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domenica, giugno 29, 2025

Canto sul sospiro

 E' un mantra che va avanti da un pezzo: cantare sul fiato! Sì, peccato che quasi non esista nell'attuale panorama operistico e soprattutto docente un vero canto sul fiato. Perché quasi tutti (uso il quasi per salvaguardare coloro che non ho mai sentito) pensano che per cantare sul fiato bisogna allenare il fiato, non considerando che il fiato fisiologico non c'entra granché con quello artistico, cioè quello che serve per cantare. E quando dico cantare artisticamente, mi riferisco a un fiato evoluto, cioè di qualcuno che ha lungamente studiato per arrivare a quel sublime risultato. Non solo la voce istintiva appare divisa in due parti, il cosiddetto "petto" e la cosiddetta testa (o falsetto-testa), ma il fiato funziona in due modi diversi, il centro, dove si parla, e dove scorre senza crearci problemi, e la zona acuta, dove non siamo istintivamente abilitati a parlare, e dove, quindi, andiamo incontro a problemi. In questo senso dovremmo eliminare l'uso di un termine come "registri". Non c'è alcun registro, ci sono due zone che in natura hanno funzioni diverse e che pertanto hanno approvvigionamenti aerofoni molto diversi. Nel centro il fiato alimenta il parlato, cioè una funzione altamente sofisticata, propria dell'uomo evoluto. Nel settore acuto, il fiato è "esistenziale", cioè si pone al servizio di esigenze di tipo animale, quindi meno evolute, tipo chiedere aiuto, segnalare allarme, indurre paura, oppure indicare stati sentimentali o patologici. Manca, in sostanza, l'articolazione verbale. Schipa lo disse: bisogna "piegare" la voce a parlare anche sulle note acute. Lui ci riuscì come pochi, forse nessun altro. E' un impegno di concentrazione davvero estenuante. Non finisco mai di ripetere, durante il canto dei miei allievi: "parla! parla!" Ma quando si entra in zona acuta, l'istinto si mette in mezzo e ci spinge a usare i muscoli, a premere, e addio pronuncia. E addio canto perfetto. 

In ogni modo, ciò su cui insisto. oltre al parlato, è il SOSPIRARE! Dire canto sul fiato oggi forse è disorientante, non si sa cosa significa e confonde le idee. Il sospiro, con bocca moderatamente aperta, ci dà la giusta senzazione di apertura, di spazialità, di scorrevolezza. Non si deve trattenere, occorre consumare fiato senza frenare. Abituatevi a fare un'unica frase consumando tutto il fiato, come l'arcata di un violinista.Non fate e non pensate alle note, superate queste divisioni. Fare cinque o più note come se fosse una sola nota e un solo sospiro vi aiuterà a percepire lo scorrimento del fiato ed è ciò che vi deve interessare realmente. Se è errato spingere, lo è altrettanto trattenere. LASCIATE ANDARE!!!

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