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domenica, maggio 05, 2024

La stratificazione

 Per quanto riguarda la "sorpresa", ancora un pochina di pazienza...

Il tema che tratteggio oggi riguarda i registri. La descrizione e la percezione che si ha normalmente dei registri, è quella di una giustapposizione di meccaniche. Prima, in basso, un registro (che abitualmente chiamiamo petto) seguito da un secondo registro (che suol chiamarsi falsetto o testa), e che qualcuno fa anche seguire da un terzo registro (testa). La ricerca e lo studio portati avanti dal M° Antonietti, poi da me, hanno evidenziato che i registri esistono e sono un'esigenza istintiva. La scuola d'arte può annullare questa esigenza esistenziale comune e unificare le meccaniche. Questa sarà anche la percezione che si proverà. Però c'è un periodo intermedio in cui si sentiranno ancora delle differenze e questo può creare dubbi e incertezze. Non posso entrare nei particolari di questa situazione, che può solo essere affrontata dal vivo, però un piccolo consiglio mi sento di poterlo suggerire. Bisogna "ruotare" la sensazione. Cioè non ritenere più i registri come  una successione o giustapposizione, ma come una stratificazione. Vale a dire che il registro più leggero, il falsetto, come lo strato (o la "fetta") più alto/a. La corda vibra interamente, ma lo strato più sottile e superiore, più di quelli sottostanti. Con l'aumento o la diminuzione di energia, si andranno a coinvolgere o meno gli strati inferiori. Questo per dire, anche, che quando il respiro funziona artisticamente, non ci sono passaggi, e non ci sono registri esclusi, ma sempre tutti coinvolti, ma con gradazione.

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