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sabato, luglio 12, 2025

La A sbagliata

 Ci sono molti video su youtube dove sedicenti maestri di canto ci insegnano che esiste una A sbagliata, che suona "aperta", voltagare, sguaiata, ecc., e una A "coperta", giusta, un po' arrotondata, un po' oscurata..

In realtà le cose stanno esattamente al contrario! La A deve essere "aperta", cioè chiara, ricca di armonici. Ascoltate qualche cantante di inizio 900, tipo Tamagno, o anche più recente tipo Filippeschi. Dicono A che più A di così non si può. Eppure sono belle, non sono sguaiate o volgari. La A fatta bene è la vocale più bella ed è anche quella che educa di più il fiato. 

Il fatto fondamentale è che la A che loro reputano giusta, e che non è una A, realmente, è indietro, è dentro, non sfoga, è povera e soprattutto non è vera. Perchè sia tale, occorre che sia esterna, cioè che si ampli nello spazio, cosa che internamente non può fare perché di spazio ce n'è pochissimo. Questa, che può sembrare una soluzione semplice, non lo è per niente, perché il fiato deve avere un'energia che in natura difficilmente si manifesta (e da qui il fatto che solitamente suona brutta), pertanto occorre studio corretto sotto corretta guida affinché si evolva, Seconda ma non secondaria cosa, è l'attacco della A. Garcia incredibilmente suggerisce un attacco sulle corde vocali. Follia pura. Intanto dobbiamo rammentare che le vocali non devono mai essere attaccate fisicamente! Sono espressioni di sentimenti e devono avere attacco sul fiato, altrimenti sarebbero consonanti. Ciò che aiuta di più è il sospiro (o alito) che ci permette di sentire che la A nasce esternamente e a distanza. Inizialmente è molto dura evitare che l'istinto ci faccia pronunciare la vocale con i muscoli interni. Ecco perché usare il sospiro (e all'inizio è consigliabile aprire molto la bocca, poi ci si accorgerà che non è necessario), consumando molto fiato, senza la volontà di pronunciare, ma SENTENDO che essa nasce e si diffonde senza la nostra partecipazione attiva. Certe A della Callas erano così. scivolavano, correvano senza un vero punto di attacco. Ultimo consiglio, prezioso: piano pianissimo, anche falsettino. In questo modo è più difficile spingere e la vocale nascerà magicamente precisa; facendo scorrere il fiato SENZA PRESSIONE si potrà intensificarla. Però da soli è quasi impossibile. ci vuole l'esempio del maestro. 

1 commento:

  1. E' bello constatare che la voce si sviluppa parallelamente all' orecchio: sono stato ad un concerto, arie da camera di musica antica quindi non particolarmente sbilanciate verso l'acuto; il soprano aveva un' impostazione dei nostri giorni con gli acuti cercati indietro, fondamentalmente urlacchiati, i bassi cavi e una dizione incomprensibile, anche se si impegnava a pronunciare, ma risulta impossibile farsi comprendere con quell' emissione simil lirico, gutturale che non comunica nessun piacere; poi adesso che sto cominciando a comprendere che la cassa toracica deve rimanere aperta, notavo che lei era tutta chiusa e di conseguenza anche la sua gola, anche se pensava sicuramente, bontà sua, di cantare appoggiato. Anche la sua interpretazione era generica, con il timbro sempre "larmoyant" e non perfettamente intonato (tipico risultato di un canto a gola e torace chiusi) ma la cosa interessante però è stata che in alcuni passi in italiano, proprio per ragioni espressive, apriva le vocali, pronunciando delle belle A sorridenti e chiarissime, come fanno certi bassi buffi per scandire le sillabe: veniva fuori un falsettino sottile perchè il fiato non era, per forza di cose, sviluppato, ma inaspettatamente la voce si sentiva molto di più e il suo viso si distendeva e mi sommergeva un'inaspettata ondata di piacere; che peccato che lei non avesse coscienza (colpa sicuramente degli insegnanti) che quell' emissione fosse davvero l'unica giusta, che dona il piacere e la libertà di cantare e che per sentirla oggi dobbiamo ascoltare i cantanti soul e di musica leggera degli anni 90 (oggi l'autotune ha decretato la morte del canto più ancora che il microfono)

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