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lunedì, aprile 08, 2013

Della sintesi

Il grande insegnante, o maestro, è colui che riesce a far sintesi. Significa che non importa quante e quali scuole abbia frequentato e da quante e quali fonti abbia attinto informazioni di ogni genere che abbiano relazione con il tema. La virtù essenziale consiste nell'essere riusciti a sintetizzare, ovvero aver riunito in un unico pensiero coerente l'intera disciplina in un insieme relazionato nelle diverse componenti. Il mio maestro di riferimento collazionò circa 18 anni di esperienze in una moltitudine di scuole di canto, letture di trattati, filosofie, corsi di anatomia e fisiologia degli apparati, oltre naturalmente ad ascolti e letture svariate. Ciò che arrivò ad elaborare fu non soltanto una somma di informazioni e dati, come può capitare a chiunque passi per numerose esperienze, ma, per l'appunto, una sintesi intesa come unificazione del tutto ed elevamento a potenza del concetto, dove ogni dato è in perfetta relazione con il tutto, e dove l'analisi non è più da considerare "divisione" o lettura individuale di ogni elemento (ad es. la respirazione o i movimenti cartilaginei, ecc.) ma sempre lettura "in relazione al tutto", ovvero impossibilità di analisi di un elemento senza richiamare gli altri elementi del contesto. Tutto è considerato dipendente e indipendente allo stesso tempo. Questa sintesi del pensiero si traduce anche in sintesi del risultato vocale, in primo luogo in chi insegna, quindi in chi apprende; vuol dire avere percezione unica del suono vocale risultante e risultato del processo che perde completamente interesse e importanza nella percezione del cantante, ciò che conta è la volontà - che è diventata un "nuovo istinto" - puramente mentale, che opera sul fisico senza alcuna ulteriore necessità di pensiero. La percezione di gola, lingua, palato, laringe o qualsiasi altro componente fisico diventa distrazione, quindi deve essere allontanata come impropria e fastidiosa; ecco che è da questo punto che può nascere realmente IL CANTO, cioè quella libertà di azione che permette al musicista di far musica, ammesso - a questo punto - che abbia gli strumenti per poterlo fare! Già, perché come il vocalista  necessita di dura disciplina per raggiungere la meta della libertà fonica, a quel punto - se non lo ha già sviluppato in parallelo - deve acquisire gli strumenti per poter "trascendere" il suono in musica, ovvero far sì che il caotico universo di note, agogiche, dinamiche, timbri e quant'altro possano UNIFICARSI - quindi sintetizzarsi - in un fluido discorso orientato a comunicare il proprio messaggio spirituale. Detto ciò, quale può essere il contributo di questo post a chi legge, al di là di una generica visione "dall'alto" della materia? Il consiglio è quello di puntare alla sintesi, vale a dire operare in direzione di unificare, pensare nell'ottica di determinare un certo risultato fonico, ponendo in dialogo la mente - in mezzo - tra l'orecchio che capta e la bocca che emette, mettendo a tacere tutto il resto. Sembra facile? Provate a rimanere in questo atteggiamento per 5 secondi, cioè il tempo di fare 5 suoni, e sono pronto a scommettere che non tutti ci riusciranno; figuratevi farlo per molte volte di seguito, o farlo per tutta un'aria! Ma è prima di tutto questo il risultato vero da conseguire; la voce è il mezzo attraverso cui si orienta il pensiero, quindi diventa una sorta di meditazione, o per lo meno una concentrazione particolarmente profonda; infatti ciò che lamentano molti studendi di questa scuola è proprio l'impegno di concentrazione che questo studio richiede. Ci vuole, anche qui, un bell'allenamento e una bella forza d'animo. Parallelamente consiglio, a chi se la sente, di provare a verificare se la propria concezione del canto è sufficientemente chiara, se, cioè, riesce a ipotizzare il collegamento respirazione produzione e articolazione-amplificazione senza che nascano contraddizioni o ci siano dubbi e vuoti nella spiegazione. Insomma, provate a interrogarvi e datevi un voto!

1 commento:

  1. Salvo4:45 PM

    Certamente la sintesi è fondamentale nel processo di insegnamento insieme, secondo me, alla chiarezza della stessa. Quello che ho trovato, sempre, nel mio trascorso da allievo è stata la lacunosità, il tentativo di aggrapparsi sugli specchi,dei miei precedenti insegnanti... ognuno diceva di avere la "sintesi"... i concetti sono pochi dicevano... ma poi nessuno, tratte il mio ultimo maestro, ha effettivamente chiarito, fatto luce su quello che è effettivamente il canto, quali sono i reali obiettivi e quali i falsi specchietti... La concentrazione, poi, penso sia la reale forza che ti porta nel tempo a sublimare il canto ed è molto difficile da raggiungere. Se dovessi darmi un voto mi darei un 7: da una parte penso di aver appreso molti concetti che metto in pratica, certamente ho ancora delle zone che devo migliorare (voglio e posso riuscirci),ma la cosa che credo, correggimi se sbaglio, sia positiva è che so dove e quando sbaglio... ed applico i giusti correttivi. Respirazione, produzione, amplificazione, poi, penso siano frutto del parlato, ed oggi posso dire dfi aver raggiunto un buon parlato. Mannaggia,però, se mi avessero sin dall'inizio insegnato a parlare bene, la giusta pronuncia, la giusta fonazione delle vocali, l'aiuto delle consonanti, insomma avrei qualche punticino in più oggi e un pò più di tempo da dedicare ad altre imperfezioni. Mia moglie dice che sono un pò fissato... ma c'aggia fà è più forte di me...

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