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giovedì, agosto 29, 2024

"Che di’, questa testa?..."

 Molti cantanti, e sopratutto allievi, hanno la tendenza, specie quando si avvicinano alla zona acuta, di piegare la testa. I tenori hanno le tendenza a piegarla all'indietro, quindi come se guardassero in alto, mentre vedo spesso le donne che tendono a piegarla in avanti. E' una questione che in passato veniva affrontata anche in maniera assai discutibile. Forse non tutti sanno che in un tempo nemmeno tanto remoto, inizio 900 e poi 800, alcuni (pessimi) insegnanti facevano uso di alcuni strumenti che potremmo far rientrare tra quelli di tortura (mi pare che siano anche esposti in qualche museo), tipo l'abbassalingua, ma anche uno strano aggeggio simile a un misuratore di altezza che con la sua asticella superiore aveva lo scopo di far abbassare la testa a coloro che avevano la tendenza ad alzarla. Veniva considerato uno strumento per migliorare gli acuti. La situazione paradossale è che quando la media qualitativa del canto era enormemente superiore a quella odierna, c'erano anche situazioni pessime nell'ambito dell'insegnamento. Pensate che parrucchieri, truccatori e altri artigiani teatrali, si improvvisavano maestri di canto perché erano stati a lungo a contatto con grandi cantanti, di cui facevano nomi e cognomi, e con cui avevano instaurato lunghe chiacchierate. Allora ritenevano di aver colto i loro "segreti" e di poterli applicare ai giovani aspiranti cantanti. 

Tornando all'argomento, come ho già scritto in passato e come ho anche descritto nel libro, la fisicità è sempre in agguato e occorre riconoscerla e affrontarla. L'aumento di pressione del fiato quando si va verso gli acuti, porta la colonna d'aria, che istintivamente è piegata a L, seguendo la piegatura del palato, a cercare di raddrizzarsi e puntare verso l'apice della calotta cranica. Questo fatto, che molti insegnanti e trattatisti ritengono positivo, è invece da scongiurare, perché non solo la voce va indietro, ma perde appoggio, in quanto il punto di riflessione sul palato alveolare, dietro ai denti anteriori superiori, diventa un "puntello" della colonna d'aria che in questo modo frenerà la tendenza a sollevarsi. In più, ricordiamo che quel punto è anche fondamentale per l'amplificazione, perché l'osso mandibolare si comporta come il ponticello di uno strumento a corde, cioè trasmette la vibrazione alla parte superiore del cranio, confutando quindi quelle assurde teorie secondo cui per aumentare l'amplificazione occorrerebbe far passare la voce dal palato posteriore, dove invece proprio la sollecitazione a sollevare il velo pendulo impedisce quel transito, senza contare la montagna di effetti secondari sulla qualità della voce. 

Quindi, sollevare la testa, che ha origine, soprattutto nei tenori e ancor più nei contraltini, nel fatto che la laringe è molto alta, e può dare un senso di fastidio all'attaccatura tra collo e mento, può avere ripercussioni negative nel fatto che la colonna d'aria perde il punto di appoggio anteriore e quindi perde squillo e pienezza. Quindi l'insegnante deve sempre insistere affinché la testa stia posizionata normalmente, senza alzarsi o abbassarsi. Nelle donne, che hanno una maggior tendenza a inclicarla in avanti, il difetto può essere indotto dagli insegnanti, che con la storia della maschera, insistono per far "girare" (mio dio) il suono dietro e portarlo poi (sì, bona notte) verso la maschera. Il problema, come dicevo, è che in questo modo si perde appoggio e amplificazione. In entrambi i casi, poi, si perde anche dizione, perché il sistema articolatorio non può più funzionare correttamente. Quindi rispondiamo alla domanda del titolo come fa Rigoletto: "è ben naturale che far di tal testa": tenetela "normale", guardate in avanti. Se l'allievo prova fastidio nella posizione alta della laringe, deve solo rilassare.

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