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PREMESSA

Dopo centinaia di post, forse troppi, un lavoro che assolutamente non avrei immaginato di svolgere quando avviai questo blog per la pura utilità di conservare una serie di interventi che avevo fatto in un forum e che mi spiaceva perdere, ritengo di dover fare un punto di sosta per quanti entrano per la prima volta. Mi rendo conto, infatti, che chi entra legge ciò che vede in prima pagina, e si fa una certa idea. Questa "certa" idea non sarà né giusta né sbagliata ma semplicemente incompleta. In particolare avendo dedicato diversi interventi a posture e forme chiave della bocca, si può essere ragionevolmente convinti che l'approccio didattico di questa scuola sia di tipo meccanicistico e localistico, la qual cosa è lontana anni luce da ogni nostro intendimento. Chi entra in questo blog senza saper niente di me, di questa scuola o del m° Antonietti, non si deve soffermare alle apparenze. Per noi l'apprendimento del canto è un'Arte che si basa sulla semplicità, una semplicità così spudorata che risulta inimmaginabile per ogni mente, quindi va conquistata, ma per la conquista occorre una disciplina che ha dell'incredibile, in quanto va in conflitto con i due "programmi" mentali più potenti di ogni essere umano: l'istinto di conservazione, perpetuazione e difesa della specie umana da un lato, e il narcisismo, il super-io, l'ego dall'altra. Entrare nel blog, leggere qua e là e giudicare, è già un fallimento per chiunque pretenda di avere un riscontro artistico dalla voce, perché ha già ceduto le armi al proprio ego, che si ritiene sempre invincibile, sempre nel giusto. Dunque attenzione alla superficialità: la semplicità NON E' facilità!!! Chi la fa facile ha sbagliato strada, perché l'Arte non è e non potrà mai essere "facile", perché contrasta nettamente con l'istinto che vuole solo ciò che è utile ed indispensabile alla sopravvivenza materiale e contrasta tutto il resto, specie, poi, se va in conflitto, come nel caso del canto, con aspetti e funzioni fisiologiche. Dunque la prima cosa è l'umiltà, che non significa essere "mollaccioni", ma significa che di fronte al gesto artistico ci si deve sempre rapportare con un atteggiamento costruttivo e proiettante. Ogni dubbio è un "buco", dunque occorre mettersi nella condizione di appianarlo, chiedendo e informandosi; in questa scuola si parte, e si deve partire, col senso (cioè la direzione) di appianare, risolvere, tutti i dubbi, conquistando la perfezione possibile all'uomo. L'umiltà non vuol dire abbassare le pretese, ma porsi nella condizione di creare la coscienza del perfetto, la padronanza del gesto che si vuole elevare ad Arte. Chi leggiucchia qua e là questi post, chi guarda i video e poi parla e giudica, ha già reso palese la propria insufficienza conoscitiva rispetto all'argomento: non solo non può aver capito niente, ma non si è nemmeno messo nelle condizione per poter capire. Dunque invito tutti quanti, prima di esprimere alcunché, a leggere sicuramente almeno la prima decina di post iniziali, quelli del 2006, che trattano gli aspetti essenziali e basilari di questa disciplina, ma per serietà ritengo che si debba leggere tutto! In secondo luogo invito coloro che vogliono veramente avere un approccio approfondito con questa disciplina, a pormi interrogativi rispetto a quanto ritiene errato, incomprensibile, ecc. A quel punto, se non sarà rimasto soddisfatto, avrà piena autorità ad esprimere le perplessità o i giudizi negativi nei confronti di quanto, fondatamente, avrà valutato non rispondenti a criteri di chiarezza, completezza, fondatezza di basi artistiche e scientifiche. Chiedo scusa se a qualcuno il tono può risultare polemico, non è mia intenzione, però ci tengo a precisare i punti fermi di questa scuola, che non nasce dall'oggi al domani, che non è "ferma" a concetti vecchi o superati, ecc., ma, nella sua saldezza a riferimenti anche di tipo storico, è sempre volta al confronto e al dialogo con quanti si occupano della materia per renderla sempre adeguata ai tempi, vale a dire non idealizzandola come una disciplina "nostalgica". L'Arte è di tutti i tempi, se la si sa conquistare, quindi in essa è il tempo che le è proprio, che è diverso dal tempo fisico, per cui è in questo tempo che ognuno potrà riconoscere chi è, da dove viene e dove va ...