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domenica, novembre 01, 2015
"Zitti zitti piano piano" - video
Inserisco un video di commento al precedente post sui suoni piano. Ho poco tempo a disposizione e forse anche poca pazienza, quindi ho girato di getto; alcune cose avrebbero meritato di essere rifatte, ma credo che nella sostanza il tema sia stato trattato.
Riguardo al "falsettino" io non sono del tutto convinto. E' vecchia questione di cui abbiamo già parlato molte volte, ma rimane per me non del tutto risolta. Sulla mia voce non sono mai riuscito a sperimentare il giochetto descritto dal Delle Sedie. Se prendo una nota in falsett(in)o, per quanto piccolo, riesco comunque a rinforzarlo senza che la voce cada all'ottava bassa. Il mio falsettino resta sempre collegabile con il falsetto pieno, non è una emissione "a parte".
Il fatto che tu non riesca, non significa che non sia così! Così come Delle Sedie credo che la mia esperienza sia sufficientemente esemplificativa. Comunque la questione è spiegabile con la differente struttura delle corde vocali. La corda più robusta e spessa del baritono rende più sonori e di facile produzione gli armonici, mentre la corda più sottile dei contraltini rende più facile l'emissione del falsetto.
Io ritengo che una parentela tra il falsetto ed il falsettino ci debba pur essere. Il falsettino è comunque corda tesa, fa parte del regno del falsetto. Nel contraltino, che è voce naturalmente più protesa all'atteggiamento di falsetto (alcuni contraltini cantano solo in questo registro), questa parentela è più evidente: il rinforzo del falsettino innesca naturalmente, direi istintivamente il falsetto; al contrario nel baritono o nel basso il registro più usuale è il petto, e quindi è più facile che l'energia usata per tentare di rinforzare il falsettino inneschi invece la corda di petto, e quindi il salto all'ottava bassa. Giurerei che alcune volte a me sia capitato l'esatto opposto: un brusco colpo poco controllato su note centrali, che porta la corda a "scattare" all'ottava superiore.
No, tra falsetto e falsettino non c'è parentela, e in quest'ultimo la corda non è tesa, per cui non si può neanche dire che "fa parte del regno del falsetto". E' un'altra cosa. L'analisi contraltino-baritono è più corretta; diciamo che un suono "leggero" nel baritono-basso può innescare più facilmente l'armonico sulla corda di petto, che è ovviamente anche più sonoro e rientra maggiormente nell'ambito dei suoni percepibili.
Capisco. Evidentemente io il falsettino non so neanche che cosa sia, non lo posseggo, è un'emissione che non mi appartiene, impossibile per le mie corde. Ho invece un falsetto leggero con caratteristiche simili al falsettino, ma che falsettino non è. Tuttavia credo si presti allo stesso tipo di esercizi sul piano e sul pianissimo, otre a essere assai utile per accennare i pezzi durante lo studio, a volte addirittura anche nel canto vero e proprio, come effetto, o anche cantando in coro.
Sì, esatto, è comunque eccellente per gli esercizi, anzi, forse persino meglio! Però è un po' una questione personale; per me ad esempio il falsetto pieno non è così agevole.
Voglio scrivere un altro commento, perché trovo questo argomento davvero fondamentale (non a caso ha suscitato reazioni scandalizzate presso certi auto proclamatisi paladini dei "principi della scuola italiana storica"... il che conferma trattarsi di una fondamentale verità: essa è sempre invisa al mondo). Soprattutto per le voci di tenore e anche di contraltino, che di tutte le voci ritengo siano quelle che più rischiano di gridare e steccare, è irrinunciabile imparare a controllarsi, a godere di un'emissione quasi azzerata, che lasci lo spazio e la libertà di giocare sulla parola, sui colori, nonché di aumentare la dinamica ma solo quando necessario. Ne guadagnerà l'espressività, la musicalità, l'organo vocale sarà meno affaticato, la zona acuta più facile e omogenea, il fiato più pronto e riposato per affrontare al meglio i punti più pesanti e impegnativi di un'aria o di un'opera. Pensiamo al solito Schipa, che sull'emissione leggerissima, appena accennata, ci ha fondato tutta la propria carriera e la propria arte. Stupiva il pubblico con acuti al fulmicotone (rubo l'espressione a Celletti) che arrivavano inaspettati, dopo aver magari sospirato a fior di labbro tutta la parte precedente della propria aria... Trovo fondamentale poi il discorso sulle emozioni: è proprio vero, il pianissimo permette di entrare più profondamente a contatto con la propria sfera emotiva, e di esprimere quindi con maggior verità. E quindi coinvolgere meglio chi ascolta. Inizialmente accettare di rinunciare a sonorità più stentoree e appaganti sembra difficile da accettare, ma in breve si sarà ripagati dieci volte tanto. Nel piano è la chiave per trovare vero godimento, piacere e tranquillità cantando. Io stesso inizio a capirlo adesso dopo parecchio tempo.
Ringrazio tutti quanti voi per il seguito che state dando al blog e a questo come altri argomenti. Ringrazio poi in particolare Francesco per gli aspetti integrativi e di approfondimento, certamente importanti. Come ho più volte detto e scritto, le parole sono insufficienti in campo artistico, quindi più si riesce a fornire sfumature e punti di vista, più si riuscirà ad arrivare a dare di ogni argomento una visuale ampia e quindi condivisibile.
Chiedo scusa se riapro la discussione, ma mi è venuta in mente un'altra questione. Nel video viene detto, ancora a proposito di falsetto e falsettino, che il falsetto maschile non può essere così sottile, chiaro e leggero come è invece il falsettino (armonico). Poi viene fatta una dimostrazione di falsetto baritonale. Ma non si è parlato dell'uso della corda di falsetto-testa che fanno gli attuali cosiddetti "controtenori", o per meglio dire gli attuali e molto in voga sopranisti e contraltisti adulti di sesso maschile (non evirati). Il loro è un falsetto (non falsettino) molto chiaro e femmineo, ma anche sonoro e penetrante, che si presta ad imitare e finanche a surrogare la voce bianca o la voce muliebre. In sostanza voglio dire che quello del falsetto mi pare un universo variegato, con tantissime sfumature e possibilità. Non è così?
A parte che non ci ho pensato affatto a quella situazione, in effetti non c'entra direttamente perché non rientra nei suoni "piano". La voce dei contratenori è una voce piena che viene realizzata con una parzializzazione della vibrazione cordale. E' un effetto particolare che si può definire, seppur erroneamente, voce ti testa laddove c'è il falsetto pieno. Qualcuno ce l'ha naturalmente, qualcuno riesce a farla volontariamente. E' un "buco" nella mia preparazione perché non riesco a farla se non in rare occasioni e di conseguenza non la posso insegnare.
I foniatri la chiamano "stop closure falsetto". Va beh, non lo definirei un "buco"... personalmente considero questa tecnica sostanzialmente estranea ad un canto davvero naturale, artisticamente esemplare, ed incompatibile con la perfetta unificazione degli apparati e dei registri.
E' certamente un artificio, cioè la possibilità per una laringe maschile di comportarsi come una femminile. E' una sorta di "paralisi" di una porzione delle corde, in modo che essa suoni più corta e quindi più acuta. E' altamente improbabile, a mio avviso, che questa condizione possa interagire con la normale funzione vocale tipicamente maschile e quindi creare una corda unica o comunque un passaggio accettabile dal petto a questo "registro" sopranile artificiale. Resta il fatto che molte persone riescono a cantare anche con una certa disinvoltura e in qualche raro caso anche gradevolmente. Esula però, lo ammetto, dal campo delle mie competenze.
Se c'è un'attitudine naturale, ben venga. Può tornare utile, che ne so, per fare spettacolo (Aspinall), per i maestri di coro, o in mancanza di voci femminili (questa fu l'unica ragione storica dell'uso, se mai c'è stato, di queste voci, nelle cantorie delle chiese vietate al gentil sesso). Se no, non capisco perché qualcuno debba voler imparare a cantare con una voce diversa dalla propria, salvo imitazioni in chiave comico-farsesca. O meglio, il perché si può anche immaginare, ma non lo approvo. Misteri e paradossi del nostro tempo. Pertanto la mia opinione è che non si debba insegnare affatto (e dubito si possa). Tra l'altro il termine controtenore è un falso, difatti io lo evito o lo uso virgolettato. Controtenore (countertenor) era un po' l'equivalente inglese dei contraltini (in francese haute-contre). Cioè una voce maschile naturale, particolarmente chiara, più acuta e leggera di un tenore. Per esempio questo era un controtenore: https://www.youtube.com/watch?v=WJpjxEBSPSc Quelli di oggi non sono controtenori, sono solo sopranisti o mezzosopranisti artificiali. Si sono accaparrati il titolo di controtenori per sembrare più interessanti e vendersi meglio. E' una moda. I più bravi magari risultano anche accettabili sotto il profilo dell'intonazione e della musicalità e genericamente gradevoli, ma in un'ottica di superficie. Non possono eguagliare la profondità espressiva di una voce naturale, di una voce vera. L'artificio è un handicap.
Sono d'accordo sulla nomenclatura. Anche secondo me il termine controtenore è del tutto inappropriato e fuorviante, ed è corretto, invece, l'uso di sopranista o contraltista ARTIFICIALE. Ebbi una accesa discussione anni fa con una persona che non accettava il termine artificiale, insistendo che ciò che fa un uomo non può essere artificiale, in quanto non ci sono mezzi estranei alla stessa anatomia. Spiegai, ma invano, che artificio è anche un uso inappropriato delle stesse risorse naturali. Mi pare evidente che rispetto a un sopranista naturale, come erano i castrati un tempo, il termine artificiale in questo caso è del tutto legittimo.
Non è un artificio, sono possibilità della voce, non c'è da approvare o non approvare, si tratta semplicemente di preferenze personali. È il resto del registro di falsetto. Solo che molti cantanti lirici hanno usato la sola versione a corda sottile ma non parzializzata, usata tranquillamente dalle donne dopo il la3 - si3, nell'emissione classica, talvolta, ma non sempre con uno scalino, reso poco evidente dal timbro già chiaro e alleggerito dal fa3 - falsetto a corda piena. Schipa arrivava a re4 con grande chiarezza e uniformità e poteva amdare oltre, solo non era necessario al suo repertorio. La laringe maschile e quella femminile funzionano similmente, soprattutto il falsetto, ma i passaggi sono sfalsati. Tra contralto e tenore non c'è poi uba distanza maggiore che tra tenore e basso.
Caro Fabio, hoy vi uno de los últimos videos de Simone Angippi, donde también él valoriza y usa el concepto de que "il canto nasce dal soffio, dal susurro" (es decir, también la noción de tu post de que "il suono "piano" è la base della voce". Por cierto que sé que conoces el trabajo de Simone, ya que él siempre habla muy bien de tu trabajo. Simone habla de este tema específicamente en el segmento de 7:00-8:25 min del siguiente video. Saludos !! https://www.youtube.com/watch?v=wK2J9nDxYAs&list=PLyeucpbCnhKnphyxCS3E-iGNoQz8AYMrk&index=17
Conosco Simone e vedo spesso i suoi video; lo ringrazio anche per la "pubblicità" fattami, infatti ho diversi allievi che sono giunti grazie alle sue parole. Non siamo proprio allineati su tutto, ma ci sono punti di contatto, soprattutto condividiamo un certo stile di canto. Grazie per la segnalazione.
Grazie Maestro! Anna
RispondiEliminaMuchísimas gracias Fabio por el video !! Muy informativo y útil.
RispondiEliminaRiguardo al "falsettino" io non sono del tutto convinto. E' vecchia questione di cui abbiamo già parlato molte volte, ma rimane per me non del tutto risolta. Sulla mia voce non sono mai riuscito a sperimentare il giochetto descritto dal Delle Sedie. Se prendo una nota in falsett(in)o, per quanto piccolo, riesco comunque a rinforzarlo senza che la voce cada all'ottava bassa. Il mio falsettino resta sempre collegabile con il falsetto pieno, non è una emissione "a parte".
RispondiEliminaIl fatto che tu non riesca, non significa che non sia così! Così come Delle Sedie credo che la mia esperienza sia sufficientemente esemplificativa. Comunque la questione è spiegabile con la differente struttura delle corde vocali. La corda più robusta e spessa del baritono rende più sonori e di facile produzione gli armonici, mentre la corda più sottile dei contraltini rende più facile l'emissione del falsetto.
RispondiEliminaIo ritengo che una parentela tra il falsetto ed il falsettino ci debba pur essere. Il falsettino è comunque corda tesa, fa parte del regno del falsetto. Nel contraltino, che è voce naturalmente più protesa all'atteggiamento di falsetto (alcuni contraltini cantano solo in questo registro), questa parentela è più evidente: il rinforzo del falsettino innesca naturalmente, direi istintivamente il falsetto; al contrario nel baritono o nel basso il registro più usuale è il petto, e quindi è più facile che l'energia usata per tentare di rinforzare il falsettino inneschi invece la corda di petto, e quindi il salto all'ottava bassa. Giurerei che alcune volte a me sia capitato l'esatto opposto: un brusco colpo poco controllato su note centrali, che porta la corda a "scattare" all'ottava superiore.
EliminaNo, tra falsetto e falsettino non c'è parentela, e in quest'ultimo la corda non è tesa, per cui non si può neanche dire che "fa parte del regno del falsetto". E' un'altra cosa. L'analisi contraltino-baritono è più corretta; diciamo che un suono "leggero" nel baritono-basso può innescare più facilmente l'armonico sulla corda di petto, che è ovviamente anche più sonoro e rientra maggiormente nell'ambito dei suoni percepibili.
EliminaCapisco. Evidentemente io il falsettino non so neanche che cosa sia, non lo posseggo, è un'emissione che non mi appartiene, impossibile per le mie corde. Ho invece un falsetto leggero con caratteristiche simili al falsettino, ma che falsettino non è. Tuttavia credo si presti allo stesso tipo di esercizi sul piano e sul pianissimo, otre a essere assai utile per accennare i pezzi durante lo studio, a volte addirittura anche nel canto vero e proprio, come effetto, o anche cantando in coro.
EliminaSì, esatto, è comunque eccellente per gli esercizi, anzi, forse persino meglio! Però è un po' una questione personale; per me ad esempio il falsetto pieno non è così agevole.
EliminaVoglio scrivere un altro commento, perché trovo questo argomento davvero fondamentale (non a caso ha suscitato reazioni scandalizzate presso certi auto proclamatisi paladini dei "principi della scuola italiana storica"... il che conferma trattarsi di una fondamentale verità: essa è sempre invisa al mondo).
RispondiEliminaSoprattutto per le voci di tenore e anche di contraltino, che di tutte le voci ritengo siano quelle che più rischiano di gridare e steccare, è irrinunciabile imparare a controllarsi, a godere di un'emissione quasi azzerata, che lasci lo spazio e la libertà di giocare sulla parola, sui colori, nonché di aumentare la dinamica ma solo quando necessario. Ne guadagnerà l'espressività, la musicalità, l'organo vocale sarà meno affaticato, la zona acuta più facile e omogenea, il fiato più pronto e riposato per affrontare al meglio i punti più pesanti e impegnativi di un'aria o di un'opera. Pensiamo al solito Schipa, che sull'emissione leggerissima, appena accennata, ci ha fondato tutta la propria carriera e la propria arte. Stupiva il pubblico con acuti al fulmicotone (rubo l'espressione a Celletti) che arrivavano inaspettati, dopo aver magari sospirato a fior di labbro tutta la parte precedente della propria aria... Trovo fondamentale poi il discorso sulle emozioni: è proprio vero, il pianissimo permette di entrare più profondamente a contatto con la propria sfera emotiva, e di esprimere quindi con maggior verità. E quindi coinvolgere meglio chi ascolta. Inizialmente accettare di rinunciare a sonorità più stentoree e appaganti sembra difficile da accettare, ma in breve si sarà ripagati dieci volte tanto. Nel piano è la chiave per trovare vero godimento, piacere e tranquillità cantando. Io stesso inizio a capirlo adesso dopo parecchio tempo.
Concuerdo con las palabras de Francesco. El piano es la semilla de la voz.
RispondiEliminaRingrazio tutti quanti voi per il seguito che state dando al blog e a questo come altri argomenti. Ringrazio poi in particolare Francesco per gli aspetti integrativi e di approfondimento, certamente importanti. Come ho più volte detto e scritto, le parole sono insufficienti in campo artistico, quindi più si riesce a fornire sfumature e punti di vista, più si riuscirà ad arrivare a dare di ogni argomento una visuale ampia e quindi condivisibile.
EliminaChiedo scusa se riapro la discussione, ma mi è venuta in mente un'altra questione. Nel video viene detto, ancora a proposito di falsetto e falsettino, che il falsetto maschile non può essere così sottile, chiaro e leggero come è invece il falsettino (armonico). Poi viene fatta una dimostrazione di falsetto baritonale. Ma non si è parlato dell'uso della corda di falsetto-testa che fanno gli attuali cosiddetti "controtenori", o per meglio dire gli attuali e molto in voga sopranisti e contraltisti adulti di sesso maschile (non evirati). Il loro è un falsetto (non falsettino) molto chiaro e femmineo, ma anche sonoro e penetrante, che si presta ad imitare e finanche a surrogare la voce bianca o la voce muliebre. In sostanza voglio dire che quello del falsetto mi pare un universo variegato, con tantissime sfumature e possibilità. Non è così?
RispondiEliminaA parte che non ci ho pensato affatto a quella situazione, in effetti non c'entra direttamente perché non rientra nei suoni "piano". La voce dei contratenori è una voce piena che viene realizzata con una parzializzazione della vibrazione cordale. E' un effetto particolare che si può definire, seppur erroneamente, voce ti testa laddove c'è il falsetto pieno. Qualcuno ce l'ha naturalmente, qualcuno riesce a farla volontariamente. E' un "buco" nella mia preparazione perché non riesco a farla se non in rare occasioni e di conseguenza non la posso insegnare.
RispondiEliminaI foniatri la chiamano "stop closure falsetto". Va beh, non lo definirei un "buco"... personalmente considero questa tecnica sostanzialmente estranea ad un canto davvero naturale, artisticamente esemplare, ed incompatibile con la perfetta unificazione degli apparati e dei registri.
EliminaE' certamente un artificio, cioè la possibilità per una laringe maschile di comportarsi come una femminile. E' una sorta di "paralisi" di una porzione delle corde, in modo che essa suoni più corta e quindi più acuta. E' altamente improbabile, a mio avviso, che questa condizione possa interagire con la normale funzione vocale tipicamente maschile e quindi creare una corda unica o comunque un passaggio accettabile dal petto a questo "registro" sopranile artificiale. Resta il fatto che molte persone riescono a cantare anche con una certa disinvoltura e in qualche raro caso anche gradevolmente. Esula però, lo ammetto, dal campo delle mie competenze.
EliminaSe c'è un'attitudine naturale, ben venga. Può tornare utile, che ne so, per fare spettacolo (Aspinall), per i maestri di coro, o in mancanza di voci femminili (questa fu l'unica ragione storica dell'uso, se mai c'è stato, di queste voci, nelle cantorie delle chiese vietate al gentil sesso). Se no, non capisco perché qualcuno debba voler imparare a cantare con una voce diversa dalla propria, salvo imitazioni in chiave comico-farsesca. O meglio, il perché si può anche immaginare, ma non lo approvo. Misteri e paradossi del nostro tempo. Pertanto la mia opinione è che non si debba insegnare affatto (e dubito si possa).
EliminaTra l'altro il termine controtenore è un falso, difatti io lo evito o lo uso virgolettato. Controtenore (countertenor) era un po' l'equivalente inglese dei contraltini (in francese haute-contre). Cioè una voce maschile naturale, particolarmente chiara, più acuta e leggera di un tenore. Per esempio questo era un controtenore: https://www.youtube.com/watch?v=WJpjxEBSPSc
Quelli di oggi non sono controtenori, sono solo sopranisti o mezzosopranisti artificiali. Si sono accaparrati il titolo di controtenori per sembrare più interessanti e vendersi meglio. E' una moda. I più bravi magari risultano anche accettabili sotto il profilo dell'intonazione e della musicalità e genericamente gradevoli, ma in un'ottica di superficie. Non possono eguagliare la profondità espressiva di una voce naturale, di una voce vera. L'artificio è un handicap.
Sono d'accordo sulla nomenclatura. Anche secondo me il termine controtenore è del tutto inappropriato e fuorviante, ed è corretto, invece, l'uso di sopranista o contraltista ARTIFICIALE. Ebbi una accesa discussione anni fa con una persona che non accettava il termine artificiale, insistendo che ciò che fa un uomo non può essere artificiale, in quanto non ci sono mezzi estranei alla stessa anatomia. Spiegai, ma invano, che artificio è anche un uso inappropriato delle stesse risorse naturali. Mi pare evidente che rispetto a un sopranista naturale, come erano i castrati un tempo, il termine artificiale in questo caso è del tutto legittimo.
EliminaNon è un artificio, sono possibilità della voce, non c'è da approvare o non approvare, si tratta semplicemente di preferenze personali. È il resto del registro di falsetto. Solo che molti cantanti lirici hanno usato la sola versione a corda sottile ma non parzializzata, usata tranquillamente dalle donne dopo il la3 - si3, nell'emissione classica, talvolta, ma non sempre con uno scalino, reso poco evidente dal timbro già chiaro e alleggerito dal fa3 - falsetto a corda piena. Schipa arrivava a re4 con grande chiarezza e uniformità e poteva amdare oltre, solo non era necessario al suo repertorio. La laringe maschile e quella femminile funzionano similmente, soprattutto il falsetto, ma i passaggi sono sfalsati. Tra contralto e tenore non c'è poi uba distanza maggiore che tra tenore e basso.
EliminaCaro Fabio, hoy vi uno de los últimos videos de Simone Angippi, donde también él valoriza y usa el concepto de que "il canto nasce dal soffio, dal susurro" (es decir, también la noción de tu post de que "il suono "piano" è la base della voce". Por cierto que sé que conoces el trabajo de Simone, ya que él siempre habla muy bien de tu trabajo. Simone habla de este tema específicamente en el segmento de 7:00-8:25 min del siguiente video. Saludos !!
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=wK2J9nDxYAs&list=PLyeucpbCnhKnphyxCS3E-iGNoQz8AYMrk&index=17
Conosco Simone e vedo spesso i suoi video; lo ringrazio anche per la "pubblicità" fattami, infatti ho diversi allievi che sono giunti grazie alle sue parole. Non siamo proprio allineati su tutto, ma ci sono punti di contatto, soprattutto condividiamo un certo stile di canto. Grazie per la segnalazione.
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