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lunedì, agosto 05, 2024

Parola d'arte

 L'umanità ha potuto avvalersi di un raro dono da parte dello spirito: la parola. Un dono che a buon diritto possiamo chiamare artistico. Toccò in sorte molto probabilmente solo a una quantità ristretta di ominidi, che però grazie a questa dote ebbero la meglio su altre specie, che si estinsero, mentre sempre più esemplari nascevano con questa abilità, che si fissò definivamente nel DNA. La parola, che si realtzzò solo a seguito della postura su due gambe e sulla modificazione rilevante del cranio e degli apparati respiratorio e digerente con la discesa della laringe sopra la trachea (precedentemente, come nei neonati, si trovava nella zona del velopendulo), è una particolare qualificazione non del suono prodotto dalle corde vocali, ma della risonanza, cioè dell'eco del suono negli spazi oro-faringei. Qualcuno la definisce una materializzazione del pensiero, ma non mi trova molto d'accordo. Non c'è, infatti, alcunché di materiale. Il pensiero plasma, modella in modo incorporeo; ci sono appena piccoli movimenti anatomici per incanalare e dare la giusta forma alla cavità che dovrà fornire la risonanza adatta a quanto si vuole dire. 

Dunque l'uomo conserva in sé il dono artistico della parola, passando così nel regno della Natura. L'attributo artistico si riconosce nell'unitarietà che si realizza tra fiato, laringe e apparato articolatorio-amplificante. Peraltro, ovviamente, tale prerogativa diffusa su tutta l'umanità, non poteva non avere dei limiti, anche notevoli, per cui si è attestata su una intensità e una estensione legata alle necessità, piuttosto modeste, anche se, in quanto espressione d'arte, in rari casi può manifestarsi a livelli molto elevati, che però il soggetto può perdere se non lo porta a coscienza. 

La parola posso definirla come uno "stargate", cioè un portale che può farci transitare verso il regno della completa vocalità canora. Essendo essa un attributo artistico, ci mostra la strada, le condizioni per far diventare espressione artistica tutta la voce soggettivamente presente in ciascuno di noi. Grazie alla parola già in nostro possesso, esercitandola affinché dia sempre il meglio di sé su ogni semitono, genererà la respirazione idonea a sostenerla per tutta la gamma. Naturalmente sotto la guida di un maestro che sappia riconoscere il più piccolo errore, la più lieve carenza e rimettere l'allievo sui giusti binari e sensibilizzarne l'udito affinché la sua coscienza si arricchisca   

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