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martedì, agosto 07, 2018

Il metodo no!

Già il m° Antonietti scriveva ormai qualche decennio fa che non si tratta di trovare un "metodo", ed è assolutamente vero. Cos'è un "metodo"? E' un sistema, un piano organizzato secondo le idee di un qualche insegnante o trattatista per allenarsi e superare determinate difficoltà. Di per sé è una buona idea; qualcuno, con esperienza, vuole spianare la strada a chi viene dopo facendogli evitare determinati errori e istradandolo verso ciò che è più corretto e meno "pericoloso" per la salute vocale (nel caso del canto). Tutto ciò sarebbe più che condivisibile, se non fosse che: 1) bisogna sempre chiarire da quali basi si parte; 2) bisogna capire a che tipo di esperienza e di risultati fa capo chi scrive o adotta quel certo metodo. In effetti i metodi si basano sul "come", cioè che tipo di esercizi fare. Quando ero molto piccolo, dei parenti mi regalarono degli spartiti. Un mio lontano cugino aveva studiato un po' canto, e mi diede alcuni spartiti e anche un metodo "autodidatta" di canto, più libri per pianoforte. Purtroppo morì prematuramente e non arrivò a sentirmi neanche iniziare lo studio del canto. In ogni modo io un giorno per curiosità aprii questo metodo e vidi che c'erano scalette con le note. Io cantai le note... e poi? boh! tutto qui, mi chiesi? Eh già, senza un maestro che significato può avere fare delle note? Oltre l'intonazione, ma le mille cose da controllare per far sì che la voce "decolli", chi te le può insegnare senza controllarti e correggerti? In sostanza, non è il cosa, ma il COME! Cioè scrivere o adottare un metodo che ti insegna a fare determinati esercizi, come scalette, arpeggi, ecc. non serve a un bel niente, se non c'è un COME farle. Ed ecco che la strada più corretta è quella della massima semplicità. Fare una nota, due note, con un monosillabo o una parola, poi due parole, ecc. Ma anche questo non è e non è da considerare un metodo, perché i metodi possono andare tutti bene, se c'è chi ti sa correggere e indirizzare verso il VERO. Più che mai i libri metodologici, quelli che spiegano cosa c'è "da fare", tipo pensare la voce in alto o in basso, o dietro, tirare qua, alzare là, ecc. ecc. non solo contengono cose inutili, ma cose dannose. I metodi, o i libri sul canto in genere, sono, alla fine, manifestazione di egocentrismo (il metodo "di"). Segui il "mio" metodo e vedrai dove arrivi (l'importante è che lo compri!! poi se non lo capisci sono affari tuoi). La grande scuola di canto può orientare al giusto, ma senza entrare operativamente nelle spiegazioni, perché quella fase è da riservare alla lezione. Il maestro vero non trova le "gabole", i trucchetti, le tecniche e le favole che ti fanno guadagnare una certa voce, ma ti fanno capire perché la voce artistica è una conquista molto difficile e ti spiegano per filo e per segno il perché! E quindi ti fa capire perché ci vogliono quegli esercizi fatti in quel modo, e cerca anche di far sì che tu ti possa correggere, vale a dire che tu RICONOSCA il giusto e l'errato e, col dovuto tempo, ti possa correggere e quindi tu possa davvero diventare a tua volta maestro, prima di tutto di te stesso, cioè non è invidioso e geloso dei propri allievi. Poi, per quanto sia bravo il maestro, la conquista è da mettere in relazione tra i due soggetti, maestro e allievo. Michelangelo se scolpiva bene era un genio, se sceglieva male il marmo era colpa sua, ma poteva sempre buttarlo via e rifarlo; un insegnante di canto non può scegliere il materiale da elevare ad arte; può solo indirizzarlo, guidarlo e dargli tutti gli esempi possibili. Se anche è la sublimazione dell'arte dell'insegnamento del canto, potrà fare molto, ma non tutto. Ed è anche giusto così. Il metodo non può esistere, pertanto, anche perché ciò che c'è da fare va deciso in base al soggetto da educare.