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mercoledì, giugno 11, 2025

"... ma è difficile!"

 E' passato un anno da quando è stato pubblicato il mio libro. Potrei dire che è stato una sorta di "buco nell'acqua" ("un trou dans l'eau", come disse Celibidache), nel senso che quasi nessuno tra le mie conoscenze, compresi gli allievi, lo ha letto, e se l'hanno fatto, è stato in modo superficiale, approssimativo. Nessuno deve sentirsi obbligato a leggerlo, ma la mia riflessione è che se quando studiavo canto fosse uscito un libro del genere, io mi ci sarei fiondato a comprarlo e l'avrei letto più di una volta. Sul fatto che sia difficile, dissento. Può darsi che qua e la ci sia qualche paragrafo un po' più impegnativo, che solitamente ho anche annunciato in premessa, ma nell'insieme ritengo che non sia così. Ma non è questo il punto. Il punto è che i musicisti e in particolare i cantanti sono additati come ignoranti! Penso lo si sappia. E' vero che in tempi remoti i musicisti, ma in particolare i cantanti, spesso non avevano che le seconda o la quinta elementare, per cui potevano avere difficoltà a leggere scritti dove il lessico era un po' più elaborato e c'erano citazioni di tipo scientifico o filosofico. Ma la sete di cultura era elevata. I miei nonni e bisnonni erano analfabeti, erano contadini, però, da toscani, erano orgogliosi di recitare interi canti della Divina Commedia. Lauri Volpi fu una clamorosa eccezione, perché si laureò, e infatti scrisse libri di ottima fattura. Oggi il tasso di alfabetizzazione è quasi del 100% in Italia, eppure gente non solo diplomata ma anche laureata, trova difficoltà e ostacoli nella lettura di un libro "normale", che parla di un argomento che dovrebbe entrare nella passione e nel forte interesse di chi lo ha tra le mani. Come si deve commentare questa situazione? Certo che la "teoria", se così vogliamo definirla, non è essenziale, ma qui abbiamo i fondamenti, cioè quei principi basilari che dovrebbero illuminarci il cammino, che dovrebbero aiutarci a comprendere perché incontriamo difficoltà nello studio del canto e a rendere chiaro il motivo per cui si fanno determinati esercizi, ovvero a non renderli fini a sé stessi, un mero allenamento, ma a dar loro un senso, un significato profondo e a chiarirci le cause dei nostri progressi o meno. Allora, non è che si deve leggere questo libro come un obbligo nei miei confronti, però è palese che nel corso delle lezioni devo ripetere spesso dei concetti che trovano posto nel libro e che gli allievi potrebbero aver acquisito. Bisogna studiare! Gli studenti di tutti gli strumenti passano molte ore tutti i giorni a fare esercizi e studiare i brani per le lezioni e gli esami. Gli studenti di canto si sentono privilegiati. Spesso mi chiedono cosa devono fare a casa. Ebbene, non sarebbe nemmeno il caso di fare esercizi, che spesso può essere controproducente. Invece, come dico, ciò che conta è rivedere gli aspetti di fondo del cantare, e questo può essere facilitato dalla lettura. Insomma, ci vuole concentrazione (moltissima) e impegno, stimolo all'intuizione. Non è necessario leggere tanto, bastano un paio di pagine ogni volta, ed è per questo che il libro è suddiviso in paragrafetti molto brevi, tranne pochi che comunque non sono mai lunghissimi. Leggere e anche rileggere se non si è sicuri di aver capito, e domandare a me ciò che risulta ostico per renderlo più "digeribile". Il libro non è fatto per essere "consumato" oggi, ma auspico che sarà compreso nel tempo. Comunque non penso che un giorno pubblicherò una seconda edizione "semplificata" per cantanti...




1 commento:

  1. Caro Fabio, faccio il mea culpa perché anch'io ho iniziato il libro, ma poi lo ho abbandonato. La ragione penso sia dovuta al fatto che ho letto TUTTI i post del blog non una volta, ma decine di volte, rimuginandoli, capendoli sempre più a fondo nel mio percorso, spesso con la tentazione di stamparli e farne un manuale da tenere con me. Il libro in qualche modo è un approccio simile ma diverso ed evidentemente l'ho acquistato in un momento in cui ero sazio di conoscenza nel campo e quello che ho letto mi è sembrato vicino a ciò che già conoscevo. Grazie di avercelo ricordato: lo metterò in valigia quest'estate.

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