Credo sia difficile immaginare la rivoluzione che avviene nel corpo umano quando si raggiunge il vero canto sul fiato. Abbandonare completamente ogni contributo muscolare significa trovarsi con tutto il peso vocale sul fiato, che non essendo (ancora) esercitato a quel consumo, creerà il timore di non riuscire a cantare una frase "normale" senza dover prendere anche più volte fiato. Un vero esborso di fiato che ci pone in un forte imbarazzo. Eppure, se ascoltiamo un vero maestro che abbia conquistato quella condizione, noteremo che invece il fiato dura anche più del normale. Dunque, dobbiamo superare le paure. Le parole chiave sono "alleggerire", "sospirare", "lasciar andare", "rilassare". Occorre debellare ogni spinta, ogni pressione e ogni induzione a tirar su, o a premere in giù. Il fiato deve scorrere, e più si sale verso gli acuti più il fiato dovrà aumentare di portata e di quantità. All'inizio, come ripeto, spaventa, ma è proprio questo iniziale iperconsumo che crea in noi, nella nostra mente, l'esigenza respiratoria vocale artistica che in tempi brevi genererà la condizione sensoria per cui cantare non sarà più considerato un "lusso" saltuario, ma una situazione abitudinaria (ma non totalizzante come quella fisiologica) che non solo riusciremo a gestire con piacevole semplicità, ma che non ci costerà più fatica. Non solo, ma questa corrente aerea costante e priva di interferenze negli apparati, sarà addirittura benefica, salutare. Via ai mal di gola, ai raffreddori e alle tosse. Però si ricordi sempre che questo obiettivo ha un costo elevato di studio, di impegno, di diligenza. Non c'è mai abbastanza concentrazione per curare la dizione maniacalmente, senza premere e mantenendo rilassamento nella gola, nel collo, in tutte le parti della testa. Riposarsi spesso, perché è facile entrare in confusione, non capire più cosa si sta facendo.
Il costo non è un costo perché la spinta al canto in questa direzione può essere solo "vocazionale", cioè un'esigenza che hai dentro e che non si placa finché non viene ascoltata: è vero che è una panacea anche per la salute (guarda caso niente tosse e infezioni e posso parlare per 4 ore di seguito senza perdere la voce) e ultimamente, con mia grande sorpresa, sta uscendo fuori la mia erre che non avrei mai immaginato di poter prrrronunciare. A questo proposito e a proposito del flusso d'aria costante, l'esercizio della erre mi sta aiutando moltissimo a prendere coscienza del fiato e di come scorre: mi rendo conto che il mio fiato è molto irregolare, a motivo di tutte le tensioni che si accumulano su mascella, mandibola, palato, lingua ecc., e il far scorrere una erre a tutte le altezze dell'estensione (con questa emissione posso tranquillamente spaziare su due ottave e più), senza spingere il fiato, mi aiuta davvero a rilassare tutta la muscolatura lungo il percorso, oltretutto ho capito anche che pensare ad un "percorso" è sbagliato: l'aria è già dentro la bocca ed è sufficiente una minima sollecitazione per innestare una reazione a catena delle piccole molecole d'aria che non aspettano altro che di essere sollecitate.
RispondiElimina