Dobbiamo considerare che quanto ha lasciato il m° Antonietti in merito soprattutto al canto artistico, scritto e orale, che ho cercato di ulteriormente arricchire ed esporre in varie chiavi per consentirne una fruizione il più larga possibile, è patrimonio dell'umanità, così come il materiale di vario genere lasciatoci dal grande maestro Sergiu Celibidache. Due veri e immensi maestri le cui eredità, parte direttamente parte indirettamente, ho avuto l'immensa fortuna di saggiare con mano. Può sembrare un'esagerazione, ma non lo è. I pensieri e gli insegnamenti di questi geni, accomunati in molti punti, sono espressione di un livello di conoscenze spirituali altissime che trovano corrispondenze solo in pochi artisti dei Secoli precedenti. Purtroppo dobbiamo constatare che questo nostro tempo non è consono (cioè non "suona insieme") a queste scoperte e alla loro pratica attuazione. Si bada alla velocità, a far presto, a conquistare onori e denari, ad apparire. Si usa poco il buon senso anche da parte di chi in buona fede e con onesta e sincera passione si incammina sulla strada dell'arte musicale e vocale. Se così non fosse non si capisce come si possa accettare che si continui a perpetuare un insegnamento e una vocalità incomprensibili se solo si usasse un po' di intelligenza e di attenzione. Ma sappiamo anche che il problema sta anche, e forse soprattutto, altrove, cioè in eserciti di persone del tutto prive di cognizioni, ma che hanno assunto (e/o qualcuno ha permesso che assumessero) posti di potere e che quindi giudicano, valutano e promuovono la mediocrità, magari di buon aspetto. Allora la deduzione è che per tornare a un rinascimento umanistico e artistico, dobbiamo aspettare che i danni che si stanno producendo risultino talmente evidenti e insopportabili che i "farisei" vengano cacciati, e si torni alla ricerca di una semplice ma indubitabile verità, e cioè che il canto "interiore", che è oggi il più praticato, con tutte le conseguenze che comporta, sia totalmente abbandonato e con semplici constatazioni si torni ad ascoltare la voce e la sua manifestazione esteriore e si lavori nello sviluppo e perfezionamento di quella.
Il m° Antonietti era quasi certo che i suoi insegnamenti sarebbero andati perduti con la sua morte; alcuni cantanti di ottima carriera hanno portato nel mondo una parte del suo modello di canto, ma il rischio maggiore riguardava il suo sapere, i principi e gli elementi base su cui tutto poggia. Fortunatamente non è stato così, ma il rischio continua a permanere. Oggi pochi dei suoi allievi, quattro che io sappia, me compreso, si occupano di insegnamento, ma devo dire che il corpus complessivo di questa materia, pur nella sua elementarità, è talmente ampio che nutro dubbi sulla reale possibilità che sia appieno "digerito" e quindi possa essere tramandato significativamente. Per questo ho dato mano in questi anni al presente blog che però anch'esso non è detto che abbia vita molto lunga, per cui appena avrò più tempo, penso di dedicarmi a una soluzione cartacea di una sorta di trattato-non trattato, che contro tutte le profezie, credo che sarà anch'esso l'unico patrimonio che si salverà.
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