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mercoledì, dicembre 02, 2020

Il falsetto "totale"

 Il punto saliente di qualunque discorso che riguardi una voce completa e perfettamente educata, sta nella sua omogeneità. La semplice esistenza di un passaggio (o più d'uno, come alcuni sostengono e richiedono) già rappresenta la negazione di un simile principio. Molti sanno e osservano che se si prende una nota acuta e si scende, difficilmente si avvertirà un passaggio, a meno che, specie nelle donne, non si scenda nelle note gravi, dove è di nuovo possibile che si senta uno scalino, a meno che non si lasci "morire" la voce. Senza stare a girarci tanto attorno, diciamo subito che il tutto è riconducibile all'ignoranza diffusa sulla questione dei cosiddetti registri e in particolare sul "falsetto". Già il nome è oggetto di molte discussioni e polemiche! Nella donna nessuno parla di falsetto ma di "misto"; non è una questione terminologica, ma di comprensione. Per molti esiste un registro "di testa" nelle note acute, un registro medio E un registro misto, cioè un mescolamento tra centro e acuto. Assolutamente così non è! I registri sono due, certo, ma quello centrale, che anticamente fu chiamato falsetto, domina tutta la gamma vocale, anche se si presenta debolissimo nel settore centro-grave, e fu definito "testa" solo a partire dal re4 quando perde ogni relazione con la vibrazione di petto, però occorre aver ben presente CHE E' SEMPRE LA CORDA DI FALSETTO. Ma nell'uomo è la stessa cosa, solo che non raggiunge quasi mai la parte di testa, perché solo alcuni contraltini riescono a cantare abilmente dal re4 in su (e comunque occasionalmente). Quindi tutta la gamma vocale maschile è cantabile nei due registri, ovviamente molto debolmente nel centro grave per il falsetto, e più appropriatamente nella zona centro acuta dove invece il petto da solo è gridato. A questo punto entra in gioco la necessità artistica di omogeneizzare il tutto, il che non avviene e non può avvenire con un "passaggio di registro"! Questa, che è a tutti gli effetti, una manovra, è una sorta di ponte o scala. Se io ho due lotti di terreno a diverse altezze, ho due possibilità di superare questo dislivello: erigere un artificio o livellare. L'artificio forse si farà prima a costruirlo, ma rimarrà sempre qualcosa di innaturale e ostacolante, che potrà anche creare problemi, e soprattutto non potrà MAI assicurare omogeneità. Se io livello, cioè porto materiale dove non c'è e lo tolgo dove ce n'è troppo, alla fine avrò una soluzione perfetta, dove tutto è coerente e costante, dove non ci sono cambi di colore, manipolazioni foniche e soprattutto fonetiche ai danni della pronuncia. Quindi occorre ricordarsi che laddove si usa più frequentemente il petto, c'è anche il falsetto, che per scarso uso, oltre che per le proprietà insite nelle corde vocali, è più debole, e laddove si usa, o è più corretto usare più regolarmente il falsetto, c'è anche il petto, e queste due modalità non devono essere pensate - e utilizzate - separatamente, ma coinvolgendoli sempre entrambi. Cosa significa questo? Che IL FIATO, che è abituato e allenato (ovvero è più comodo) ad alimentare in questo modo la voce (cioè voce parlata e voce gridata), può invece sostenere con continuità e uguaglianza l'intera gamma; sarà un lavoro assai più impegnativo, che richiede una rimodulazione del fiato in chiave fonica, anziché respiratoria (senza, ovviamente, neanche tentare di compromettere questa funzione vitale). Pertanto, allenando il falsetto in zona centrale (come lo stesso Garcia consigliava, mentre non parla assolutamente di passaggi oscurati) e attenuando il petto, e estendendo quest'ultimo in zona acuta, noi indurremo una nuova esigenza al fiato che lentamente si adatterà fino a ottenere la piena e meravigliosa omogeneità vocale (con la possibilità sempre di utilizzare i colori a propria volontà e in ogni zona) senza alcuna necessità di ricorrere a ponti, scale, passaggi e manovre meccaniche di alcun tipo. Ma in fondo queste scoperte non è che richiedano dei geni per essere riportate alla luce, basterebbe il buon senso! Ma tutte le scuole preferiscono attaccarsi a questo o quel "metodo" invece di riflettere, intuire, osservare e non cibarsi sempre della pappa pronta, oltretutto avariata!.  

12 commenti:

  1. grazie Fabio, ti avevo chiesto l'ennesimo post sul falsetto e mi hai accontentato subito, grazie!!! E' davvero duro far accettare ad un uomo che debba usare il falsetto nella voce parlata, anche se insieme alla voce di petto. Quello che non mi era chiaro era il fatto che il falsetto nelle note centrali e gravi (addirittura fino al sol che per un baritono è generalmente la nota estrema) equivale al piano o pianissimo e quindi, mentre a me sembrava un traguardo irraggiungibile cantare in falsetto in questa zona, in realtà basterebbe pensare di cantare piano. Grazie ancora

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    1. Anonimo3:02 AM

      Ciao, ora che credo di capire meglio cosa Fabio intenda per questo falsetto, non dovrebbe essere affatto debole sul Sol. :)
      Penso di aver capito che il passaggio non è da pensare come il punto dove si cambia ma un punto raggiunto il quale, il falsetto dovrebbe, se rifinito aver raggiunto piena potenza. Come mai è più debole tuttavia, se da sempre è qui definito voce gridata? Buon anno a tutti, non passavo da un po' bello rivedervi.

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    2. Anonimo3:03 AM

      Dimenticavo, sono Oblomov.

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    3. Ciao, Oblomov, e grazie per le domande, sempre utili. La risposta alle tue domande può essere semplice: si tratta sempre di un "prima" e un "dopo", escludendo sempre i "superdotati". Il falsetto si presenta debole nel canto, perché non si ha un'organizzazione respiratoria adeguata a un rinforzo di qualità. Se forziamo diventa voce gridata, che però non può piacere, è sgradevole e non può essere tenuta a lungo, oltre a rischiare di cadere in un petto completamente fuori luogo, quindi pericoloso. Naturalmente è fondamentale che la voce sia FUORI! Quella è la condizione essenziale per consentire l'annullamento dei registri, ovviamente con il tempo necessario.

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    4. Anonimo4:55 PM

      Grazie a te per i consigli. Quindi il falsetto non gestito bene può essere ai suoi estremi molto debole oppure appunto gridato, strillato? Gli esempi forti che mi vengono in mente sono gli strilli da film horror, quelli di puro terrore, o le esultanze incontenute di un tifoso ultrà o semplicemente una genuina esultanza non necessariamente così rabbiosa, un ubriaco per strada. Per la sua primitivita, suppongo non sia casuale come, in certe sue sfumature rozze possa richiamare le urla di una scimmia
      Molte scuole di canto che non ritengono possibile l’unificazione dei registri, se non come un gioco di prestigio e compromessi e ritengono quello del passaggio di registro classicamente indicato uno pseudopassaggio e che non rappresenti, almeno nell’opera per gli uomini un passaggio al falsetto né un vero cambio di registro, bensi, anche avendo in mente le scuole classiche che come sai chiamano registro di testa quanto avviene con questo cambio, anche testa o falsetto sarebbe uno pseudoregistro. Questo perchè ritengono il falsetto un registro più debole camuffabile da voce piena usato perlopiù nella musica leggera in alternativa al belting e il tutto poichè penso ritengano si assottiglino soltanto le corde e non si cambi registro, quindi una sorta di “petto sottile” a corde sottili ma a vibrazione piena, quindi stesso registro, che opponga meno resistenza al fiato. Ritengono altresì che il passaggio di registro sia quindi accettato negli uomini e non nelle donne.
      Ho letto spesso di immaginare il fiato sostenuto alimentare le corde vocali come il vento farebbe con una vela, piuttosto che immaginare un cannone ad aria compressa, appunto.
      11 Feb 2021
      Oblomov

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    5. Anonimo5:06 PM

      Ehm volevo dire "che sia quindi accettato nelle donne e non negli uomini", poichè le vocali più rotonde tipicamente associate alle cantanti liriche su quelle tonalità richiamano maggiormente il falsettone (falsettinone?) (semi?)appoggiato maschile. Sono perlomeno consapevoli che sia uomini che donne hanno il falsetto nella loro competenza foniatrica. Ma non pensano che il falsetto possa suonare così pieno e proiettabile. Tuttavia il falsetto femminile, visto che almeno questo lo riconoscono, lo è eccome.
      Tornando all'appoggio e alla vela, io sono d'accordissimo con te, è aria che dobbiamo inspirare per emettere i suoni, non fluidi densi, perchè comprimere quindi?
      Penso che nasca dal fatto che si pensi che in falsetto, partecipando meno o nulla, il muscolo vocale alla vibrazione, le corde sono più tese e meno in contatto tra loro e, secondo l'approccio, molta aria bene appoggiata passa senza mettere in vibrazione le corde vocali, quindi si accompagna meno il diaframma per farla passare più velocemente, ma a quel punto dura nulla, vedi un video che analizza Staying Alive dei Bee Gees, il cantante prende fiato di brutto alla fine di ogni frase.
      11 Feb 2021
      Oblomov

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    6. Non è sbagliato pensare al vento e alla vela perché, almeno nel r. di petto, effettivamente le c.v. si arcuano come una vela. Detto ciò... fine. La questione dei registri, che ho trattato decine di volte, alla fine sono di una semplicità disarmante, solo a rifletterci un po'. Però bisogna accogliere l'ipotesi che i registri esistono esistenzialmente in quanto la corda unica non è utile ed è anzi controproducente alla vita animale. Per questo motivo la gamma si è divisa nelle due zone utili: parlare e gridare (e anche sussurrare). Ciò però bisogna ben ricordare che non è attinente alle c.v. ma AL FIATO! Quindi è il fiato che non è in condizioni, esistenzialmente, di alimentare una corda unica, cioè graduata. E quindi il compito della scuola di canto è quello di far evolvere il fiato affinché ci siano le condizioni suddette. Poi c'è anche la questione dell'appoggio, per cui spesso si confondono i registri con situazione di scarso appoggio, dove vengono fuori timbri strani, falsettacci, ecc. E pure su questo tema sono state dette le peggiori cose. Gli insegnanti alla disperata ricerca dell'appoggio, quando non si accorgono che sono loro che provocano lo spoggio!

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    7. Anonimo7:17 PM

      Anch'io mi sento a volte diviso, una parte di me cerca forse di trovare una spiegazione fisiologica che mi porti a concludere la fattibilità di questa impresa impervia e ovviamente ciò da solo non è utile quanto la pratica e lo spirito con cui lo si fa.
      Dunque il parlare è economico, pochi colpi d'aria su corde relativamente rilassate ma addotte, no?
      Una nozione pratica anche se basata su immagini è però magari il fatto di portare un po' della leggerezza del falsetto pur con le sue esigenze di appoggio, nel petto, ed un po' del petto, la chiarezza del suo parlato, la sua educazione, etc, nel falsetto. Cose che con l'educazione adeguata hanno poi dei riscontri a livello fisiologico.
      Sì, la scissione dei registri ha a che fare con il fiato, ma mi pare di capire che anche un petto e falsetto uniformati siano comunque petto e falsetto con la loro fisiologia a distinguerli, ma unificati dal fiato e dalle dinamiche che li avvicinano, ma non imitandosi a vicenda tramite risonanze, cose tipo fare il petto leggero e chiaro e fare il falsetto più scuro e compresso andando nel minimo comune denominatore mentre li si alterna nell'area di sovrapposizione, come sembra suggerito da molte scuole moderne.
      Posso chiederti cosa intendi per graduata applicato alla corda unica?
      Mi pare di capire che tu li differenzi a livello fisiologico principalmente con la corda tendenzialmente grossa non tesa, immagino entro certe variazioni, mentre nel falsetto la corda è tesa e tende ad assottigliarsi e allungarsi entro certe variazioni, determinando un diverso impegno del fiato.
      Se però la corda non è in tensione, come fa a emettere certe note, soprattutto se parliamo di note sopra il La2 per un baritono? Da quanto ho capito è magari tesa anche se di meno, solo che non si allunga, quindi non si tende magari la superficie, perchè la vibrazione pesa del tutto sul muscolo che si contrae tendendosi.
      Il falsetto è però definito foniatricamente come sì corda tesa, ma anche dove il muscolo smette di partecipare. Siamo sicuri che avvenga tale passaggio? Poichè si insiste spesso che sia uno pseudopassaggio di mezzo e che il solo allungamento e assottigliamento non sia un registro in sè. Ovviamente spero abbia ragione e scusa il dilungarmi :).
      11 Feb 2021
      Oblomov

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    8. Anonimo7:27 PM

      Chiaramente lo pseudopassaggio intorno a Re4 per il falsetto si spiega penso abbastanza ragionevolmente.
      Io posso fare un falsetto, vuoi pieno o falsettino su un Re-Do#3 che può essere più o meno vigoroso secondo quanto appoggio. Va da sè che essendo le note esponenziali, un Re4, situato l'ottava successiva determinerà un raddoppio della tensione anche solo sullo stesso registro con conseguente maggiore impegno ed è del tutto ragionevole che si incontri un'altra crisi e soglia, se a questo poi aggiungiamo che c'è un discorso di sostenibilità del numero di urti per secondo.
      11 Feb 2021
      Oblomov

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    9. Bisogna comprendere che lo studio anatomico-fisiologico è un utilissimo complemento, più che altro per chi intende insegnare, ma se ci si attacca, come fanno i foniatri e tutto lo stuolo di insegnanti, che poi in realtà poco ci capiscono, si finisce per commettere errori su errori, perché la scienza e la quasi totalità dei docenti e dei cosiddetti competenti, si riferisce agli apparati come a una struttura meccanico-statica, invece che bio-dinamica. Se non si capisce che un percorso artistico può arrivare a modificare, entro i limiti del funzionamento, la fisiologia e persino un po' l'anatomia, non si arriverà mai a comprendere i risultati cui si può arrivare. Quindi ragionare e parlare meno in terminologia tecnico-scientifica, e lasciarsi coinvolgere dall'intuizione artistica.

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  2. Esattamente, corretto! Invece di cercare la voce femminea, basta fare esercizi pianissimo, sospirati, e si lavorerà sulla corda sottile, consentendo al fiato di estendere la propria capacità alimentativa.

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  3. Grazie! Post utilissimo anche per me.

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