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lunedì, novembre 16, 2009

Nulla si crea...

Nel mondo dell'Arte in genere - nel nostro caso il canto -, l'impulsività, la fretta, la voglia di arrivare subito, magari senza troppa fatica, generano di contro il bisogno, da parte di insegnanti e tecnici più interessati a guadagni e visibilità che al raggiungimento di reali finalità artistiche, la ricerca di metodi e sistemi "infallibili" per l'impostazione della voce a fini canori. C'è un fatto su cui non si può derogare: in Arte non si può "inventare" nulla, mentre si può andare alla "scoperta" di ciò che sta alla base del "gesto" che genera il fatto artistico. Non staremo a ripetere per l'ennesima volta che alcuni "metodi" e/o scorciatoie escogitati da insegnanti più o meno celebri non hanno in realtà "scoperto" niente, ma "inventato" trucchi più o meno complessi per raggiungere un esito che raramente può definirsi artistico, anche se può piacere a un certo uditorio. In un certo senso questo discorso potrebbe considerarsi contraddittorio con la critica più volte sollevata circa l'impossibilità da parte della foniatria di trovare soluzioni valide per il canto artistico. Infatti la scienza medica indaga ed esamina approfonditamente tutto ciò che contribuisce all'emissione vocale. Perché dunque non "scopre" ciò che rende infallibile la produzione vocale cantata? Per un motivo: l'Arte non è scoperta di "ciò che c'è", ma di ciò che "ci può essere". l'Arte non è relativa al ruolo esistenziale comune, ma a una condizione che va oltre questo livello, e dunque non può essere vista tramite apparecchiature o esami visuali, ma può solo essere intuita, e guidata da chi l'ha conquistata con strumenti empirici. Un canto perfetto esige una modificazione anatomica e fisiologica degli apparati che non si trovano nella condizione di fare canto esemplare, trovandosi nella situazione contingente della vita vegetativa e di relazione. Non è immaginabile come debbano modificarsi gli apparati per poter raggiungere quel risultato, perché occorre proiettarsi con la mente oltre le esigenze di specie, il che è quasi impossibile se non per successive intuizioni e trovandosi in una situazione di esigenza soggettiva rarissima. In questo senso dovremmo dire che allora è giustificabile il livello mediocre o pessimo in cui si trova il canto oggigiorno? No; possiamo ammettere che la strada della perfezione possa essere un'avventura destinata a pochi, ciò non significa che si debba permettere un abbassamento generalizzato di questa disciplina. Abbiamo avuto periodi in cui il canto era a livelli medi molto elevati; occorre trovare i sistemi con ampia pubblicizzazione per allontanare e mettere in difficoltà i falsi maestri, i ciarlatani, gli "inventori" di metodi che non fanno che abbassare il livello di qualità, cercando di far spazio agli onesti, ai coscienziosi, agli operatori di buon senso, che si prestano anche alle osservazioni e sanno mettersi in discussione e aggiornarsi.

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