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mercoledì, luglio 03, 2024

sillabe e allungamento delle vocali

 Un problema che mi trovo frequentemente ad affrontare con gli allievi, riguarda l'allungamrnto delle vocali, che il più delle volte si traduce in spinta e schiacciamento. E' in fondo il problema originario del canto. Anticamente i maestri descrivevamo il canto come un prolungamento delle vocali. Questo sarebbe corretto se non consistesse, come spesso è, nello spingere, nel premere ogni vocale verso la successiva.

Non si tiene, invece, conto dell'importanza della pronuncia della sillaba. Questo, come al solito, fa capo all'ego, ovvero a quella presunzione di ognuno di dettare le regole, quindi di non affidarsi alle propria creatività e capacità spirituale di saper fare le cose senza mettersi in mezzo. Ma, ancora una volta, non soffermandosi a studiare con attenzione ciò che già sappiamo fare per indole naturale, cioè parlare. 

Quando parliamo non schiacciamo, non spingiamo, ma emettiamo sillabe unendole con leggerezza. Se dico "quando parlo", in realtà pronuncio "QUAN-do par-lo". Qui avrei bisogno di utilizzare diverse gradazioni di misura per i caratteri per farmi capire meglio. "Quà" ha un accento tonico, quindi è logico che la maggior energia insista su questa sillaba. A meno che io non sia arrabbiato, e quindi dia accenti su ogni parola, e su ogni sillaba, si noterà facilmente che neanche su "par" ci sarà un accento altrettanto forte, anche se è logico che su "lo" ce ne sarà ancora meno. Quindi, volendo esprimermi con una numerazione, io potrei indicare per le quattro sillabe: 5-3-4-2. Se facessi cantare in una zona medio-alta, su un'unica nota, queste parole, il forte rischio sarebbe di sentire un 8 continuo. Cioè non viene quasi mai in mente di riferirsi alla stessa logica del parlato, e quindi di togliere energia sulle sillabe meno importanti. Quando dico meno importanti non voglio affatto togliere validità a quella sillaba, ma dare il giusto peso COMUNICATIVO: Il fatto che le parole siano divise in sillabe che solo su una ci sia un accento, è fondamentale alla comprensibilità e quindi alla correttezza comunicativa (articolazione). Se mettessimo accenti su tutte le sillabe dopo un po' saremmo fortemente infastiditi e non seguiremmo più. Ma ancor prima, il problema sta nel non cogliere il fatto che la parola è composta, articolata. Si considera sempre troppo il canto come legato al mondo dei suoni, per cui se noi vediamo quattro note uguali, tendiamo a uniformare, quindi a pronunciare la parola come un unico suono, ed escludiamo la corretta pronuncia delle sillabe e i diversi valori dinamici. Si può obiettare che si rischia la suddivisione e quindi uno spezzettamento delle parole e delle frasi, il che succede. Ma se succede è perché ci manca la consapevolezza dei giusti valori, cioè non riusciamo a trasportare nel canto la stessa discorsività che usiamo abitualmente nel parlato. In alcuni casi, ad es. gli articoli, invece ci può essere un legame: "inqué-sta-RE-ggia" dove la scansione numerica potrebbe essere: 13-2-5-3.(da "in" a "que" ci vuole un aumento di intensità, perché su "que" c'è l'accento, mentra occorre diminuire su "sta"). La domanda però potrebbe essere: ma il legato come si relaziona con questo discorso? Certo, può essere un po' più difficile mantenere il collegamento tra le sillabe pur dando rilievo alle singole sillabe con il giusto peso. Ma è ciò che possiamo fare, e magari facciamo, parlando, e che assolutamente possiamo fare nel canto di qualità. E' un esercizio fondamentale! Il mio consiglio è che quando volete studiare perfettamente un'aria, se non addirittura un'intera opera, vi mettiate con santa pazienza e una matita a mettere sotto ogni sillaba il numero che ritenete opportuno ai fini della dinamica. Fatelo parlando, e poi riproducetelo nel canto.

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