tag:blogger.com,1999:blog-37431600.post8838620147298270135..comments2024-03-28T11:20:09.180+01:00Comments on Arte del canto: Come un fiore ("poveri fiori")fabiohttp://www.blogger.com/profile/12224065853060577230noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-37431600.post-74145959949908807942017-01-29T14:46:22.886+01:002017-01-29T14:46:22.886+01:00Certo, hai ragione, ma vedi che anche qui usi il t...Certo, hai ragione, ma vedi che anche qui usi il termine "rassegnarsi", che non induce certo all'ottimismo; si dà per scontato, cioè, che si è in una situazione inferiore a quella dei "mostri sacri" celebrati, il che è il più delle volte vero, però... aspettiamo. Io dico "accontentati per il momento", in quanto è evidente che "accennare, canticchiare, ecc", nei primi tempi, quando ci si aspetta di tirar fuori il vocione, può creare delusione, ma è necessario per far nascere la grande voce nascosta, che non raramente può essere migliore di quella dei tanti idoli, e sicuramente più salda e artisticamente pregevole.fabiohttps://www.blogger.com/profile/12224065853060577230noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-37431600.post-15046388068681694122017-01-28T01:02:53.101+01:002017-01-28T01:02:53.101+01:00Non volevo affatto essere pessimistico. Se si pren...Non volevo affatto essere pessimistico. Se si prende coscienza di quanto troppo si dà (magari anche senza volerlo) tutto si facilita. Nella lirica, l'ansia di dover avere una voce forte, ricca, sonora, è di ostacolo. Magari chi fa leggera soffre meno questo complesso. Bisogna davvero parlare! Rassegnarsi che più di così, non si può, altrimenti come fai a cantare un'opera intera se dai costantemente il 200%? Parlare, senza fisime, con la massima semplicità, quasi banalmente, stupidamente, senza dare e darsi troppa importanza. Facile da dire ma difficile a farsi! L'idea dev'essere quasi quella di accennare, di canticchiare in modo informale. Questa poi è la grande lezione di Schipa, forse unico nel Novecento. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-37431600.post-7171099603888782572017-01-27T23:23:16.367+01:002017-01-27T23:23:16.367+01:00Grazie; concordo complessivamente, però forse c...Grazie; concordo complessivamente, però forse c'è una nota eccessivamente pessimistica. E' giusto prendere atto dei propri limiti e non pretendere ciò che non c'è, però siamo nel regno dell'arte, dunque si può non avere una voce straordinariamente potente o bella, ma il canto non è solo voce e non è solo apparenza, quindi si può puntare a un canto limitato a determinati ruoli (e qui giustamente anche tu dici "repertori consoni"), ma considerando che uno studio di alto livello può portare a prestazioni storiche. Ciò che però è anche da considerare è che non basta la scuola vocale, ci vuole anche la musica e magari pure la scena!...fabiohttps://www.blogger.com/profile/12224065853060577230noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-37431600.post-65517800279802666162017-01-27T13:18:47.478+01:002017-01-27T13:18:47.478+01:00Il fatto è che la voce ce la dà la mamma... Non c&...Il fatto è che la voce ce la dà la mamma... Non c'è studio, educazione, tecnica, esercizio, che possa fare di un rigagnolo un Danubio! La causa del 99% dei problemi vocali è lo stress a cui tantissime voci vengono sottoposte nel tentativo di violentarne i limiti naturali, in termini di volume, colore, spessore, ma anche estensione, repertorio. L'opera lirica, quanto meno a partire da metà Ottocento, è sempre stata il terreno d'elezione di voci grandi, belle, eccezionalmente dotate, decisamente sopra la norma. I dischi hanno creato uno standard, uno stereotipo di suono lirico importante, pomposo, bello, quasi ultraterreno, cui oggi chiunque si accosti a questo repertorio si sente in dovere di rifarsi, illudendosi di poter riprodurre quel suono in virtù di una non meglio identificata "impostazione" o tecnica! Ripeto: è mamma a darci la voce, non la tecnica. Bisogna prendere al più presto coscienza di quali sono i propri limiti, se si vuole cantare. Bisogna cantare con semplicità, sempre come parlando, direi quasi accennando, e se ciò che ne esce non sarà abbastanza appagante e retorico, se non avrà il carattere "lirico", bisognerà accettare con rassegnazione ciò di cui natura ci ha fornito, magari deviando verso repertori consoni. (Francesco)Anonymousnoreply@blogger.com