Quante centinaia di volte sarà capitato di sentire qualcuno che chiedeva lezioni o consigli "per imparare a respirare col diaframma", o direttori di coro che inducono a respirare col diaframma, e tutte le varianti che si possono trovare leggendo qua e là...
E' un mito; chiunque si mette in testa di cantare, deve subito tirar fuori questa espressione, quasi sempre senza avere la più pallida idea di cosa significa. Il che è normale, sono persone senza nozioni, sentono dire che per cantare bisogna usare il diaframma, e quindi cercano chi lo insegni. E spesso, specie nei forum, ci sono altrettanti esaltati che spiegano (o credono di spiegare) e si affannano a precisare con dovizia di esempi e particolari il come e il perché, salvo, spesso, avere nozioni quanto meno grossolane e spesso addirittura erronee (tipo scambiare la parete addominale col diaframma!).
Respirare col diaframma... diciamo subito che la frase di per sé non significa quasi niente. Infatti essendo il principale muscolo respiratorio, è pressoché impossibile che non compia un seppur minimo abbassamento e sollevamento. Dunque la frase allude a un coinvolgimento più profondo del diaframma. Ma che differenza c'è tra una respirazione profonda e una respirazione diaframmatica? Nessuna! Come al solito dobbiamo riprendere il tema fondamentale, cioè distinguere la respirazione fisiologica da quella artistica-vocale. Il coinvolgimento del diaframma avviene nel momento in cui l'aria diventa alimentazione del suono laringeo. Però normalmente quando si parla di respirazione diaframmatica si allude alla inspirazione, e dunque si fanno esercizi su esercizi sulla postura: la cosiddetta diaframmatica, la costale, la costo-diaframmatica... e dunque pancia in fuori, pancia in dentro e petto in fuori, ecc. Ma queste posizioni, prese senza educazione vocale, o con poca esperienza, creerà solo problemi. Pertanto sarebbe bene smitizzare questa confusa idea della respirazione diaframmatica. Impariamo a cantare, la respirazione verrà di conseguenza se la disciplina è corretta.
Clap,clap,clap.
RispondiEliminaUno dei miei primi insegnanti era fissato sul "movimeto diaframmatico", pancia in fuori..., e allora, steso per terra con libro sulla pancia a capire cosa significasse. In effetti io respiravo normalmente... e naturalmente non avevo capito nulla della respirazione artistica che certamente è subentrata in un secondo momento quando ho iniziato ad essere consapevole della linea del canto, dell'altezza, della pronuncia corretta, della percezione e posizione del suono, allora e dopo tanti esercizi e introspezioni... mi sono accorto di respirare in maniera diversa da quella naturale. Ti rendi conto, pertanto, di quanto sia ampia,tranquilla e bella la respirazione artistica e di quanto ci guadagni anche il benessere del corpo e della mente.
Anche il noto foniatra se vai alla visita (raccontato, io non ci sono mai stato) ti fa mettere a 90° e poi cantare per sentire l'influsso del diaframma. Se fra qualche anno, andando all'opera, vedremo che i cantanti girano in palcoscenico a 90° sapremo il perchè! Ma anche stesi per terra con il vocabolario sulla pancia non è male... e qualcuno dira: ah! ecco finalmente si capisce a cosa servono i libri!
RispondiEliminaOttima descrizione chiarificatrice e dettagliata. Pare che le persone in genere respirino con non si sa quale apparato inspiratorio ed espiratorio. Per carità é giusto che si segua una disciplina respiratoria sana ed atta al dosaggio del fiato, trovo spesso risibili certi guru o soloni della foniatria. La tecnica prevede anche regole di respirazione ( stessa cosa per i sub che affrontano pressioni diseguali) ma a volte ci si ritrova con questi Dulcamara della respirazione che, come l'affabulante personaggio Donizettiano, spacciano per elisir miracoloso del buono e onesto bordeaux... :-))
RispondiElimina