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martedì, luglio 11, 2023

Libertà laringea

 Tra le tante cose inopportune che vengono praticate in molte scuole di canto, una di quelle che ritengo più negative e violente è l'agire direttamente, volontariamente, sulla laringe. Quante volte ho visto e sentito ordinare agli allievi di premere su di essa! Il motivo è presto spiegato. Specie nei primi tempi di studio, la laringe tende a salire, anche repentinamente, quando si tentano suoni forti ed acuti., quindi il rimedio che sembra più immediato e logico consiste nell'agire in senso opposto, quindi premerla in giù. Non solo poche informazioni anatomiche e fisiologiche, ma semplici osservazioni (congruenti con quelle già praticate dai Garcia a metà Ottocento) sarebbero sufficienti a verificare che la Natura ha predisposto che la laringe debba oscillare (e dunque non gli va impedito), fluttuare nel canale faringeo, Guardando il "pomo d'Adamo" di qualunque cantante maschio, più evidente di quello femminile, quando dice "I" e quando dice "U", si osserverà senza ombra di dubbio che nel primo caso si solleva parecchio e nel secondo caso si abbassa. Se si imprime una forza verso il basso sulla laringe, si compie una violenza, una forzatura decisamente inopportuna e che comunque distorce la tendenza naturale, per cui il risultato sarà inevitabilmente difettoso. Fin qui le osservazioni per fugare ogni volontà o tendenza a fare azioni fisiche. Dopodiciò ci sono altre questioni che riguardano il canto.

Come ho poc'anzi scritto, la "I" e la "U", agli estremi, comportano dei movimenti evidenti della laringe. Naturalmente questi avvengono anche nelle altre vocali, in base al colore. Il colore chiaro tenderà a far alzare, il colore scuro a far scendere la laringe. Ora, il motivo per cui si agisce ssu di essa, si muove dalla percezione che molto spesso il sollevamento della laringe comporta anche lo spoggio del suono. Istintivamente laringe e diaframma si muovono parallelamente, quindi il sollevamento della laringe può comportare anche quello del diaframma, e conseguente spoggio del fiato e quindi della voce. Chi si ferma qui dirà: "allora è motivato il premere verso il basso!" Assolutamente no! Ho ben scritto "istintivamente!", cioè è qualcosa che riguarda il rapporto respiratorio e valvolare dell'apparato. Noi abbiamo un elevato obiettivo: trasformare l'apparato vocale in apparato vocale, almeno per il tempo in cui ci serve a tal scopo. In pratica questo significa "sganciare" la laringe dal suo ruolo valvolare e permetterle di fluttuare liberamente, cosa che già avviene quando parliamo. 

Capita, dunque, che quando si passa da una "O", "U" o anche una "A" molto ampia a una "I" o "É" stretta, si può essere tentati di premere verso il basso o di fare una "I" o "È" oscurate per evitare il sollevamento della laringe. Dove sta la semplice soluzione di tutto questo? Nella posizione avanzata della voce, fuori dalla bocca. Questa posizione crea automaticamente lo sgancio della laringe, per cui passare da "U" a "I" od "É", non solo non comporta alcun problema di spoggio, ma permette sempre la migliore posizione della voce. Bisogna vincere la paura ed evitare di compiere frenate e allargamenti indebiti, ma sempre con l'obiettivo della libertà, del parlar cantando. Questo argomento si sposa anche con la pessima idea di pensare l'appoggio come una pressione verso il basso.

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