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martedì, dicembre 04, 2018

Quelli che "se la cavano"

Una domanda può sorgere spontanea quando si leggono tante informazioni su questo blog che espongono in modo abbastanza evidente che scuole di canto non ce ne sono quasi più e la maggior parte degli insegnanti navigano in situazioni che vanno dal "sentito dire" al "si è sempre fatto così" (non è vero) all'esperienza personale senza fondamenti ecc. ecc., e cioè: come mai, alla fin fine, di cantanti ce ne sono tanti che comunque eseguono in ogni parte del mondo opere anche di notevole difficoltà? Ci sono diverse risposte, ma che attengono sostanzialmente a una importante e unica fattispecie: chi canta se la cava! Ci sono persone che per doti naturali innate, per prestanza fisica e soprattutto respiratoria, hanno voce forte, robusta, resistente e di ampia estensione fin da giovanissime. La fortuna, per queste persone, è di trovare un insegnante che non li rovini, il che è difficile tanto quanto trovare un buon maestro. Ma a questo può sopperire l'intelligenza. Se hanno perspicacia, prontezza, sapranno scappare da quegli insegnanti che li condurrebbero a pronta fine. Poi, invece, ci sono insegnanti che pur non avendo una reale padronanza della materia, pure loro se la cavano, con un po' d'istinto, di orecchio e non badando troppo alle tante sciocchezze che circolano, e magari anche con un po' di umiltà che li ferma quando si rendono conto che non sono sulla strada giusta, riescono a tirar fuori un po' di buoni allievi, sempre partendo comunque da persone dotate vocalmente e sveglie. Infine ci sono alcuni, pochi, che se la cavano davvero da soli. Direi soprattutto in campo femminile. La mia constatazione, non solo recente, è che oggigiorno le donne che cantano, soprani o mezzi, sono messe molto peggio degli uomini. Questo però non sembrerebbe, considerando che il repertorio operistico negli ultimi decenni si è parecchio spostato dalle opere dove i protagonisti erano maschi, soprattutto tenori (ma con una buona rivincita dei baritoni) a quelle con protagoniste donne, e questo anche per una predilezione verso il belcantismo che si è imposta. Il fatto è che le donne sono sempre mediamente più preparate degli uomini, ma soprattutto perchè... se la cavano molto di più. Hanno più resistenza, ma soprattutto la loro corda acuta è più facilmente piegabile all'emissione anche forzata, cosa che agli uomini non riesce altrettanto bene, se forzano steccano o emettono suoni inascoltabili. Oggi la maggior parte delle cantanti non pronuncia accettabilmente, i suoni sono perennemente indietro, quando non intubati, ingolati, ingolfati, nasaleggianti, ballanti, stonati. A questo seguono problemi di personalità, di musicalità, di identificazione nei personaggi e nelle situazioni. Fredde o scioccamente esagerate. Eppure godono di autentici fanatismi tra gli spettatori. Cantanti che mi farebbero uscire a metà della prima aria, sono più che tollerate, amate! Va bene, in alcuni casi si tratta di belle o bellissime donne, e questo, seppur poco c'entri, può essere comprensibile, ma non è sempre così. Dunque il declino uditivo è palese. Oggi nessuno bada se non si capisce più niente di quanto una cantante dovrebbe dire, e manco si bada che quanto (non) viene detto rappresenta la partecipazione viva e sincera del cantante a quel ruolo. Un acuto forte o una mezzavoce, anche se indietro, strozzata, fanno saltare sulle sedie. Una bella voce fa strappare i capelli. Eppure non è niente, è solo la materia prima; come se si gridasse al miracolo nel vedere un bel pezzo di marmo; lo scultore ancora non ci ha messo le mani sopra, o ha giusto arrotondato un po' gli spigoli... Certo ci sono cantanti con una tale indole musicale, che non si può rimanere insensibili, o con un orecchio all'intonazione ammirevole. Tutte doti che non passano inosservate, ma che non sono e non si possono confondere con l'arte. Purtroppo ne hanno preso il posto, al punto che ci si è fatta l'idea che senza doti innate non si canta. E grosso modo è così, o forse è proprio così e basta. Il problema è che non hanno molte chances di durare a lungo, il che li porta in tempi abbastanza rapidi a lasciare la carriera e...?! Naturalmente insegnare! Cosa? niente, perché non avendo una grande scuola alle spalle, non sanno esattamente come risolvere i problemi, per cui vanno a "naso" e di solito fanno danni, ma siccome hanno avuto molta visibilità, si pensa che invece siano insegnanti ideali. Termina una poesia del m° Antonietti: "... poi a tua volta, tu ti ritrovi un lavatore, d'una catena con tanti anelli, fatale macchina lavacervelli".