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domenica, maggio 29, 2011

Arte per Arte

Osservando durante una trasmissione televisiva alcuni soffiatori di vetro di murano all'opera, e le meraviglie prodotte, ho avuto questo pensiero: il fiato di un valente maestro vetraio è l'unico in grado di produrre un capolavoro di cristalleria: nessuna scienza può analizzare e comprendere tutti gli aspetti del fenomeno e realizzare qualcosa di sostituivo allo stesso livello. Analogamente il fiato umano può produrre suoni capolavoro, e non c'è scienza che possa spiegare razionalmente il fenomeno e divulgare alcun aspetto didattico relativo.".
Ritengo anche interessante paragonare il cantante al soffiatore di vetro, dove il cantante riesce a modellare a suo piacimento suoni straordinari sulla punta del fiato, che è l'invisibile canna sulla cui estremità nasce il prodotto artistico.

lunedì, maggio 16, 2011

A che servono i vocalizzi

Durante una lezione è emerso un dubbio che reputo sacrosanto, e che effettivamente non è mai stato affrontato in nessuno scritto. Si chiede: ma a lezione si impara a fare le "A", le "E, le "I" e via dicendo, e poi si applicano al canto?
NO! Lo scopo degli esercizi, e nella fattispecie dei vocalizzi, non è questo. Lo scopo unico degli esercizi è quello di disciplinare il fiato e la relazione con gli altri apparati. I tipi di esercizio sono innumerevoli e ognuno ha una specifica prerogativa che serve allo scopo. Può essere vero che cantando una determinata vocale non viene bene, o non viene bene in determinati punti, e si torni all'esercizio per risolvere quel problema, ma il canto è ben più che una "somma" di vocalizzi, ed è bene tenersi a distanza da simili pensieri.

martedì, maggio 10, 2011

La gola aperta

Il m° Antonietti citava spesso una frase del suo M° Giuseppe Giorgi: "tutti credono di aprire la gola, e nessuno ce l'ha aperta!". Sulla base della mia ormai non più breve esperienza, sia personale che con allievi, devo dire, manco ce ne fosse bisogno, che i miei maestri avevano ragioni da vendere. Il mio primo insegnante fin dalle prime lezioni mi esortò ad aprire la gola, e l'ho sentito ripetere all'infinito da molti altri. Non potrò mai dimenticare le sensazioni di dilatazione muscolare faringea che ho provato per anni, ottenendo risultati mediocri. Oggi mi accorgo subito quando un allievo o un cantante induce una dilatazione volontaria della gola, e me ne accorgo perché non c'è, nel suono, alcuna naturalezza, alcuna morbidezza, c'è una "deformazione" di base che parte da un elemento fisico, il faringe, ma si ripercuote sul suono, e non in positivo.
Partiamo da capo: la gola deve stare aperta? Cioè esattamente cosa si vuol raggiungere con l'affermazione che si deve aprire la gola? In realtà il problema è esattamente opposto; quando si parla normalmente la gola sta naturalmente aperta. Il difetto nasce quando si vuol dare al suono maggiore intensità, ovvero quando si vuol raggiungere zone della gamma scarsamente usate nella vita di relazione, e segnatamente la zona acuta. Durante un canto che vuol essere più forte, intenso, e che vuole raggiungere tessiture più acute, ci troviamo con la gola che si stringe, che ci "strozza". Quindi il fulcro della questione non è aprire la gola, ma evitare che si stringa. Ma perché la gola si dovrebbe stringere? Questa è la questione chiave, che, manco a dirlo, è dovuta al fiato, o meglio alla relazione fiato-diaframma. Per dare maggior intensità al suono, ovvero per andare in zona acuta (ma anche in zona grave), c'è necessità di maggior pressione. Questa maggior pressione può essere indotta solo dall'appoggio diaframmatico. Dunque, quando una persona, per doti personali, è in grado di fornire naturalmente un maggior apporto pressorio al fiato (e lo si fa senza pensarci), la voce svilupperà tranquillamente, con un maggior impegno fisico escludente gola e dintorni, estensione e potenza, con tutte le clausole già affermate in altri post sulla coscienza vocale, la naturalezza del canto, ecc., che deve sempre fare i conti con l'istinto. I tantissimi che questa dote non hanno per niente o solo in parte, dovranno svilupparla. Allora mi chiedo: ha senso aprire la gola se non c'è l'appoggio necessario?
Se, con adeguata disciplina, sono in grado di sviluppare maggiore energia da parte del diaframma, con sviluppo dell'appoggio, e NON vado a interagire con la muscolatura faringea tentando di ottenere artificialmente un risultato, la potenza irrogata dal mio diaframma, allorquando la mia gola sarà rilassata, amplierà queste forme, dando la giusta ampiezza, relativa all'altezza, al colore, all'intensità desiderate. E' sempre la solita storia, chi la capisce ormai avrà chiaro in testa che non è MAI forzando, facendo, inducendo, ecc. che si può ottenere un risultato esemplare, ma mettendo in condizioni il nostro strumento di operare in libertà.