Come funziona la "tecnica dell'affondo"? Come una caffettiera, ora ve lo spiego.
Come funziona le macchinetta "moka" del caffè? C'è una caldaietta con l'acqua. Quando il calore porta l'acqua a ebollizione, questa produce vapore. Il vapore tende a espandersi, e genera quindi una forte pressione su tutte le pareti (di alluminio) e quindi anche sull'acqua sottostante, ancora allo stato liquido, la quale è indotta dalla pressione a prendere l'unica strada libera, cioè quella che attraverso l'imbuto e il filtro risale tramite il "camino" nella tazza sovrastante.
Analogamente, nella tecnica dell'affondo il cantante schiacciando verso il basso produce una pressione che si riverbera sul diaframma, il quale per reazione preme sotto i polmoni e quindi sul fiato, che risale con una certa intensità. Ora vediamo le differenze. L'acqua della moka incontra una piccola resistenza nel filtro dalla polvere di caffè e dal filtro, ma in genere possiede una potenza che vince facilmente questo ostacolo. Peraltro l'inventore accortamente inserì nella caldaia una valvola, per cui se per qualche motivo (fori ostruiti, eccessiva compattezza del caffè...) l'acqua non riuscisse a risalire, per cui la caldaia potrebbe anche esplodere, si può aprire la valvola e far defluire il vapore. Nel caso del canto, l'aria che risale con forza, incontra le corde vocali e le spinge fortemente verso l'alto; questo causerebbe gravi conseguenze alla voce (non so se qualcuno ha mai sentito la registrazioni di Melocchi, dove un povero cantante sottoposto a questa tortura emette suoni tanto potenti quanto stonati), per cui, anche per questo, questi cantanti devono premere sulla laringe, per evitare che risalga. I polmoni non hanno una valvola di sicurezza, per cui la forza esercitata dal fiato non ha altro sfogo che sotto la laringe, per cui o si ha un fisico in grado di reggere a questa pressione, o si soccombe. Questa meccanica, per dirla tutta, ha dato alcuni buoni frutti, cioè alcuni cantanti che hanno svolto una lunga e significativa carriera. Peraltro con forti limiti, almeno dal punto di vista di un canto artistico completo. Togliendo le doti personali musicali, sceniche, interpretative, che possono esserci come no, e possono valorizzare un cantante indipendentemente dalla sua vocalità, questo tipo di tecnica può produrre effetti significativi sul SUONO, cioè sul timbro e sull'intensità (comunque raggiungibili anche da una sana vocalità artistica), che però non può essere adeguatamente modellato, cioè quasi impossibile da controllare dinamicamente, per cui, a parte la zona centrale, dove non è necessaria molta forza, in tutta la zona centro-acuta. Inoltre è una modalità molto usurante, per cui richiede periodi di riposo, e la durata è molto dipendente dalla capacità di tolleranza e di resistenza delle strutture muscolari. Purtroppo (almeno dal mio punto di vista, che può non essere condivisibile) il canto lirico ha risentito e risente tutt'ora ancora di gusti molto superficiali e "di pancia", per cui prestazioni al limite dello scandaloso, in termini di espressività, musicalità e diciamo pure di buon gusto, hanno invece generato non solo ovazioni, ma veri e propri deliri di entusiasmo per un suono tenuto oltre misura o prestazioni tipo mercato del pesce. Tant'è, questa è la storia che non si può cambiare, e ci limitiamo a descriverla. Capisco che può risultare offensivo essere paragonati a una caffettiera, però questa è la triste verità di un'arte sublime, che basa la sua perfezione su delicatissimi rapporti tra diversi apparati ma soprattutto tra la psiche, il fisico e un'esigenza di elevazione spirituale che non può abbassarsi a mere formule di fisica termodinamica! La meraviglia plastica del nostro organismo modellato dalla Conoscenza interiore è l'unica strada che può portare a un canto realmente esemplare, ma è talmente per pochi, che alla fine comprendiamo e possiamo avallare anche gli stantuffi e le locomotive affondiste, tanto più che forse sono persino più apprezzate del grande e autentico belcanto.
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