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venerdì, settembre 25, 2009

Maschera, Petto, Belcanto, Affondo....

La confusione regna sovrana! Leggiamo o sentiamo, e non solo da studenti o amatori, ma da cantanti celebri, insegnanti di canto (o sedicenti tali), mettere in contrapposizione il cosiddetto Belcanto con la tecnica dell'affondo, oppure il registro di petto con il canto in maschera... insomma parole in libertà, e purtroppo da una tribuna privilegiata, perché è chiaro che se parla la Simionato o la Tebaldi (faccio nomi a caso), ci saranno migliaia di persone che penderanno dalle loro labbra... cosa ci si può aspettare da autentici miti del firmamento lirico, se non verità? E invece sono assurdità belle e buone. Ascoltiamo la Simionato affermare che lei non ha mai cantato di petto nella sua carriera, ed esemplificare con alcuni suoni di petto che più di così non si può, e affermare che "sembrano" di petto, ma sono "in maschera"!!! Cosa c'entrano le due cose? Assolutamente niente. Evidentemente la Signora confonde la meccanica dei registri con qualche sensazione di antichissima memoria (va beh, è anziana, ma non così tanto!!) che contrapponeva petto e testa (è comunque una confusione, perché le vibrazioni di petto e testa non sono da confondere, comunque, con il cosiddetto suono in maschera, che può essere avvertito - comunque si intenda "maschera" - in entrambi i registi). Ma è altrettanto confusionaria la contrapposizione tra una tecnica definita dell'affondo e un periodo storico artistico come è pressoché unanimemente riconosciuto quello del cosiddetto "belcantismo", cioè il Sei e primo Settecento. Vero è che corrisponde anche al periodo dei castrati e del virtuosismo più sfrenato, ma questo non può essere considerata una "tecnica" vocale, semmai una filosofia di canto, in buona parte quella che abbiamo accolto noi, ma che questa disciplina si contrapponga a un "modo" di cantare, è errato. Cerchiamo di dare ordine. Un cantante che prediliga o abbia le caratteristiche per affrontare un repertorio cosiddetto belcantistico, cioè gli autori del Barocco, o del Neoclassicismo, Rossini e poi Bellini, Donizetti e il primo Verdi (con i coetanei minori), seguendo la giusta disciplina potrà affrontare quel repertorio. Se, invece, è più versato per il romanticismo, tardo romanticismo, verismo o la musica del 900, potrà egualmente farla, senza dover guardare a un'altra tecnica. Un equivoco analogo riguarda anche la musica leggera o "moderna". Se la base è giusta e buona vale per tutti. Ciò che cambia è lo stile, e possiamo essere d'accordo che il maestro debba saper disciplinare l'allievo in base anche al tipo di repertorio che dovrà affrontare, per cui se non sa niente di un certo stile, o di certi stili, forse farà bene ad evitare di insegnare ad allievi che intendono fare quel genere musicale.

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