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venerdì, settembre 03, 2010

Il patto scellerato

Attiene a tanti campi, è molto diffuso in quello artistico e "spopola" nel musicale.
Cominciamo dai "segreti". Una delle "tattiche" di molti presunti competenti, è quella di proporre tecniche o approcci estrosi tali da far credere che dietro siano presenti competenze "segrete" ma miracolose, mirabolanti. E' particolarmente tipica di molti direttori d'orchestra, che durante le prove propongono visioni, suggeriscono soluzioni sonore e talvolta anche tecniche che incontrano l'ammirazione di molti orchestrali, che non capiscono di aver abboccato all'amo, ovverosia che ciò che stanno facendo è puro spettacolo, e non c'è alcuna rispondenza a criteri o giustificazioni sensate; ma anche nel canto c'è da stare allegri (si fa per dire). Qui spesso l'insegnante non fa mistero di avere dei "segreti". Una celebre cantante e poi insegnante di conservatorio, venne registrata da Radio Rai durante una lezione, e a un certo punto disse che certe cose non le avrebbe dette perché facevano parte del "segreto del mestiere". Tutte balle. Chi ha dei segreti, in realtà cela la propria incapacità o insicurezza, perché non esiste un trucco o un "metodo" per accorciare i tempi o raggiungere un obiettivo meglio o più in fretta. Questi risultati dipendono, oltre che dall'alunno, dal livello artistico dell'insegnante. Può fare qualunque esercizio! se non ha le orecchie o la sensibilità di capire quando l'alunno sbaglia, che tipo di sbaglio ha fatto e SOPRATTUTTO come correggere, non c'è segreto che tenga, il risultato non arriverà mai. Il M° Antonietti, ed io stesso, siamo stati un po' redarguiti per aver messo troppo nostro materiale a disposizione. Ma dove sta il problema? Noi vogliamo che il livello artistico migliori, quindi ben vengano coloro che seguiranno gli stessi nostri principi, ma fare ciò che facciamo noi, non è assolutamente detto che porti agli stessi risultati, anzi, se non c'è un sufficiente grado di coscienza, potranno solo venire grossi guai! Un insegnante di mia conoscenza più di una volta disse agli alunni: voi dovete fare anche meglio di me, il mio suono può non essere giustissimo, ma voi dovete arrivarci. Ehh, mi spiace ma non è possibile. Se l'insegnante e l'allievo stanno salendo la montagna sulla stessa parete, chi potrà conoscere la cima e quanto sta oltre? Il maestro, se tale è, deve sempre poter conoscere l'intera montagna, ovvero, nel nostro caso, l'unità canto. A parte la questione "segreti", l'amaro in bocca viene quando si assiste ai veri "patti scellerati", che consistono nel: "nulla so io, nulla sai tu, andiamo avanti così cercando di non farci scoprire". Si tratta di patti taciti, mai espressi ad alta voce, e a volte persino misconosciuti dai sottoscrittori. Cantanti ingolatissimi, che si rendono perfettamente conto di non avere i "numeri" per affrontare certo repertorio, che occupano un posto impropriamente, ma che ci stanno perché nessuno esprime con decisione la verità: "il re è nudo". Il patto scellerato si stabilisce, solitamente, tra persone su due livelli diversi: il presunto maestro e l'ascoltatore presunto esperto. Il presunto esperto per motivi in gran parte esteriori, legati a pubblicità, a mitizzazione, fama, ecc., si "attacca" a questo o quel soggetto, e lo esalta al massimo livello di fanatismo, senza peraltro sapere niente di ciò che attiene il livello artistico; gli piace e basta, ma trova mille frasi e giustificazioni per darne oggettivazione con tutti, soprattutto i possibili critici e detrattori (la frase più ricorrente è: "ne scrivono bene tutti i giornali, non è certo il tuo giudizio che può farmi cambiare idea...!"; come se i giornalisti fossero veramente in grado di dire cose importanti sulla musica). Dall'altra parte il presunto artista, più o meno talentuoso e bravo, ma fondamentalmente privo di Arte, si attornia di simili persone, che creano uno scudo difensivo verso i critici più attenti (al limite glieli scagliano anche contro!!). Questo stato di mediocrità è diventato oggi molto più sviluppato che in passato a causa del proliferare dei mezzi di comunicazione che permettono maggiore visibilità a un pubblico anche di livello molto basso, che è poi quello che più cade in questa rete. Capite, per un modesto cittadino, poter conoscere di persona un cantante molto celebre è toccare il cielo con un dito, e cosa potrà mai smuoverlo dal considerarlo un semidio? E a poco vale qualunque considerazione per quanto comprovata. Ho conosciuto persone che sarebbero anche scese alle mani per difendere l' "onore" di un loro cantante beniamino... Il problema, naturalmente, è sempre il riuscire a mantenere in vita un barlume di verità artistica, altrimenti veramente la decadenza potrebbe diventare irreversibile. Sta comunque in un principio filosofico tutto questo: la Verità, per poter rimanere tale, deve essere conosciuta da pochissimi (che potremmo definire "eletti"), traguardo faticosissimo da raggiungere. Essa si configura a piramide, per cui un risultato eccellente poggerà sulla base di migliaia di mediocri. C'è sempre da far conto, poi, su quanti saranno in grado di cogliere e seguire gli eccellenti, ma nella Verità stessa c'è la risposta: i semplici.

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