasci campo libeo, ecco che appariranno tutti questi problemi collaterali, tipo reflusso, ernia iatale, ecc. C'è poi un altro aspetto, che di solito sottovalutiamo. La postura che viene spacciata per respirazione diaframmatica, quindi con "pancia in fuori", crea due altre questioni: la schiena, che col tempo si incurverà in zona lombare e darà dolori, e la spinta in avanti, che si riflette anche sulla posizione diaframmatica. Esasperando infatti questo tipo di respirazione, noi produciamo un'inclinazione in avanti del diaframma, che assumerà quindi anche una deformazione ben poco efficace al canto. Quindi dove sta la soluzione? In primo luogo occorre aver pazienza, non fretta, e ACCONTENTARSI!! La fretta non può mai creare risultati buoni, e cercare risultati eclatanti in tempi brevi può, invece, creare danni e financo bloccare, inibire il canto a chi magari ne avrebbe tutte le caratteristiche potenziali. Per un certo periodo quindi occorre praticare una respirazione quanto mai rilassata e "naturale". Senza alcun tipo di spinta. L'insegnante dovrà osservare attentamente che la respirazione sia tranquilla, silenziosa e non comporti alcun tipo di apnea, di sollevamenti innaturali, meccanici, a scatti, a colpi. Se la disciplina viene condotta correttamente, in un certo tempo, che non è uguale per tutti per cui non posso indicarlo, le reazioni istintive potranno essere mitigate, e questa respirazione potrà essere INTEGRATA passando a una respirazione costale. La respirazione costale, correttamente eseguita, comporta un sollevamento del torace mantenendo una tonica pressione sulla parete addominale.zona plesso solare (che tenderà ad appiattirsi). In questa fase noi dobbiamo considerare che la respirazione diventa LATERALE, cioè non può verticale e gravante sull'addome, ma orizzontale, espandente verso le ascelle. Questo darà numerosi contributi. Sostenendo il torace, noi ne toglieremo il peso (specie per le donne) dal fiato e dal diaframma, e assumeremo una posizione più retta, con uno scaricamento del peso sulla colonna vertebrale, e soprattutto un "raddrizzamento" del diaframma, che assumerà una posizione orizzontale, quindi perpendicolare alla colonna d'aria. In questo modo togliamo pesi e pressioni anche involontarie dal diaframma e dagli organi sottostanti (compreso il cuore!!), otterremo una postura del corpo molto più elegante e benefica, una respirazione ottimale al canto. Da questa si potrà passare poi a una respirazione artistica ancora più raffinata, ma di questo è inutile parlare in questa sede. Quando si pratica il canto, ogni segnale di sofferenza deve dar luogo a interrogativi e a rifiuti. Se quando cantiamo o subito dopo, si diventa completamente afoni: smettere subito e cambiare insegnante (quando si inizia e per un certo tempo l'uso più impegnativo dell'apparato farà sì che si crei un po' di lubrificazione delle corde vocali, e questo potrà "sporcare" un po' la voce, ma che non deve mai andar via e tutto deve tornare come prima nel giro di poche ore). Se si viene guidati a una respirazione che ci crea problemi alla schiena, ai reni, alla pancia, alla digestione, ecc. farlo presente e se ci viene detto che sono mali professionali e che bisogna portar pazienza... mandarlo/a gentilmente a quel paese e cambiare. Se si vuol fare canto artistico, non bisogna avere remore. Non si può essere pigri e scegliere l'insegnante "comodo". Se ne possono cambiare 2, 3, 5 10.... finché si trova quello giusto, che ci offre davvero una visione artistica del canto, benefica, salutare per il corpo, la mente e lo spirito.

3 commenti:

  1. L'uso del diaframma mi ricorda la favola di Andersen "I vestiti nuovi dell'imperatore". Tantissimi, non solo cantanti, magari studenti di yoga, dicono di "respirare col diaframma" ma in breve si capisce che non sanno di cosa stanno parlando però la moda è questa. Ribadisco che vedendo cantare molti che hanno modificato artificialmente la loro respirazione, si nota chiaramente ogni presa di fiato, anche quando non rumorosa, l'ideale sarebbe non notare affatto le prese di fiato

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  2. Esatto, la respirazione deve essere invisibile e inudibile.

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  3. Francesco4:16 PM

    Non ho mai saputo nulla di respirazione. Sono arrivato a "sentire" vagamente la respirazione come da lei egregiamente descritta (la sento esattamente così) con un ciclo di logopedia, partendo dalla respirazione silenziosa. Grazie davvero per il suo prezioso contributo con questo blog. Si trovano spunti e conferme che non si trovano altrove facilmente.

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