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lunedì, dicembre 05, 2011
Il metodo Celletti
Andreste a studiare paracadutismo da un personaggio che non è mai neanche salito su un aereo, ma ha passato molto tempo ad osservare i paracadusti e ha letto molti libri sull'argomento? Scopro or ora che esisterebbe un metodo "Celletti" di canto, e che esiste una "depositaria" di questo metodo. La cosa piuttosto divertente, nota, credo, a tutti, è che Celletti non ha mai cantato, non ha mai preso personalmente lezioni di canto (ho una lettera di suo pugno in cui dichiara ciò), ma da un certo momento si improvvisò maestro di canto. Ebbe allievi piuttosto famosi, la qual cosa, altrettanto nota, dovuta al fatto che era anche consulente di alcuni enti lirici, giornalista piuttosto in voga e infine anche direttore artistico di un teatro. Registrai, anni addietro, due trasmissioni radiofoniche in cui egli dava lezioni di canto. Ho poi anche avuto notizie di prima mano da persona che prese una lezione dal suddetto (non ci fu una seconda lezione perché la persona in questione rimase talmente sconvolta da non poter neanche pensare di tornare). Al di là delle note incapacità del soggetto, non ho mai letto o sentito né da lui (per qualche anno ho intrattenuto qualche contatto epistolare e anche personale) né da altri che posseddesse un "metodo". Cosa si inventa la gente per destare qualche interesse, per accalappiare qualche allievo... Pensate un po', conosco molte persone - non musicisti - che hanno una grande passione per il pianoforte, conoscono tutti i più grandi e anche meno famosi pianisti, tutte le loro incisioni, le biografie... ebbene, pensate se uno di questi mettesse su una bella scuola di pianoforte: metodo "michelangeli", in quanto conosceva pure quanti capelli aveva in testa il celebre artista. Scommetto che si riempirebbe di allievi.
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Cosa ne pensi invece come critico e musicologo?
RispondiEliminaPosso dire parecchio, avendo letto tantissimo di quanto ha scritto, e avendolo conosciuto. Lui aveva una capacità di penna piuttosto notevole; non è che fosse un valido scrittore, ma era giornalista, cioè sapeva destare interesse attenzione a quanto scriveva e poi aveva capito una cosa importante: coniando termini ed espressioni personali, si poteva creare una sorta di apostolato di seguaci, e così fu. La scuola del "muggito", i "birignao", "vociferatori", e la lista potrebbe essere infinita, sono tutti termini con cui riempì cronache e recensioni. Qualunque scritto critico sull'opera, ancor oggi contiene alcuni "suoi" termini, ormai entrati nell'uso dei frequentatori d'opera. Questo purtroppo soprattutto nel male! Infatti Celletti, da giornalista "competente" creò anche una schiera di imitatori di cui non ci riusciamo più a liberare. Tutti critici vocali, tutti che sentono i passaggi, i suoni indietro, ecc. ecc., senza, peraltro, sapere alcunché, perché senza alcuna esperienza vocale diretta.
RispondiEliminaCelletti, poi, non era nemmeno musicologo; anche quella fu una invenzione. Posso dire che scrisse con buon modo un libro sul belcanto, anche dimostrando qualche capacità musicale, ma da lì ad essere musicologo ce ne corre, tant'è che il Barbiere di Siviglia che inscenò a Martina Franca con le "sue" variazioni è passato alla storia per la follia con cui tutti i personaggi, compresa Berta, variavano ogni frase. Un merito importante però lo ha avuto: ha insistito fino alla paranoia contro il verismo imperante, valorizzando il canto bello, quello di buon gusto e bacchettando anche le celebrità (lo fece con i Del Monaco, Domingo, Pavarotti quando erano sulla cresta dell'onda) quando non seguivano i giusti dettami dell'arte canora. Non che li conoscesse a fondo, perché le sue orecchie, comunque non educate come potrebbero esserle quelle di chi ha fatto del canto la propria disciplina, spesso confondeva cantanti sopraffini con mediocrità allucinanti purché rientrassero nei suoi personali criteri. Però credo si debba anche a lui molto della rinascita belcantistica degli anni 80 e 90 per lo meno da parte di una buona parte del pubblico.
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RispondiEliminaDiciamo così... Celletti era tutto quello che vi pare ma é innegabile che avesse un orecchio assolutamente adeguato alla valutazione le voci. Piaccia o no a tutti quelli che sosteneva fossero tecnicamente precari ed ai quali preconizzava una carriera con parabole tristemente discendenti raramente sbagliava, e si trattava spesso di vip della lirica . Poi resta il fatto che, fatti salvi i leggenti, il mondo dell'ascolto lirico é pieno di portatori sani di orecchie diversamente abili...
RispondiEliminaBeh, non so... può darsi avesse orecchio ma era fortemente condizionato da idee e concetti non sempre coerenti e fondati. Morino per lui era un dio del canto, guai se qualcuno osava accennare a un eventuale ingolamento della horne. Parecchi suoi "allievi" sono finiti quasi subito... Sicuramente va a suo onore l'aver sempre posto Schipa in cima a ogni categoria canora, ma il fatto di porlo alla stregua di Bergonzi, per cui aveva una sorta di idolatria, qualche dubbio sulla validità uditiva lo desta (Bergonzi è stato un ottimo cantante, sia chiaro, ma non certo a livello Schipa). Grazie per i numerosi e interessanti commenti.
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