Ho letto con piacere che anche Menicucci (a nome della scuola dell'affondo) ripone molta fiducia nel parlato naturale e indichi come importanti i "segnali" che da esso derivano. Scendiamo nello specifico e vediamo praticamente come stanno le cose.
Diciamo subito che non è affatto detto che il parlato dia un'indicazione chiara e univoca della classe vocale di appartenenza. Ci sono cantanti con un parlato molto più chiaro o più scuro di quanto non avviene poi nel cantato. Quello che non deve venir meno è l'ampiezza e la voluminosità di una voce. Non è pensabile che una voce molto forte e ampia nel parlato non mantenga le stesse caratteristiche nel cantato. Ma lo stesso carattere temperamentale deve, prima o poi, entrare nella vocalità generale. Una persona che quando si "infuoca" ci mette grinta, nervo, trasporto, non può poi diventare sempre timidina e "molliccia" nel canto; prima o poi dovrà inglobare tutti i caratteri e anzi farne tesoro nel canto. Viceversa, chi ha un modo di parlare riservato, introverso, dovrà modificare sostanzialmente questi aspetti nel canto, pena una vocalità poco comunicativa. Ma torniamo al punto principale. Quando si presenta un nuovo allievo, cosa posso cogliere dal suo parlato che mi potrà essere utile per la classificazione e l'educazione vocale? Posso sentire l'esistenza di eventuali difetti o vizi respiratori (ad es. ci sono persone che prendono fiato ogni due parole) e di tensione. Ma la cosa fondamentale è percepire se c'è un grado di appoggio. Se la voce parlata ha già un buon grado di appoggio, sarà più "vera", vale a dire avrà un minor scarto rispetto al cantato. Ma prima dobbiamo ancora fare una precisazione. Uomini e donne seguono strade un po' diverse. Come sappiamo il parlato è, nella stragrande maggioranza dei casi, di dominio del registro di petto (che per l'appunto noi definiamo "di voce parlata"). Ma è anche vero che le donne, e soprattutto i soprani, esplicano gran parte del canto, se non addirittura tutto, in registro di falsetto testa. Può darsi la possibilità che alcune donne parlino in falsetto (il che non è molto sano, se non c'è un apparato respiratorio fortemente sviluppato), e in questo caso il dubbio di classificazione è quasi nullo, ma è molto frequente che anche voci di petto molto accentuate si rivelino poi soprani e magari pure acuti. In questi casi la classificazione è da determinare in base a quanto l'allievo darà nel canto, però se il petto è già ben appoggiato sarà comunque un punto di partenza fondamentale. Non dimentichiamo infatti che esso rappresenta le fondamenta del canto. Può succedere, e forse non raramente, che tenori e contraltini parlino già in falsetto. Attenzione! Il falsetto non è necessariamente falsettino, dunque non si presenta come una voce vagamente femminile e acuta, ma può essere anche centrale, però con un carattere piuttosto diverso dal petto pieno, mancando mordente e soprattutto appoggio, perché è ben difficile che si possa parlare di falsetto in zona bassa appoggiando. Così come per i soprani, non è una situazione ottimale; possono subentrare difetti e persino patologie, a meno che, come sopra, non sia presente un apparato respiratorio molto ampio. Per contro sono voci che poi non incontreranno particolari difficoltà negli acuti.
Una domanda che ricorre è se il parlato, durante gli studi di canto, può cambiare. La risposta è sì, ma questo non deve far pensare a chissà quali rivoluzioni. In genere non cambia la zona (diciamo le note) su cui si parla; non cambia il carattere nè il colore. Quello che migliora è il sostegno. Col tempo ci si accorge che si può parlare a lungo sempre con l'ausilio di una buona "impalcatura" d'aria. Io ho insegnato durante tutto il periodo degli studi e anche dopo (per quindici anni), parlando tantissimo e anche frequentemente urlando. Non è mi mai (e sottolineo MAI) accaduto di perdere la voce, o di accusare problemi di qualsiasi tipo, sia nel parlare stesso che nel canto. Devo dire che, a parte le situazioni di raffreddori e influenze, raramente ho percepito anche stati di stanchezza (mi accade più sovente ora insegnando, dovendo fare esempi magari su tessiture improprie). La cosa che mi fa un po' innervosire è che la mia voce, anche in passato, è stata sempre piuttosto appoggiata (infatti non ho mai avuto problemi a farmi sentire anche parlando in pubblico), ma questo carattere non è stato considerato e sfruttato nei miei primi studi, anzi, nel canto mi trovavo molto spesso spoggiato. Del resto anche qualcuno tra i miei primi insegnanti parla frequentemente spoggiato, e questo ha avuto conseguenze anche nel canto.
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