La musica è l'unica arte che si basa su un materiale invisibile. Nella preistoria l'uomo era soverchiato da cose che non comprendeva, più grandi di lui, e che quindi riferiva facilmente al mondo del soprannaturale. Tutta l'arte era considerata materia legata al trascendente e chi era in grado di svolgere attività artistiche, un predestinato, un eletto, che quindi aveva un ruolo di spicco nelle comunità, proprio per la sua vicinanza al mondo dell'invisibile e quindi del trascendente. La musica per diverso tempo dovette riguardare solo melodie vocali con cui si invocava protezione, aiuto per la vita difficile, per il clima, ecc. Però la curiosità che anima l'uomo, che è un forte segnale della componente spirituale presente, variabilmente, in ciascuno di noi, presto fece trovare che mediante semplici oggetti presenti in natura si potevano ottenere suoni non troppo dissimili dalla voce umana e facilmente modulabili. Sicuramente già si era arrivati all'accompagnamento ritmico mediante tamburellamento, e da qui è partito un lentissimo ma inarrestabile sviluppo di tutto il mondo strumentale. Però è interessante fare una riflessione. L'uomo ha sempre avuto, e ha ancora, un forte desiderio di dominio e di controllo su tutto; è la nostra componente razionale ed egoica. La voce esce quasi del tutto spontaneamente, su di essa si può fare un controllo piuttosto modesto, almeno così si è pensato e grossomodo fatto fino almeno alla fine dell'800, con propaggini fini al secondo dopoguerra. Per la verità, lo sappiamo, già dalla metà del XIX Sec. l'Accademia delle Scienze di Parigi e Garcia si erano messi a osservare e a fare studi e riflessioni sulla produzione della voce, andando anche un po' più in là della semplice osservazione. In ogni modo ciò che appare interessante è notare che il bisogno di dominio e controllo sull'arte invisibile, viene per lo più svolta attraverso l'invenzione e l'utilizzo di strumenti meccanici. Mediante corde e tubi variamente combinati e variamente messi in vibrazione, l'uomo ha potuto decidere i suoni da produrre, il timbro, le altezze, ecc. con notevole precisione e con una ampia possibilità di intervento sui vari parametri anche durante l'esecuzione stessa. La voce, viceversa, è restata a lungo un terreno un po' magico, che alcuni bravi insegnanti riuscivano a plasmare esclusivamente mediante interventi esterni, cioè richiedendo all'allievo di migliorare o modificare ciò che dicevano, raffinando, purificando e quindi sviluppando il prodotto sonoro attraverso l'evoluzione respiratoria. Questo fatto evidentemente attrasse il mondo della scienza, ovvero della ragione, che non tollerava di buon grado che il mondo della vocalità le sfuggisse, quindi prese a studiarlo e poi sempre più a invaderne gli aspetti produttivi e didattici. La ragione, la razionalità, non si combinano molto con l'arte. La scienza analizza e separa, studia il particolare e perde di vista l'insieme. La scienza per molto tempo è stata legata quasi esclusivamente alla salute, perché ce n'era ampio bisogno visto che le condizioni di vita fino a non molto tempo fa non erano certo molto favorevoli, almeno per larghi strati della popolazione. Anche laddove si interessava di voce, era più che altro per intervenire laddove esistevano gravi problemi. Però, come dicevo, la scienza era anche ricerca e studio, dunque alcuni medici si interessarono a come nasce la voce, come si propaga, come si articola, ecc. Fin qui niente di male. Ma a un certo punto essa ha voluto compiere un "sorpasso", cioè bollare come ciarlataneria l'insegnamento empirico dei maestri di canto, che meraviglie avevano fatto nei secoli (con tutte le eccezioni che si vuole), volendo diventare lei la portabandiera della didattica vocale. Il sorpasso è sostanzialmente riuscito non solo grazie alla preminenza che la medicina gode a livello popolare e colto, ma per la incredibile arrendevolezze che quasi tutto il mondo delle scuole di canto empiriche mostrarono, modificando i propri metodi. Non più ascoltare e guardare gli allievi chiedendo loro di modificare parole e suoni, ma chiedendo, come diceva la scienza, di modificare, muovere, parti interne, e ricercare sensazioni e incanalamenti. Purtroppo non si sono tenute conto alcune cose: intanto che dei buoni cantanti, che si sentivano portati per l'insegnamento, che avevano si e no la terza elementare, non potevano aver chiaro ciò che i signori laureati andavano predicando. Senza contare che anche loro non che sapessero proprio tutto... (come non lo sanno) e in questo modo non potevano neanche muovere sacrosante critiche, perché quelli erano i professori! chi si osa! Sicché gli insegnanti "convertiti" hanno cominciato a insegnare la tecnica rivolta internamente, senza, in realtà, sapere quasi niente di ciò che stavano facendo, mancando le basi e avendo perso le proprie. Le cose sono poi peggiorate, quando, consci di questo, si sono cominciate a fare scuole di fisiologia e anatomia vocale, accentuando sempre più la parte fisica, materiale e locale del fenomeno, tralasciando la parte fondamentale, cioè quella spirituale-artistica (ma bisogna sapere cos'è!). Comunque, perché questo fatto ha trovato la via così libera? Per quando detto all'inizio, cioè la scienza ha messo in mano all'uomo la (presunta) possibilità di dominare e controllare la voce, cioè l'invisibile. Continuo in altro post perché troppo lungo.
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