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lunedì, febbraio 08, 2010

Natura o artificio?

Leggo su un libro di testo delle scuole medie un capitolo dedicato al canto. Al di là di molte cose opinabili, un sottotitolo è: voce impostata o naturale? E' un tipo di frase che sento molto spesso, anche e soprattutto proprio recitata da cantanti lirici. "Aspetta che imposto" sembrano dire, cioè: aspetta che giro l'interruttore, aspetta che ingrano l'apposita marcia. E' molto diffusa l'idea che il canto lirico richieda una sorta di cambiamento, di approccio "diverso" rispetto a quello "naturale". E' un po' anche quello che ritengono molti "barocchisti", che reputano che il canto antico si debba fare con voce "naturale" e non "impostata", per cui nei cori e nelle formazioni dedite alla musica antica non sono ammessi, o con molto sospetto i cantanti che hanno studiato lirica. E' vero che la maggior parte dei cantanti lirici ingola e vibra volontariamente, creando un timbro che suona davvero artefatto e innaturale, però bisogna diffondere il concetto che il canto serio, l'impostazione, non ha niente di innaturale, di artificiale, ma è solo sviluppo, disciplina del fiato e delle forme.

4 commenti:

  1. Anonimo11:39 PM

    Egregio Professore,

    La ringrazio sentitamente per tutti i consigli, interessanti e preziosi, che ci dà in questo blog e nel forum Edumus.

    Raramente mi faccio viva, ma sono spesso presente.

    Cordiali saluti.
    Rossellana

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  2. Grazie a te per la "presenza". Poni tutte le domande e le osservazioni che ritieni utili, sono la strada che conduce a capire! Ciao

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  3. Anonimo5:41 PM

    Ciao Fabio,
    intanto complimenti per la dedizione e la passione.
    Secondo me l'equivoco che spesso riscontro anch'io è puramente sui termini, infatti venendo alle ultime righe del post, bisognerebbe attribuire il giusto valore a termini come "canto serio" e "artificiale"; se per canto serio intendiamo un tipo di emissione che richiede un "serio" studio o approccio, ok, siamo d'accordo, ma sai benissimo che una certa disciplina didattica ad esempio ai tempi di DesPrez, per citarne uno, di certo non esisteva, se non altro anche per una mancanza di nozioni di acustica e fisiologia vocale. Allora dovremmo discutere di contenuti.
    L'emissione operistica secondo me è artificiale (e artificiosa) nel senso che non è naturale, spontanea, ovvero è determinata da un corpus di tecniche atte a modificare il Vocal Tract in modo da sviluppare o enfatizzare la Formante Alta di Canto, caratteristica per nulla naturale e innata. E infatti tu parli giustamente di "sviluppo, disciplina del fiato e delle forme".
    Che dici?

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  4. Ciao; non so a quando risale questo commento, purtroppo il blog da questo punto di vista non è organizzato molto bene...
    Devo dire di non essere molto d'accordo con le tue argomentazioni. Come ho scritto in diversi punti, è vero che l'emissione operistica non è naturale, ma solo in partenza: l'obiettivo è far diventare (o meglio: tornare) naturale ciò che superficialmente non è. Il fatto che non sia spontanea è abbastanza vera (ma non proprio sempre), ma questo non vuol dire niente. Lo sviluppo e la disciplina di cui parlo non sono rapportabili, ad es., a quello che fanno i culturisti, che provocano uno sviluppo abnorme dei muscoli. Qui si tratta di ricondurre a normalità ciò che è naturale, ma solo potenzialmente. Quando si raggiunge un elevato livello disciplinare, tutto apparirà assolutamente normale, come parlare. anche se con un impegno fisico maggiore. Ciao

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