E' passato un anno da quando è stato pubblicato il mio libro. Potrei dire che è stato una sorta di "buco nell'acqua" ("un trou dans l'eau", come disse Celibidache), nel senso che quasi nessuno tra le mie conoscenze, compresi gli allievi, lo ha letto, e se l'hanno fatto, è stato in modo superficiale, approssimativo. Nessuno deve sentirsi obbligato a leggerlo, ma la mia riflessione è che se quando studiavo canto fosse uscito un libro del genere, io mi ci sarei fiondato a comprarlo e l'avrei letto più di una volta. Sul fatto che sia difficile, dissento. Può darsi che qua e la ci sia qualche paragrafo un po' più impegnativo, che solitamente ho anche annunciato in premessa, ma nell'insieme ritengo che non sia così. Ma non è questo il punto. Il punto è che i musicisti e in particolare i cantanti sono additati come ignoranti! Penso lo si sappia. E' vero che in tempi remoti i musicisti, ma in particolare i cantanti, spesso non avevano che le seconda o la quinta elementare, per cui potevano avere difficoltà a leggere scritti dove il lessico era un po' più elaborato e c'erano citazioni di tipo scientifico o filosofico. Ma la sete di cultura era elevata. I miei nonni e bisnonni erano analfabeti, erano contadini, però, da toscani, erano orgogliosi di recitare interi canti della Divina Commedia. Lauri Volpi fu una clamorosa eccezione, perché si laureò, e infatti scrisse libri di ottima fattura. Oggi il tasso di alfabetizzazione è quasi del 100% in Italia, eppure gente non solo diplomata ma anche laureata, trova difficoltà e ostacoli nella lettura di un libro "normale", che parla di un argomento che dovrebbe entrare nella passione e nel forte interesse di chi lo ha tra le mani. Come si deve commentare questa situazione? Certo che la "teoria", se così vogliamo definirla, non è essenziale, ma qui abbiamo i fondamenti, cioè quei principi basilari che dovrebbero illuminarci il cammino, che dovrebbero aiutarci a comprendere perché incontriamo difficoltà nello studio del canto e a rendere chiaro il motivo per cui si fanno determinati esercizi, ovvero a non renderli fini a sé stessi, un mero allenamento, ma a dar loro un senso, un significato profondo e a chiarirci le cause dei nostri progressi o meno. Allora, non è che si deve leggere questo libro come un obbligo nei miei confronti, però è palese che nel corso delle lezioni devo ripetere spesso dei concetti che trovano posto nel libro e che gli allievi potrebbero aver acquisito. Bisogna studiare! Gli studenti di tutti gli strumenti passano molte ore tutti i giorni a fare esercizi e studiare i brani per le lezioni e gli esami. Gli studenti di canto si sentono privilegiati. Spesso mi chiedono cosa devono fare a casa. Ebbene, non sarebbe nemmeno il caso di fare esercizi, che spesso può essere controproducente. Invece, come dico, ciò che conta è rivedere gli aspetti di fondo del cantare, e questo può essere facilitato dalla lettura. Insomma, ci vuole concentrazione (moltissima) e impegno, stimolo all'intuizione. Non è necessario leggere tanto, bastano un paio di pagine ogni volta, ed è per questo che il libro è suddiviso in paragrafetti molto brevi, tranne pochi che comunque non sono mai lunghissimi. Leggere e anche rileggere se non si è sicuri di aver capito, e domandare a me ciò che risulta ostico per renderlo più "digeribile". Il libro non è fatto per essere "consumato" oggi, ma auspico che sarà compreso nel tempo. Comunque non penso che un giorno pubblicherò una seconda edizione "semplificata" per cantanti...
Caro Fabio, faccio il mea culpa perché anch'io ho iniziato il libro, ma poi lo ho abbandonato. La ragione penso sia dovuta al fatto che ho letto TUTTI i post del blog non una volta, ma decine di volte, rimuginandoli, capendoli sempre più a fondo nel mio percorso, spesso con la tentazione di stamparli e farne un manuale da tenere con me. Il libro in qualche modo è un approccio simile ma diverso ed evidentemente l'ho acquistato in un momento in cui ero sazio di conoscenza nel campo e quello che ho letto mi è sembrato vicino a ciò che già conoscevo. Grazie di avercelo ricordato: lo metterò in valigia quest'estate.
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