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domenica, marzo 14, 2010
Il prima e il dopo
Ho letto un articolo di Juvarra, noto insegnante di canto autore di trattati, su respirazione e appoggio, e ancora una volta ho notato che lui, come quasi tutti, commentano frasi tratte da antichi metodi di canto senza fare un importante distinguo, il prima e il dopo. Nella respirazione, in particolare, pensare che l'inizio dello studio del canto possa avere qualcosa di analogo a quando uno sarà pronto per cantare davvero, è di per sé un errore piuttosto serio, e criticare o sostenere questo o quel trattatista (sia esso Garcia, Mandl o chiunque altro)senza fare un distinguo sul momento in cui applicare un consiglio, è indice di un difetto di consapevolezza. La respirazione di uno studente ai primi approcci al canto, per quanto soggettivamente peculiare, sarà sempre gravemente deficitaria e impropria al canto artistico. Una buona scuola renderà nel tempo questa sempre più idonea e rapportata ad un canto esemplare, e quindi diversa da quella iniziale. Se noi prendiamo per buona la respirazione di, mettiamo, Alfredo Kraus, non significa che chiunque inizi a cantare debba adottare quel tipo di respirazione, perché può andare incontro a difetti anche gravi, non avendo in sè (oltre che la vocalità di Kraus)le caratteristiche di rapporto tra il canto che può esprimere e l'alimentazione corrispondente. Dunque la respirazione sarà sempre da adeguare, man mano, al tipo di vocalità espressa; pretendere da un allievo una respirazione da professionista, sarebbe una forzatura e sicuramente un errore: la sua vocalità non funzionerà. Dopo 2, 4 o più anni di studio, certamente la qualità del respiro sarà cambiata e anche l'atteggiamento o postura si dovrà adeguare. Il più delle volte ci sarà un adeguamento naturale, ma comunque sarà l'insegnante a consigliare e sollecitare quella più idonea.
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