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martedì, novembre 24, 2009

"L'importanza di chiamarsi... A"

Se prendete una qualunque persona che non ha mai cantato in vita sua e che non ha alcun interesse al canto, e gli fate fare una A, non avrà il benché minimo problema, e se gliela fate intonare, in una zona a lui o lei comoda, ugualmente la farà, indipendentemente dal fatto di essere intonata o meno. Mi è capitato di recente di avere a breve distanza l'uno dall'altro, tre allievi con difficoltà notevoli a cantare correttamente sulla A, tutti già in possesso di un iter di studi canori. Evidente, quindi, che queste persone sono state indotte dalle scuole che hanno frequentato (tutte diversissime per docenti e provenienze), a perdere la giusta emissione di questa vocale (giacché con tutti gli allievi nuovi non incontro MAI questa carenza). La A non viene giusta per due motivi: 1) voce indietro; 2) fiato trattenuto, ovvero schiacciamento verso il basso e coinvolgimento della muscolatura faringea. Impiego diversi mesi a togliere questo difetto e "rimasugli" di difetto permangono poi ancora per un certo tempo. Ma perché tanti docenti cadono in questo errore? Considerando anche che tra le tante premesse di ogni buon insegnante che si rispetti c'è sempre che il suono deve essere "avanti" e mai andare "Indietro" (quelle premesse che tanti docenti non sanno nemmeno cosa vogliano significare, come canto sul fiato, scuola Garcia, e via discorrendo e dicono per sentito dire). Intanto c'è da notare che nel mondo del canto gira l'idea (non so da dove nata) che i cantanti lirici la A non la devono dire. Certo, posso provare a immaginare che il problema nasce, soprattutto nelle voci maschili, dal fatto che non sanno come risolvere il passaggio, che rischia di rimanere di petto. Poi c'è l'equivoco dei suoni "aperti", che non andrebbero bene e dunque bisogna fare suoni raccolti e coperti, e quindi la A non va bene... (?). Lasciatemi dire che sono tutte stupidaggini, ma grossolane e pericolose, che ci hanno portato dove ci hanno portato. Andatevi ad ascoltare i grandissimi cantanti del passato e sentite con quale piacere, quale grazia o temperanza emettevano senza alcun problema tutte le vocali che la Natura ci ha elargito. Noi siamo molto più furbi, forse, e riteniamo che dobbiamo modificare, o limitare, ciò che essa ci ha generosamente dato? Come il fatto che la laringe debba stare bassa... Lei (Natura) ci costruisce un organo perfetto, di incredibile complessità e dalle infinite e mutevoli possibilità, e noi vogliamo ridurre tutto o due o tre vocali e un colore solo. Mah... Comunque, vorrei esortare i cantanti e soprattutto i docenti di buona volontà a voler considerare la A come una vocale nobile (almeno come tutte le altre) ed importante nell'educazione, perché "alza" il fiato e permette l'esercizio dell'apertura orale come nessun altra, e dunque da impiegare spesso e bene. Certo, bisogna avere delle accortezze e delle competenze in merito, ma mi auguro che il buon senso, in mancanza d'altro, aiuti.

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